Maggio 2014

CONTESTO GENERALE

Il mese di maggio è la coda finale della raccolta. Per i palestinesi delle colline a sud di Hebron la raccolta è un momento dell'anno vitale, tanto che tutto si è un po' fermato. Chi, oltre ai campi e ai greggi nel villaggio, ha un lavoro anche in città, si è preso una vacanza per completare la raccolta; tutti, bambini, vecchi, uomini, donne, stranieri (come noi) hanno lavorato duramente per terminare, nei tempi che la terra e il sole richiedono, la raccolta dei cereali. Hambdulillà (grazie a dio, come dicono qui) è finita anche stavolta. C'è gioia negli occhi dei palestinesi quando ti raccontano che hanno finito la raccolta. Come c'è molta gioia quando, chi non ha ancora finito, ci vede arrivare e subito ci mette sotto a lavorare, perché quello che si doveva finire in una giornata, s'è finito in mezza... mentre noi, stanchi, ci inventavamo improvvise riunioni per smettere di lavorare un attimo prima e tornare ad At Tuwani; ma niente, i palestinesi sono persone ferme... ed è pure saltata fuori una macchina per riaccompagnarci al villaggio, purché ci fermassimo quella mezzora in più!
Le ingiustizie ci sono state anche questo mese. Oltre ai purtroppo sempre molto numerosi episodi in cui pastori e contadini sono stati scacciati dalle proprie terre dai militari o dalla violenza dei coloni, questo maggio verrà ricordato per l'alta presenza di checkpoint nelle immediate vicinanze del villaggio di At-Tuwani; per le ripetute esercitazioni militari nei pressi del villaggio di Jinba nella Firing Zone; per il recato danno di quasi 9000 shekel (1900 euro circa) ad un pastore palestinese da parte dei coloni dell'avamposto di Mitzpe Yair; per l'arresto di quattro bambine palestinesi tra i 12 e i 14 anni, accusate di rubare ciliegie dagli alberi dei coloni.
I checkpoint effettuati dai militari israeliani costituiscono una forte limitazione della libertà di movimento dei palestinesi. I militari spesso si limitano a verificare l'identità di chi passa, ma sono frequenti pure controlli più approfonditi, comprese le perquisizioni di uomini e mezzi.
Inoltre i checkpoint possono essere fonte di limitazioni e violazioni più gravi nei confronti di quei palestinesi che lottano e lavorano contro le ingiustizie dell'occupazione militare e la violenza dei coloni. Una di queste persone è stata trattenuta per un'ora, senza nessun motivo, ad un posto di blocco. Il suo commento è stato: "Bene, significa che sto facendo un buon lavoro".
Nella zona denominata Firing Zone 918 dallo Stato israeliano, Massafer Yatta per i palestinesi,  l'esercito israeliano si è esercitato con mezzi blindati nei campi in cui i palestinesi lavoravano per la raccolta, distruggendo e rovinando il lavoro di mesi.
Un gruppo di palestinesi, arrabbiato e stanco, si è infine ribellato e ha impedito il passaggio dei carri armati in un campo che era rimasto intatto (se vuoi vedere il video, clicca qui).
In una notte di fine mese alcuni coloni dell'avamposto illegale di Mitzpe Yair hanno incendiato una notevole quantità di raccolto di proprietà palestinese. Il raccolto era frutto del lavoro di uomini e donne chini sui loro campi per quattordici giorni da mattina a sera. Il gesto è molto grave poiché l'agricoltura rappresenta una delle principali attività lavorative assieme alla pastorizia in quest'area.
Il 27 Maggio, 4 ragazze palestinesi tra i 12 e i 14 anni provenienti dai villaggi di Tuba e Maghayr Al Abeed sono state arrestate dalla polizia israeliana con l'accusa di aver rubato dei frutti in un campo in cui i coloni di Ma'on stanno coltivando ciliegi. Questo frutteto si trova vicino al luogo in cui i bambini sono soliti aspettare la scorta militare israeliana per tornare a casa dopo la scuola. I coloni hanno identificato quattro bambine che sono state obbligate a salire sulla camionetta della polizia.  Le 4 bambine sono state detenute nella camionetta per un'ora prima di essere condotte alla stazione di polizia di Kyriat Arba dove sono state interrogate senza la presenza dei genitori. Solo intorno alle 19:00 le ragazze sono state rilasciate. Noi non sappiamo se le bambine abbiano preso le ciliegie oppure no. Ma anche se le avessero prese, sono cose che abbiamo fatto tutti. Ma mentre noi ci siamo presi uno scapaccione dal contadino di turno, qui alle bambine palestinesi è impedito fare i bambini, anche solo per un attimo (se vuoi vedere il video, clicca qui).
Fortunatamente in mezzo a tutta la brutalità dell'occupazione militare e della violenza dei coloni si riescono a vedere spiragli di speranza. E' con grande gioia che si assiste infatti alla presenza di una nuova famiglia presso il villaggio di Bir Al Idd. Questo villaggio, minacciato da tutti i fronti dalla presenza di avamposti israeliani, resiste con fermezza, anzi cresce.
Segno di speranza, grande soddisfazione e gioia è stato anche vedere le donne della Cooperativa del villaggio di Tuwani andare insieme in gita al mare il 20 maggio. E' stato bello aspettare il giorno in cui hanno ricevuto i permessi per attraversare Israele, per arrivare a Tel Aviv e tuffarsi in acqua (per una di loro addirittura per la prima volta in 50 anni), raccogliere conchiglie e passeggiare lungomare fino al porto di Jaffa vecchia. Ancora più bello scoprire, ai tavoli di un ristorante dietro il porto, la  presentazione del progetto che le donne della cooperativa hanno realizzato con alcune donne israeliane: un catalogo di bellissimi abiti confezionati e ricamati da queste 'vicine' di paese e conflitto, che lavorando insieme cercano di dimostrare che la convivenza e' una possibilità concreta e soprattutto che insieme è possibile una condivisione di saperi e tradizioni per migliorare le proprie condizioni di vita. (se vuoi puoi visitare il sito http://twoneighbors.com).

CONDIVISIONE E LAVORO

I volontari di Operazione Colomba hanno seguito, come nei mesi passati, l'accompagnamento di pastori sia nelle valli e nelle colline vicine al villaggio di At Tuwani che in zone più lontane. Oltre alle attività di pastorizia pure i lavori agricoli dei palestinesi sono stati monitorati.
I volontari per più notti e giorni sono stati presenti nei villaggi di Jinba (a causa delle ripetute esercitazioni militari) e a Bir Al Idd (a causa della vicinanza alle abitazioni di coloni violenti).
Il lavoro quotidiano di monitoraggio della scorta militare che accompagna i bambini di Tuba e Maghayir Al Abeed da casa a scuola e viceversa è stato effettuato con costanza per tutta la durata del mese.

R-ESISTERE

ESISTERE E' RESISTERE

Boom! Boom!
Scoppio di bombe, razzi in cielo, fumo che sale dai campi di grano, cingolati israeliani su campi coltivati palestinesi, militari che corrono e sparano a pochi metri dove lavoratori palestinesi portano avanti le loro attività agricole.

Driin! Driin!
Una chiamata che parte da Jinba ed arriva ad At Tuwani. I palestinesi chiedono una presenza internazionale al loro villaggio.

Si parte di corsa. All'arrivo incontriamo gli uomini nei campi, alcuni ancora intenti a lavorare.

Assieme ci avviciniamo all'area adibita alle esercitazioni militari da Israele.
Assieme ci avviciniamo all'area adibita alla coltivazione del grano dai palestinesi.

Mezzi cingolati schiacciano i raccolti e scavano solchi sul terreno coltivato mentre giovani e vecchi dei villaggi palestinesi urlano loro di andarsene, ostacolano le attività militari.

Il lavoro nei campi è già cosa dura anche senza centinaia di militari attorno. Qui però i palestinesi vogliono vivere e lavorare. Qui i palestinesi hanno scelto la più alta forma di resistenza: quella del vivere dove si vuole. Ecco perché la loro Resistenza è la loro Esistenza.