Giugno 2013

SITUAZIONE ATTUALE - CONDIVISIONE E LAVORO - VOLONTARI

Contesto generale
Il sole sempre più torrido di giugno sorge sulle donne di At-Tuwani che fin dall'alba si accingono agli ultimi raccolti. Con grande sollievo del villaggio anche il raccolto della valle di Khelly sotto la colonia di Ma'on, luogo delle aggressioni e degli arresti dei mesi precedenti, giunge al termine sotto gli occhi vigili dei volontari di Operazione Colomba. Non la stessa tranquillità regna invece sul vicino villaggio beduino di Umm Al Kheer, dove la confinante colonia di Karmel ha deciso di proseguire la sua espansione e conseguente accerchiamento di quelle lamiere e teloni pubblicitari che costituiscono l'unica casa per quei pastori. L'occupazione della collina è incominciata in sordina con un gazebo di legno costruito nel mezzo di una proprietà privata palestinese dai coloni, poi è venuto un filare di ulivi a marcare la strada per raggiungerla ed infine il totale divieto ai pastori di attraversare la collina e la strada.
Suleiman non ci sta e protesta, non ci sta a vedersi sottrarre l'ultimo accesso rimasto dal villaggio agli spinosi pascoli intorno e per questo viene prima sequestrato dall'esercito per alcune ore e qualche giorno dopo arrestato dalla polizia israeliana. Inizialmente non si sa nemmeno in quale carcere sia finito e neppure l'avvocato riesce a parlargli, ma grazie all'azione degli attivisti israeliani viene rilasciato alcuni giorni più tardi, ma la situazione del suo villaggio è tutt'ora irrisolta ed estremamente precaria.
I problemi non sono solo nel villaggio beduino, ma anche nella vicina Tuba dove si moltiplicano le “visite” di coloni e forze dell'ordine israeliane.
Dapprima un colono arriva scortato da esercito e polizia, dicendo di star seguendo le tracce della sua pecora rubata quella notte, misteriosamente rimaste chiare per lui nonostante la valle sia stata attraversata da più greggi la mattina stessa. Dice di volere la pace, davanti alle telecamere, ma si ripresenterà più volte nei giorni seguenti accompagnato da altri coloni, sempre armati, intimidendo la gente del villaggio con quelle ripetute visite che sembrano più che altro ricognizioni.
Nonostante la pressione dell'occupazione i palestinesi cercano di vivere la loro vita normalmente e per i bambini è arrivato il momento del Summer Camp.
La frustrazione della paradossale situazione di dover far ricorso alla scorta militare, anche in questa occasione, non li ferma dal continuare a frequentare quello che per loro è uno dei pochi momenti di ritrovo per tutti i bambini della zona, al di fuori dell'ambito scolastico; pure questa è resistenza nonviolenta.
Quest'anno il Summer Camp è stato itinerante per la zona e, oltre che come momento d'incontro, è servito anche a far conoscere ai ragazzi la situazione dei villaggi vicini.
L'occupazione genera paura negli spostamenti, con il conseguente isolamento delle comunità, e per molti ragazzi è stata la prima volta che vedevano alcuni villaggi distanti solo qualche chilometro da casa loro. In occasione di questi spostamenti è capitato che per due volte i ragazzi abbiano fatto la strada che passa tra la colonia e l'avamposto senza scorta militare, evento accaduto poche volte negli ultimi anni e passo di incredibile importanza nella resistenza nonviolenta per ribadire il diritto a camminare senza paura sulle proprie strade.
Il 25 c'è stata una conferenza stampa in Firing Zone 918 -un'area di addestramento militare israeliana in territorio palestinese (visita il blog www.nofiringzone918.org)- dove alcuni avvocati e scrittori israeliani e palestinesi hanno spiegato la situazione degli 8 villaggi presenti nell'area che rischiano l'evacuazione totale e presentato una petizione promossa da David Grossman e firmata da altri 25 famosi scrittori israeliani in vista dell'udienza all'Alta Corte di giustizia israeliana del 15 luglio.
A fine mese il Festival della Resistenza Nonviolenta ha portato ad Al Mufaqarah più di 250 persone. In questo piccolo villaggio, di un centinaio di abitanti, appena dentro la Firing Zone 918, è arrivato un po' di tutto: rappresentanti dei progetti dell'Unione Europea, giornalisti e attivisti internazionali, israeliani e palestinesi, politici e amministratori delle città vicine, tutti a festeggiare questa pluriennale scelta di Resistenza Nonviolenta. Il Festival è andato avanti fino a tarda serata tra discorsi, testimonianze, scenette, giochi e danze.

Condivisione e Lavoro
Questo mese siamo stati impegnati inizialmente soprattutto con operazioni di vedetta e accompagnamento per i pastori al pascolo vicino a colonie e avamposti, poi man mano che i pascoli si impoverivano, e i palestinesi uscivano sempre meno, ci si è potuti dedicare ad altre cose. Eravamo presenti con le telecamere ad Umm Al Kheer quando i coloni hanno incominciato a rivendicare tutta la collina, al sequestro ed anche al successivo arresto di Suleiman.
Abbiamo documentato le violenze e intervistato il vecchio beduino dopo il sequestro, abbiamo ripreso anche l'assurdità dell'esercito che requisisce un bagno portatile perché considerato troppo vicino Karrmel, mentre di fronte a loro la colonia rubava ettari di terra.
Abbiamo avuto modo di rincominciare ad occuparci un po' di più della Firing Zone e quindi di dare sia un aiuto nel coordinamento dei gruppi di internazionali della zona (per una copertura della settimana a causa di una nuova ondata di presenze dell'esercito israeliano), sia di poter partecipare ad un incontro informativo organizzato dall'OCHA che aggiornava sulla situazione nell'area.
Abbiamo accompagnato più volte i bambini di Tuba nel tragitto da e per At-Tuwani negli ultimi giorni di scuola e durante il Summer Camp, nei casi di inadempienza della scorta militare, e offerto accompagnamento e quindi presenza internazionale per tutta la durata di quest'ultimo.
Infine abbiamo filmato il Festival, e nel mentre fatto e rilasciato interviste, per far conoscere e dar massima risonanza a questa piccola grande meraviglia che è la Resistenza Nonviolenta.
Operazione Colomba ha supportato il Summer Camp per i bambini e il Festival della Nonviolenza, entrambi finanziati dall'Unione Europea, da un punto di vista logistico, oltre a documentare entrambi gli eventi con foto e video.

R-Esistere: combattere l'isolamento
L'occupazione divide, taglia i ponti, rende impossibile spostarsi.
Villaggi distanti anche solo un paio di chilometri separati dalla paura, la paura di viaggiare, l'impossibilità per uomini, vecchi, donne e bambini di muoversi senza timore. Senza il timore di venire fermati per ore ad un check-point, di essere arrestati, rincorsi o picchiati, senza poter avere la possibilità di conoscere chi sta nella tua stessa situazione a due passi da te senza che il vento e la sabbia facciano dimenticare quelle antiche strade.
E ti si allarga il cuore davanti a questa gente contenta di aver anche solo la possibilità di incontrarsi, i ragazzi del Summer Camp felici della loro prima notte fuori casa e alla festa che scaturisce dalla gioia del trovarsi insieme al Festival per persone che si vedono al massimo una volta l'anno.
È Nonviolenza cancellare queste distanze, rifiutarsi di ammalarsi di paura e ridurre quei divari che crescono pian piano là dove non c'è più comunicazione, quindi ben venga il Summer Camp, il Festival e qualsiasi altra occasione per incontrarsi e abbattere insieme questi piccoli e grandi muri.