Ogni giorno dà vita alla sua terra

Nella foto un pastore nella sua valle, la valle di Rakees, che pascola spingendosi fino al crinale, fino al luogo oltre il quale altri essere umani hanno deciso che lui non può più andare, non ha più questa libertà, sulla sua terra.
È stato tracciato un confine netto, agli occhi molto forte, questa volta non fatto di pietre, recinti o fili spinati, ma di bandiere.
Abusando di un potere che non ha nulla a che vedere con il diritto e l'umanità, a questo pastore viene tolto il diritto di muoversi, di abitare, di dormire senza paura di essere ucciso, picchiato, umiliato, di ricevere protezione da uno Stato che non lo riconosce neanche come essere umano, figuriamoci come cittadino.
Questo pastore si chiama Abu Arun, letteralmente padre di Arun, il primogenito.
Arun però non esiste più, è stato ucciso da una soldatessa israeliana con un colpo di pistola al collo, solo per aver difeso da una confisca il proprio generatore di corrente elettrica il 1° gennaio 2021.


La ferita l’ha reso paralizzato per un anno, poteva muovere solo occhi e bocca, e il suo corpo si è poi spento lentamente davanti all'impotenza della sua famiglia, e di fronte a una legge che non ha fatto giustizia.
Oggi, dopo non ancora un anno dalla sua morte, Abu Arun va a pascolare su quel crinale, vicino a quelle bandiere piantate con prepotenza dai coloni, difesi da coloro che hanno ucciso suo figlio.
Guarda le macchine dei coloni passare, i suoi occhi sono stanchi e pieni di dolore, non dice nulla, ma rimane lì, perché è l'unica cosa che può fare, restare.
Ogni giorno si spinge su quel crinale, ogni giorno guarda in silenzio quelle persone, se di persone si può parlare, ogni giorno vive e dà vita alla sua terra.
In questo modo riesce a non perdere l'unica cosa che non gli possono togliere: la sua dignità.

S.