Un modo diverso di lottare

"Shalom?" - il primo.
"Shalom?" - il secondo.
"Shalom?" - il terzo.
Qualcuno mi bussa alla porta.
Tre volte.
Che faccio!?
Apro?
Non apro?
Resto in silenzio e mi nascondo?
O rispondo semplicemente?
So che lì fuori stanno facendo così, i soldati stanno entrando in qualche negozio o bussando a qualche porta.
Cercano qualcuno, qualcosa.
Tre tocchi ed ecco che vado in panico, prima di scoprire che è solo uno stupido scherzo di A.!
Uno scherzo che però rispecchia appieno quanto sta succedendo fuori.

Sono a Betlemme e ho appena finito di fare la doccia, quando inizio a sentire "boom, boom… boom" e subito penso: "sarà un matrimonio, di solito qui è così".
Esco dal bagno ma a casa non c'è più nessuno, dove sono andati tutti?!
Ecco che li raggiungo sul tetto.
Non voglio credere a ciò che i miei occhi stanno vedendo, c'è tanto disordine in corso e per quanto io possa essere lontana, sono pienamente coinvolta: due parti in conflitto ed io, noi, nel mezzo.
Passa il tempo e noi siamo sempre qui, sul tetto.
"Boom, boom, boom", proviamo a riprendere tutto con la fotocamera.
Ma cosa riprendo?!
È così assurdo che non ci sarebbe nulla da riprendere!
C'è chi vuole difendersi e lottare per i propri Diritti, ma quando ad una violenza si risponde con altra violenza, beh, io non posso condividere.
L'ingiustizia è ben evidente, ma ecco:
"Perché usare la violenza!? È davvero l'unico mezzo che si ha a disposizione?!".
La sirena dell'ambulanza risuona ancora nella mia testa, sta portando via un ferito.
Io rientro a casa.
Non voglio assistere ancora a tutto questo.
"Shalom", "Shalom", "Shalom" sono i tre tocchi... tanti quanti i sussulti del mio cuore nel momento in cui A., dopo lo scherzo, mi dice che è tutto finito.
Sono passate due ore, sto passeggiando nella stessa via dove fino a poco fa non potevo neanche affacciarmi dal portone.
Tutto sembra essere tornato alla normalità, tranne nella mia testa.
Tre tocchi e una sola parola: "Shalom".
Se esiste un Dio, quel Dio in cui io credo, voglio credere anche che arriverà davvero la pace in questo mondo, in questa parte di mondo.
Sono sul pulmino di rientro a Tuwani, un villaggio oramai divenuto casa, un villaggio dove ci sono gli stessi uomini, gli stessi ragazzi, ma un modo diverso di lottare, quello della resistenza nonviolenta.
I.