Hafez Huraini ferito dai coloni israeliani e arrestato dall'esercito

Lunedì 12 settembre, intorno alle 5 di pomeriggio, coloni dell’avamposto illegale israeliano di Havat Ma’on hanno attaccato l’attivista Hafez Huraini mentre stava lavorando la sua terra, nel villaggio di At-Tuwani, Masafer Yatta. Cinque coloni armati lo hanno picchiato provocandogli una frattura ad entrambe le braccia, poi, sotto la protezione dell’esercito che nel frattempo aveva raggiunto la scena, hanno impedito ai soccorsi di trasportarlo in ospedale: soldati e coloni si sono posizionati davanti alle porte posteriori dell’ambulanza impedendo che fosse caricato sul mezzo di soccorso, e in seguito i coloni hanno squarciato le ruote dell’ambulanza. I soldati hanno detenuto Hafez dichiarando la volontà di volerlo arrestare sotto l’accusa di aver picchiato un colono, e si sono rifiutati di rilasciarlo per far sì che ricevesse le cure mediche di cui aveva bisogno. Solo in un secondo momento Hafez è stato trasportato dall’esercito all’ospedale di Beersheba, sud di Israele, dove è rimasto sotto custodia militare e impeditogli ogni tipo di contatto esterno, perfino con il suo avvocato. Hafez è stato poi trasferito alla base militare di Kiryat Arba dove è stato interrogato e poi alla prigione militare di Ofer.
Oggi, giovedì 14 settembre nel tribunale militare di Ofer si è tenuta la prima udienza che si è conclusa con l’estensione della detenzione di Hafez per altri cinque giorni per proseguire le
indagini. La prossima udienza è stata fissata per lunedì 19 settembre.
Hafez è stato arrestato insieme ad altri due palestinesi del villaggio di At-Tuwani, e poco dopo l’arresto le forze armate israeliane hanno fatto irruzione nel villaggio lanciando bombe sonore e lacrimogeni, rastrellando le abitazioni e arrestando 20 palestinesi, rilasciati alcune ore dopo.

Operazione Colomba chiede l’immediata liberazione dell’attivista per i diritti umani Hafez Huraini. Esprime poi la massima solidarietà e vicinanza ad Hafez, alla sua famiglia e alla resistenza popolare nonviolenta di tutti i palestinesi, donne, uomini e bambine/i del villaggio di At-Tuwani e di tutto il Masafer Yatta.