Otto giorni passati al villaggio

Palestina/Israele

Gerusalemme, 17 gennaio 2009

Dopo otto giorni passati al villaggio ci siamo anche meritati due giorni da pellegrini in terra santa tra le strade di Gerusalemme che e' veramente stupenda!
Oggi abbiamo visitato tra le altre mille cose il cenacolo, è veramente emozionante ripercorrere i luoghi dove ha vissuto Gesù…
L'unica nota triste che viene alla mente è che la sua morte non è servita a ridare a questa terra la libertà e la dignità dell'uomo. Ogni angolo di Gerusalemme è pieno di militari, controlli, polizia…

Appena arrivati alla fermata del pullman abbiamo incontrato i militari israeliani che fermato il bus, salgono controllano i documenti delle persone (di solito fermano i mezzi che vanno verso le città palestinesi) e se qualcosa non va, senza troppe spiegazioni ti rispediscono a casa… è successo così ad una ragazza, abbiamo provato a chiederle perché le stavano togliendo i documenti, ma le hanno impedito di parlarci e l'hanno comunque rispedita indietro. Mi è rimasto un profondo senso di ingiustizia e di impotenza, anche se magari insistendo si poteva fare di più, come altre volte è successo…
Ieri poi, venerdi, siamo andati sul Monte degli Ulivi a visitare la chiesa del Padre Nostro e Il Getsemani (ma ci dovremo tornare perché  era chiuso, acc!). Questa città è piena di sorprese, appena giunti fuori dalle mura abbiamo trovato tutte le porte dell'ingresso alla città presidiate da polizia e polizia militare… avvicinatici abbiamo chiesto perché? Perché è pericoloso! Come mai è pericoloso, ieri la città era tranquilla? Perché oggi è venerdì. E venerdi cosa succede? …mmm, eh, non potete passare comunque, finchè non riapriamo, chiedete a lui… stessa trafila…. Alla fine viene fuori che venerdì è pericoloso perché è il giorno di preghiera per gli arabi!!!!! È così che tutti i venerdi la città è circondata di militari che controllano gli ingressi e decidono quali arabi fare entrare sulla spianata delle moschee e quali no…. Assurdo! Anche perché quotidianamente chiunque voglia entrare in quel luogo deve passare sotto il metal detector, anche i palestinesi, nonostante questa parte della città sarebbe loro…

La giornata di ieri ci ha poi regalato ancora un incontro… con un dipendente del consolato francese, un signore che ha lavorato 25 anni a Gaza per il consolato francese in progetti di cooperazione allo sviluppo. Dopo un po' di convenevoli, giri alla larga… finalmente ci sentiamo liberi di parlare e di raccontare che facciamo (alla prima non sapendo con chi parli è difficile dire che vivi in un villaggio palestinese…) lui ad un certo punto dice "io sono cristiano, e sono credente, ma dopo quello che sta succedendo ora a Gaza sono pro Hamas". Proviamo a dialogare, a parlare che se domani succederà a Israele quello che lui e noi vediamo ingiusto e terribile nei confronti di Gaza, crescerà solamente la spirale dell'odio… ma andiamo via con la consapevolezza che questa guerra darà potere ad Hamas, cresceranno i suoi consensi anche tra coloro che finora hanno scelto il partito più moderato; con la consapevolezza che questo massacro di vittime innocenti aumenterà l'odio e la strada per la pace, per la definizione politica della situazione israeliana- palestinese sarà sempre più difficile.

Rimane poi il sentimento di essere presi in giro dalla politica internazionale, a cosa serve tutto l'apparato burocratico messo in piedi dalle nazioni unite se poi uno stato è libero di reagire in questo modo? Può decidere per salvaguardare la sua popolazione di sterminarne un'altra?...

Vi saluto con l'esortazione alla preghiera, preghiamo perché riusciamo realmente ad essere costruttori di pace in ogni angolo di mondo dove passiamo, preghiamo di essere capaci, come dice padre Alex Zanotelli, a incontrare i cristi che intrecciano le nostre strade a camminare con loro e a raccogliere la loro croce e farla nostra.

Su questa strada oggi parteciperemo alla manifestazione a Tel Aviv per Gaza.

Un abbraccio a tutti!

Ele