Marzo 2016

SITUAZIONE ATTUALE

L’ondata di violenza, iniziata ad ottobre del 2015, continua a scuotere la Palestina anche durante il mese di marzo.
Un grave episodio ha segnato questo periodo, accaduto tra l'altro nella città di Hebron, non lontano da dove Operazione Colomba mantiene la sua presenza.
Il 24 marzo, a seguito di uno scontro tra militari israeliani e giovani palestinesi, le cui cause sono ancora poco chiare (i soldati sostengono che i due palestinesi avrebbero tentato di attaccarli con un coltello; altri palestinesi dicono invece che i due non costituivano alcuna minaccia), un soldato israeliano è rimasto ferito, un palestinese è stato ucciso ed un altro ferito. Ciò che ha creato più scalpore sono le modalità che hanno portato alla morte anche del secondo palestinese: mentre giaceva ferito a terra lamentandosi per il dolore, uno dei soldati presenti, all'improvviso, ha caricato l'arma e gli ha sparato alla testa uccidendolo. Tutta la scena è stata ripresa di nascosto da un altro palestinese. Questo fatto ha aperto grandi dibattiti, soprattutto in Israele: come è possibile che un soldato decida di giustiziare un ferito che giace a terra, cosa contraria anche al suo codice di condotta? Come è possibile che gli altri militari con lui, dopo essersi fermati un istante, continuino indifferenti quello che stavano facendo? Come è possibile che un colono israeliano, appena accaduto il fatto, si avvicini al soldato che ha appena ammazzato una persona e gli stringa la mano? E che sempre lui, riceva una “pacca” sulla spalla da qualche suo commilitone? Questo rimane un caso isolato o in altre situazioni analoghe (poco chiare) potrebbero essere accadute cose simili? Per ora il militare rimane detenuto dentro la sua base di riferimento. Ma che conseguenze ci sarebbero state se nessuno avesse filmato l'accaduto?
Anche nelle colline a sud di Hebron gli episodi di violenza non sono mancati. All’inizio di marzo i coloni dell’avamposto illegale di Havat Ma’on hanno attaccato due volontari di Operazione Colomba e nella stessa giornata hanno poi lanciato pietre verso un pastore palestinese.
Durante la fine del mese, nei villaggi palestinesi di Jinba e di Al Tabban nella Firing Zone 918, l’ esercito israeliano ha demolito una casa e due ripari per animali, lasciando senza casa sei palestinesi, di cui quattro bambini.

CONDIVISIONE, LAVORO e NOVITA' SUI VOLONTARI

Nel mese di marzo i volontari di Operazione Colomba hanno svolto un'intensa attività di accompagnamento dei pastori, dovuta al clima particolarmente favorevole, ma anche alla tensione molto alta che si respirava nell'area. Inoltri molti palestinesi, accompagnati dai volontari, hanno iniziato i lavori di preparazione del raccolto sulle loro terre.
I volontari di Operazione Colomba hanno inoltre monitorato la pressante presenza delle forze armate israeliane nell’area. Una presenza che si è concretizzata in check points quasi giornalieri, arresti, pattugliamenti consistenti della zona e in tentativi di scacciare i pastori palestinesi dalle proprie terre.
In due occasioni l’esercito israeliano ha detenuto dei pastori palestinesi senza specifiche accuse, inoltre una di queste è avvenuta dopo che i soldati israeliani avevano sparato nella direzione di due pastori palestinesi con lo scopo di intimidirli. In tali situazioni i volontari sono stati accanto ai palestinesi, mantenendo il contatto con le loro famiglie e con i loro avvocati; cercando di parlare con i soldati stessi. In entrambi i casi i pastori palestinesi sono stati poi rilasciati.
In Palestina, lo sciopero degli insegnati è cessato e i bambini hanno iniziato a frequentare in modo regolare la scuola, nonostante ciò la scorta militare israeliana che accompagna i bambini di Tuba e Maghayr al Abeed è arrivata in ritardo più volte e molto spesso i bambini non sono stati scortati nel modo adeguato. In un'occasione la scorta è stata assente, costringendo così i bambini a percorrere la strada più lunga accompagnati dai volontari.
Per concludere le giornate con spensieratezza i volontari di Operazione Colomba, insieme ai ragazzi di Tuwani, si sono impegnati a giocare un torneo di pallavolo. A fine giornata la scuola è diventata un campo di gioco, un luogo in cui studenti, giovani lavoratori e volontari hanno potuto ridere e scherzare trasformando la tensione della giornata in gioia e condivisione.