Giugno 2014

CONTESTO GENERALE

Il 12 giugno 2014, nei pressi della colonia di Gush Etzion, all'interno dei territori Palestinesi occupati, sono stati sequestrati tre ragazzi israeliani. Fin da subito il premier israeliano Netanyahu ha accusato Hamas del rapimento; l'esercito israeliano ha concentrato le ricerche dei tre scomparsi soprattutto nella regione di Hebron.
Nei 18 giorni di ricerca la popolazione palestinese è stata sottoposta ad una serie di punizioni collettive in violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani.

Cinque palestinesi uccisi, 150 feriti, oltre 500 arrestati, di cui una buona parte sottoposti a “detenzione amministrativa” (incarcerati senza un'accusa), più di duemila proprietà perquisite, danneggiate o saccheggiate, città, villaggi e campi profughi messi sotto assedio da checkpoint e roadblock.
Senza contare le conseguenze dei continui bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza.
Questi sono i territori occupati nel mese di giugno, tra la fatica del raccolto e l'inizio del Ramadan.

CONDIVISIONE E LAVORO

A giugno è terminata la raccolta del grano e dell'orzo, specialmente in quelle zone dove il lavoro quotidiano è stato maggiormente ostacolato dall'occupazione militare. E' il caso della valle di Khelly, tra il villaggio di At-Tuwani e l'insediamento di Ma'on: un'area obiettivo dell'espansione della colonia in cui i palestinesi sono comunque riusciti a portare a termine il raccolto nonostante il rischio quotidiano di essere arrestati, solo per aver messo piede nelle proprie terre. Proprio da questa valle si sono alzati verso la colonia israeliana canti, palloncini ed aquiloni al termine del 7° Festival della Resistenza Nonviolenta, un'importante momento comunitario per celebrare, ricordare e confermare la scelta di lotta popolare nonviolenta dei palestinesi delle Colline a Sud di Hebron.
Dal 10 al 20 giugno si è svolto alla scuola di At-Tuwani il Summer Camp per i bambini dell'area. L'evento, che ha l'obiettivo di alleggerire col gioco e l'aggregazione la pesante quotidianità dell'occupazione, che grava ancor di più sull'infanzia, ha però risentito delle limitazioni causate dal rapimento dei tre ragazzi israeliani. Per paura di ritorsioni da parte dei coloni, il Summer Camp non è stato itinerante nei villaggi dell'area come previsto, le gite sono state annullate e per mancanza della scorta militare i bambini hanno perso un paio di giorni di attività.

Ma le punizioni collettive a cui è stata sottoposta la popolazione non si fermano qui. I volontari di Operazione Colomba hanno documentato la demolizione di una strada nel villaggio di Ar Rifa'Iyya Ad Deirat, dove inoltre è stato costruito un road block.
Nel villaggio di At-Tuwani i militari hanno poi effettuato di notte una perquisizione in una casa.
Ma non ci sono solo vicende negative. La resistenza nonviolenta continua il suo percorso e la sinergia tra palestinesi ed internazionali porta i frutti del lavoro di anni. Il 27 giugno un pastore palestinese, detenuto dai soldati con la falsa accusa di aver lanciato pietre contro una vettura israeliana, è stato liberato da un'azione popolare da parte dei palestinesi del Comitato Popolare e dei volontari di Operazione Colomba. I palestinesi non hanno avuto remore nel rivendicare i propri diritti di fronte ad un arresto illegittimo, non supportato da prove, e un trattamento degradante del detenuto da parte delle forze israeliane che, alla fine, hanno deciso di liberare il palestinese.
L'attività di accompagnamento dei pastori dell'area è andata diminuendo nel mese di giugno. Una buona parte dei palestinesi hanno infatti spostato le proprie greggi nelle terre a sud-est, nei villaggi della Firing Zone 918, luoghi freschi di raccolto e meno pericolosi di quelli a ridosso delle colonie e degli avamposti israeliani. Per chi invece ha deciso di rimanere sulle proprie terre usuali, nei pressi degli insediamenti, la quotidianità è stata quella di sempre, sotto la minaccia di un attacco di coloni o dell'arresto da parte dei soldati.
Continua anche l'impegno nel monitorare la situazione nella Firing Zone 918. Dall'8 al 13 giugno si è svolta una settimana di esercitazioni dell'esercito israeliano nei villaggi di Jinba e Al Mirquez. Centinaia di soldati hanno occupato l'area impedendo ai palestinesi l'accesso alle proprie terre, ai pozzi, scacciando i pastori, a volte aggredendoli fisicamente, e spaventando gli abitanti nelle incursioni notturne all'interno dei villaggi.
Ma nonostante le fatiche la vita continua e nel mese di giugno i volontari di Operazione Colomba hanno avuto la fortuna di partecipare a due matrimoni: un bel momento di condivisione con le famiglie palestinesi tra danze, festeggiamenti e banchetti.
La presenza al villaggio è stata poi animata da una piccola delegazione composta da membri di Operazione Colomba e del Servizio Audiovisivi della Comunità Papa Giovanni XXIII che sono venuti per girare un video sull'operato della Colomba nelle South Hebron Hills.

R-ESISTERE

IL GIORNO: 30 GIUGNO 2014

E' appena passato mezzodì quando l'operazione “Brother's Keeper” raggiunge l'area delle Colline a Sud di Hebron. Per tutto il pomeriggio i militari dell'IDF - Israeli Defence Force - entrano nei villaggi palestinesi alla ricerca dei tre ragazzi israeliani scomparsi. La ricerca si concentra sui pozzi ma vengono controllate anche le grotte, le abitazioni e i ricoveri per gli animali. Porte e lucchetti vengono forzati se i proprietari non sono presenti e vengono requisite le schede di memoria delle telecamere.
All'inizio si pensa siano solo delle ricerche disparate ma man mano che passano le ore e i soldati passano di villaggio in villaggio comincia ad essere chiaro il disegno: Bir al Idd, Jinba, Al Mirkez, Al Fakheit, Al Majaz, Khallet Athaba, Al Mufaqarah, Ar Rakeez, Isfay Thata, Isfay Foq, Maghayir Al Abeed. Tutta la Firing Zone 918, e anche alcuni villaggi limitrofi, è sotto il controllo dei militari.
Non è stato facile, per i volontari di Operazione Colomba, monitorare gli eventi vista l'ampiezza dell'area da coprire e le forze messe in campo dall'IDF (approssimativamente un centinaio di soldati con una decina di veicoli e un elicottero) ma è stato importante che l'operazione militare si sia svolta sotto l'occhio delle telecamere, per cercare di impedire o almeno documentare gli abusi che in queste situazioni è facile vengano commessi.
E' il tramonto ad At-Tuwani e tutti al villaggio attendono la preghiera della sera che precede la rottura del digiuno nel secondo giorno di ramadan. La giornata è stata intensa e potrebbe bastare così, ma la notizia del ritrovamento dei corpi senza vita dei tre ragazzi israeliani arriva a squarciare quel velo di tranquillità che pian piano stava scendendo sul villaggio. E i commenti della gente sono  unanimi “Adesso ce la faranno pagare, a tutti”.