Maggio 2012

SITUAZIONE ATTUALE - CONDIVISIONE E LAVORO - VOLONTARI

A Maggio è cambiato il colore delle colline di At-Tuwani, il passaggio del grano da verde a giallo ha reso il raccolto un momento centrale nelle attività quotidiane della comunità e dei volontari di Operazione Colomba, che hanno condiviso la fatica del lavoro della terra con i Palestinesi. Come la nonviolenza unisce le persone di queste colline, lo ha fatto anche il lavoro nei campi: il raccolto si è rivelato un momento in cui non solo gli uomini, ma anche e soprattutto donne e bambini, sono stati protagonisti delle storie di tutti i giorni di At-Tuwani.
Le attività si sono quotidianamente concentrate nelle valli di Humra e Khelly che da qualche giorno ospitano greggi di pecore intente a cancellare le ultime tracce del raccolto e a ruminare le erbe indigeste rimaste nei campi.
Il lavoro si è svolto tranquillamente tra un succo al tamarindo e un bicchiere di tè bollente, non  sono mancati però controlli di routine saltuari da parte della polizia e dell'esercito.
Il villaggio non è stato impegnato solamente nel lavoro dei campi; in questo mese, infatti, centrali sono state la partecipazione e la solidarietà dimostrate al vicino villaggio di Al Mufagarah, coinvolto in un'importante campagna.
Quest'ultimo, forte della volontà di dimostrare il proprio diritto ad esistere, spende quotidianamente le proprie energie nella costruzione di nuove abitazioni, perseguendo l'intento di ultimare i lavori di 15 nuove case.
All'inizio del mese, infatti, i villaggi di Al Mufagarh e Umalcher hanno ricevuto nuovi ordini di demolizione, nello specifico gli edifici a rischio sono quattro prefabbricati donati da ACTED e Humanitarian Relief Fund tramite la mediazione dell'OCHA, una tenda utilizzata a fini abitativi e un autobus senza ruote adibito a libreria.
La sentita necessità di dimostrare, da parte delle comunità, il proprio diritto a resistere per esistere, ha dato il via alla campagna che, oltre a vedere il villaggio fermamente unito nei lavori, è supportata dal comitato di resistenza popolare delle colline a sud di Hebron, dal Popular struggle coordination comitee e da diverse organizzazioni israeliane e internazionali.
Ogni casa è stata costruita grazie all'impegno di tutti i presenti che, specialmente durante il sabato, passandosi di mano in mano mattoni e secchi di acqua e ghiaia, hanno contributo alla realizzazione di tre case.
Un altro aspetto rilevante della campagna è la modalità  con la quale i lavori sono stati iniziati e coordinati: la comunità di Al Mufagarah, il Comitato, Il Popular struggle coordination commitee e i volontari di Operazione Colomba hanno stabilito, a seguito di diverse riunioni, che fosse deciso dalla stessa comunità a quali famiglie destinare le nuove abitazioni.
Non è stata casuale, inoltre, la decisione di promuovere la campagna ad  Al Mufagarah: il forte senso di comunità già presente nel villaggio è stato considerato punto di partenza ideale per l'effettiva riuscita dell'iniziativa.
Nonostante l'attenzione con cui si è svolta l'attività di costruzione, immancabile è stata la presenza durante i lavori dell'amministrazione civile israeliana e dell'esercito, che per ora si sono limitati a fare delle fotografie alle nuove case e tenere sotto controllo l'intera area.
I lavori non sono stati monitorati solo dalle forze dell'ordine, ma anche dai volontari di Operazione Colomba e da alcuni ragazzi che hanno realizzato un video sulla campagna, il primo prodotto del Medialab, laboratorio multimediale di audio-video promosso nel villaggio di At-Tuwani da Salvagente e Operation Daywork.
Il gruppo è formato da tre ragazze e tre ragazzi provenienti dai villaggi dell'area, un altro primo mattone di quella che speriamo sarà una lunga attività di costruzione.
Il buon andamento del raccolto e della campagna ad Al Mufagarah non hanno fatto dimenticare cosa significa vivere sotto occupazione: il 13 maggio durante la notte sono stati tagliati 19 alberi di ulivo nella valle di Humra.
Nel corso della stessa mattina, in seguito all'accaduto, esercito e amministrazione civile israeliana si sono recati nel luogo per raccogliere le prove dell'avvenuto danneggiamento e fare un controllo dell'area colpita.
Tali accertamenti non hanno avuto alcun risvolto pratico, come era stato in seguito ai precedenti episodi in cui altri ulivi erano stati tagliati.
Il totale degli alberi tagliati ammonta a 36 dall'inizio dell'anno.
Sempre nella valle di Humra, si sono verificati due attacchi da parte dei coloni: il 19 Maggio cinque ragazzini sono usciti mascherati dall'avamposto di Havat Ma'on lanciando sassi contro due volontarie, fortunatamente il tutto si è concluso velocemente e senza problemi.
Il secondo attacco è avvenuto il 30 Maggio dopo che un pastore colono ha portato il gregge a pascolare su una proprietà privata palestinese.
I volontari, avvisati di quanto stava accadendo, si sono recati nel luogo insieme ai proprietari del terreno e ad altri abitanti del villaggio e, mentre il pastore colono si stava allontanando, altri sei coloni sono usciti dall'avamposto, uno dei quali ha iniziato a lanciare sassi con la fionda e ad inseguire i volontari che stavano documentando il fatto (potete vedere il video sul nostro sito).
La violenza dei coloni ha colpito anche un altro villaggio: a  Sh'ib al Butum alcuni palestinesi e un attivista israeliano sono stati attaccati mentre stavano portando avanti la quotidiana attività di raccolto. Uno dei sei aggressori ha rotto la telecamera di un volontario di B'tselem e si avventato ripetutamente contro l'attivista israeliano presente nel tentativo di prendere anche la sua telecamera.
Nella stessa area, nel villaggio di Tawamin, un campo è stato bruciato durante la notte del 20 Maggio, arrecando un danno consistente, specialmente se si considera che l'attività di raccolto è una tra le principali fonti di sussistenza per le famiglie delle comunità locali.
L'area delle colline a sud di Hebron non è stata colpita solo dagli attacchi dei coloni, ben tre villaggi sono stati oggetto di demolizione da parte dell'amministrazione civile israeliana.
Il 23 Maggio, infatti, i volontari di Operazione Colomba si soni recati nei villaggi di Rahwa, Wadi Jehesh e Wedadie, nei quali sono state demolite in totale otto strutture, tra le quali alcune utilizzate a fini abitativi e altre come ripari per le pecore.
I volontari sono arrivati alla fine delle operazioni di demolizione, hanno documentato quanto accaduto e trascorso del tempo con le famiglie, facendo interviste e dimostrando loro solidarietà per i recenti avvenimenti.
Israele sta mantenendo in Area C un totale controllo sulle attività di pianificazione e urbanizzazione, intensificando al col tempo le demolizioni di diversi tipi di strutture palestinesi, rimpolpando in questo modo le fila degli sfollati.
Nonostante il villaggio sia costantemente messo alla prova, gli abitanti di At-Tuwani continuano a dimostrare di credere nella forma nonviolenta di resistenza quotidiana e i volontari di Operazione Colomba con loro.