Giugno 2015

SITUAZIONE ATTUALE

Un mese strano quello di Giugno, caratterizzato da sole, vento, tranquillità e silenzio. Ciò che si sente è il suono della vita quotidiana che si svolge serenamente, mentre ciò che si respira è aria di "Tatbiha" cioè di normalizzazione.
Sembra quasi che un cambiamento strategico sia in corso in quest'area, da parte dell'occupazione che in quest'ultimo periodo sembra aver indossato abiti e maschere adatti ad interpretare la parte del buon vicino di casa. La presenza fisica della forza occupante sul campo (soldati e coloni) è meno pressante ed evidente.

 

Questo da un lato permette agli abitanti delle colline a sud di Hebron di prendere fiato e vivere una vita "normale", ma dall'altro lato bisogna fare attenzione proprio a questa "normalità" che di normale non ha niente, perché non c'è niente di normale nel non essere liberi di poter lavorare le proprie terre con il timore di essere arrestati, o di non potersi muovere da una città all'altra senza essere fermati ad un checkpoint, o dover fare file di ore ai checkpoint fissi per poter andare a lavorare, o che una bambina di 5 anni sia disposta ad aspettare per quasi un'ora sotto il sole la scorta militare per paura di percorrere quella strada che la porta a casa.
In quest'ultimo periodo ci troviamo a lottare contro un' occupazione silenziosa che passa dall'essere fisica e materiale all'essere mentale, che gioca sul senso di tranquillità e che nel frattempo avanza, attraverso la consegna di ordini di demolizione nei villaggi dell'area e lavori di espansione all'interno di colonie ed avamposti.
Nel mese di Giugno, infatti, era prevista la scadenza degli ordini di demolizione consegnati al villaggio di Susiya, che per l'ennesima volta rischia l'evacuazione e la deportazione, ma in linea con il trend del momento e a causa della grande attenzione mediatica che gli abitati hanno creato e portato sul villaggio, Israele ha preso apparenti distanze in attesa della pronuncia della Corte Israeliana sulla concessione e approvazione del Masterplan.
Se a Susiya al momento tutto è fermo e la vita si svolge "normalmente", le forze occupanti stanno spostando la loro attenzione sui villaggi limitrofi che non sono sotto l'occhio attento dell'opinione pubblica nazionale ed internazionale, consegnando diversi ordini di demolizione.
Giugno è anche il mese di inizio Ramadan ed Israele ha, inizialmente, aperto le porte ai palestinesi concedendo permessi per raggiungere Gerusalemme e la moschea di Al-Aqsa,  luogo di culto, preghiera e pellegrinaggio. Un gesto che se analizzato, sembra nascondere alla base interessi di tipo diplomatici ed economici: se da un lato appare come gesto di democrazia e tolleranza, volto a riscattarsi agli occhi dell'opinione pubblica internazionale, dall'altro c'è da considerare che molti di questi permessi saranno utilizzati dai palestinesi non solo per recarsi a pregare ma anche per andare a lavorare, irregolarmente, in Israele, il che comporta per Israele stesso, il ricircolo di denaro che, invece che essere utilizzato al di fuori del Paese, come accade ad esempio con i lavoratori asiatici, rimarrà all'interno del circuito economico israeliano.
Un'occupazione che, quindi, pensa a costruirsi una maschera di facciata agli occhi stanchi ma attenti dei palestinesi e a quelli addormentati e facilmente corrompibili del mondo.

"L'arma più potente nelle mani dell'oppressore è la mente dell'oppresso" (S.Biko)

CONDIVISIONE E LAVORO


Il mese di Giugno è stato il mese di inizio estate. Con il caldo sono cambiati i ritmi delle colline, oramai di un colore che va dal giallo secco all'ambrato a seconda della luce del giorno e del momento della giornata.
Tutto è rallentato, i raccolti sono stati conclusi e per le colline echeggiano rumori di greggi affaticati dal caldo solo nel tardo pomeriggio. La vita quotidiana degli abitanti di queste terre a sud di Hebron segue il ritmo della stagione e noi con lei.
Nella prima parte del mese siamo stati impegnati in accompagnamenti giornalieri di alcuni maturandi che dal villaggio di Tuba dovevano raggiungere il villaggio di At-Tuwani per poi recarsi ad Al-Birkhe e sostenere gli esami.
Mese che ci ha visto partecipi, testimoni e sostenitori di un'azione commemorativa organizzata dal Comitato Popolare delle colline a sud di Hebron in ricordo di alcuni volontari internazionali che hanno perso la vita qui in Palestina. Un'azione che ha voluto ricordare quanto la lotta congiunta e condivisa tra palestinesi, israeliani ed internazionali sia importante per raggiungere, e riuscire a toccare e vivere un giorno, il grande sogno che ci accomuna: il sogno di una terra liberata dall'oppressore, il cui popolo possa condurre una vita libera e dignitosa senza soprusi e violenze, in cui l'aria che si respirerà sarà appesantita solo dai duri lavori nei campi e dal caldo delle lunghe giornate estive e nel quale l'unico vento che soffierà sarà un vento di libertà.

R-ESISTERE – TUTTO SEMBRA NORMALE..._

Sole, vento, polvere... il belare delle pecore, il rispondere dei pastori, in questa danza di richiami e suoni che echeggiano da una valle all'altra... sono le quattro e mezzo del pomeriggio, le nuvole scorrono accompagnate dal vento e creano giochi di luci ed ombre in movimento tra le valli e le colline circostanti. I richiami alla preghiera rimbalzano da un minareto all'altro, il vento scuote e sveglia gli alberi del boschetto dal quale arriva un canto che ammalia ed inganna, interrotto in sottofondo da rumori metallici, di escavatori e macchinari che incessantemente lavorano da giorni nascosti tra le fronde di quegli alberi...
Tutto sembra normale... (sono i lavori di espansione dell'avamposto).
Una ragazza si alza prestissimo questa mattina, agitata perché deve sostenere gli esami di maturità, con cura si prepara, chiude un paio di scarpe di ricambio in una busta di plastica, fa una telefonata: "stiamo partendo" e tendendo il libro tra le braccia insieme al fratello, preoccupata, si incammina verso il villaggio vicino...
Tutto sembra normale... (le scarpe che ha indosso sono quelle da ginnastica più comode per correre e scappare).
Una famiglia decide di andare in città per fare la spesa, comprare dolci e vestiti nuovi, la città si trova dall'altra parte della grande strada, al di là del cartello rosso, la macchina si ferma...
Tutto sembra normale... (i soldati di un checkpoint stanno controllando i loro documenti e perquisendo il bagagliaio della macchina).
Il telefono suona, qualcuno dall'altra parte ti da il buongiorno e ti chiede come stai...
Tutto sembra normale... (stanno consegnando ordini di demolizione nel villaggio vicino).