Marzo 2014

CONTESTO GENERALE

A marzo è arrivata la pioggia e con essa abbiamo assistito al ritorno del colore della speranza sulle colline a sud di Hebron, il verde.
Marzo, un mese all'insegna di azioni per rivendicare le proprie terre e i propri Diritti nei confronti dello Stato israeliano e dei coloni. Un mese che ha visto i componenti del Comitato Popolare urlare “silenziosamente” che queste sono le loro colline, le loro terre e che non intendono rinunciare alla loro vita, alla loro dignità e quotidianità. Un mese iniziato con l'intero villaggio di At-Tuwani riunitosi in un'azione nonviolenta per salvare e portare avanti la costruzione di quello che sarà il futuro asilo.
Bambini, donne, uomini e anziani hanno contrastato, con azioni di interposizione nonviolenta, le forze dell'ordine venute per sequestrare materiali e attrezzi di costruzione.
All'azione hanno partecipato anche attivisti israeliani, operatori di B'Tselem, e i volontari di Operazione Colomba.
A marzo ci sono stati anche diversi attacchi da parte dei coloni dei vari avamposti presenti nell'area.
Aggressioni più fisiche, come quando i coloni si sono “scagliati” sui pastori in pascolo cercando di spaventarli e scacciarli con grida e petardi, rincorrendoli con spranghe e pistole, e tirando pietre con le slimshot;
Intimidazioni più “fini e sottili”, se così si possono considerare: abbiamo visto coloni andare in giro per le valli e le colline con in mano improbabili cartine da mostrare ai soldati, per indicare loro dove i pastori palestinesi possono e non possono pascolare o addirittura transitare.
In questo mese siamo anche stati testimoni di continue “invasioni di campo” da parte dei pastori coloni che hanno fatto pascolare le loro greggi, a volte lasciandole anche incustodite, sui campi coltivati dei palestinesi, rovinando il raccolto e negando così il foraggio alle pecore dei pastori che dovranno così andarlo a comprare.

CONDIVISIONE E LAVORO
Nel mese di marzo i volontari di Operazione Colomba hanno accompagnato i pastori sulle colline e nelle valli circostanti il villaggio di At-Tuwani ma non solo, infatti grazie al buon numero di volontari presenti sul campo siamo riusciti ad incrementare gli accompagnamenti anche nei villaggi più distanti dove la presenza di coloni e forze dell'ordine crea problemi quotidiani ai pastori.
Grazie ad un'intensificazione del coordinamento con i vari gruppi internazionali che operano nella zona siamo riusciti a far partire una presenza notturna di internazionali nel villaggio di Bir Al Idd. Villaggio che ha visto, e vede tutt'ora, azioni violente da parte dei coloni, aggressioni che hanno portato la maggior parte degli abitanti a lasciare la propria casa; è rimasto, al momento, un unico nucleo famigliare soggetto a continui soprusi da parte dei coloni israeliani di Mitzpe Yair.
Questo coordinamento ha consentito a dare continuità anche all'accompagnamento della jeep dell'UNICEF nella Firing Zone 918 (http://nofiringzone918.org).

R-ESISTERE

Mani
“...Mani invecchiate dal sole, dal vento, dal lavoro nei campi
mani vecchie anche se giovani, mani stanche ma non abbastanza
mani che hanno la forza di continuare a vivere, lavorare, lottare
mani contrapposte ad altre mani
mani giovani ma aride e dure, che ad ogni lancio si impoveriscono, mani che gettano insieme alle pietre un pezzettino del loro animo
mani piccole ma piene di odio...”.

E’ un giorno come tanti altri, un giorno normale, se qui questa parola è concessa...
ci prepariamo per uscire con alcuni pastori in Meshaha Valley, sono più del solito e con loro ci sono anche delle donne e dei bambini con le greggi. La strada affianca il boschetto dell'avamposto, un boschetto cordiale che ogni mattina, se impari ad ascoltarlo, ti saluta e ti parla con l'aiuto del vento. Le pecore avanzano dietro agli uomini e alle donne, alla ricerca del filo d'erba perfetto da assaporare, si spostano senza un ordine apparente. Nella valle pastori e pecore si parlano, un insieme di versi e richiami riecheggia dai campi. Qualche pietra richiama all'ordine i greggi. Dall'avamposto escono due coloni, un bambino ed un ragazzo, mascherati e armati di slimshot pronte a scacciare e colpire. Ora nella valle ci sono grida e rumori di pietre che tagliano l'aria. Una macchina della polizia in lontananza fa scappare i coloni, che trovano nascondiglio tra le fronde di quel boschetto che qualche ora prima ci aveva salutato.