Luglio 2016

SITUAZIONE ATTUALE

Luglio è il mese che segna la fine del Ramadan e l'inizio dei festeggiamenti, delle visite da parte dei palestinesi ai parenti che vivono distanti, il mese dei matrimoni. Purtroppo però è continuato a crescere il numero dei blocchi di diversi snodi stradali che collegano villaggi e città palestinesi della zona di Hebron, negando alla popolazione palestinese il diritto alla libertà di movimento, in un periodo tanto importante dell'anno. E' stata imposta dall'esercito israeliano una chiusura generale che intralcia pesantemente ai circa 400.000 residenti di questa regione l’accesso ai servizi e ai mezzi di sostentamento, come ospedali, lavoro, negozi e università. Le chiusure, come quelle messe in atto a Hebron, così come le demolizioni di abitazioni e la revoca generalizzata dei permessi per entrare in Israele penalizzano migliaia di palestinesi innocenti. Questi blocchi delle vie di comunicazione sono stati adottati in nome della sicurezza collettiva, in seguito all'uccisione di 6 civili israeliani in tre diversi attacchi avvenuti nel mese di giugno, e sono un esempio di violazione dei diritti umani che si è trasformata in una vera e propria punizione di massa.
Continuano gli scontri tra palestinesi e forze israeliane, infatti in Cisgiordania 50 palestinesi, tra cui 14 minori, sono stati feriti in questo mese. Quasi tutti i ferimenti sono riferibili ad operazioni di ricerca-arresto; il governatorato di Hebron in questo mese registra il più alto numero di operazioni e di arresti.
Il mese di luglio si conclude con un episodio tragico, la morte di un uomo palestinese sotto le macerie della sua stessa casa, demolita dalle forze israeliane. Il 27 luglio infatti, nella città di Surif a nord di Hebron, l'esercito israeliano ha lanciato 11 missili anti-tank contro la casa di Mohammed Al-Faqih, demolendola e uccidendo l'uomo. L'esercito israeliano ha giustificato l'uso di violenza sproporzionata affermando che il palestinese era sospettato di essere il responsabile della sparatoria avvenuta nei pressi della colonia israeliana di Otniel all'inizio del mese nella quale ha perso la vita il rabbino Michael Mark.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

In occasione della fine del Ramadan i volontari di Operazione Colomba hanno fatto visita alle varie famiglie del villaggio di At-Tuwani e hanno ascoltato e condiviso con loro le difficoltà che i blocchi stradali stanno causando. Proprio a causa di questi ultimi, in più occasioni i volontari si sono impegnati a stare al fianco dei palestinesi in azioni nonviolente di riapertura della strada principale e a monitorane la chiusura da parte dell'esercito israeliano.
Verso la fine del mese le forze israeliane hanno attuato nei confronti dei palestinesi una misura definibile come “abuso di potere”. Infatti l'esercito israeliano ha più volte sequestrato le chiavi delle automobili e i documenti identificativi dei palestinesi che passavano attraverso i campi a causa delle chiusure, obbligandoli così ad attendere per ore. In uno di questi episodi, dopo che le chiavi e i documenti erano stati sequestrati, la popolazione di At-Tuwani ha improvvisato una vera e propria dimostrazione nonviolenta, bloccando la strada, discutendo con i soldati, danzando e cantando affinché l'abuso che stava avvenendo non passasse inosservato.
I volontari di Operazione Colomba nel mese di luglio hanno dormito nei villaggi di Qawawis e Bir Al-Aid dove, a causa dei vari matrimoni, i giovani pastori erano rimasti soli e necessitavano di una presenza di accompagnamento per svolgere il loro lavoro quotidiano.
In questo mese i volontari sono anche usciti dai confini delle South Hebron Hills riprendendo i viaggi esplorativi e i primi accompagnamenti con i pastori di Burin, nella zona di Nablus, nel nord della Palestina, dove ancora una volta la popolazione civile è vittima di abusi e violazioni dei diritti umani da parte dell'esercito occupante e dei coloni israeliani.
Giovani palestinesi provenienti dai villaggi delle South Hebron Hills, a metà mese, si sono riuniti nella clinica del villaggio di At-Tuwani per partecipare al secondo workshop organizzato in collaborazione con l'organizzazione israeliana “Rabbis for Human Rights”. Alcuni membri dell'ONG israeliana “B'Tselem” hanno mostrato ai ragazzi come sfruttare al meglio videocamere e telefoni e trasformare tali mezzi in strumenti contro l'occupazione.
Inoltre, a inizio mese, sono arrivati i risultati del “tawjih”, l'esame finale nelle scuole superiori: ragazzi e ragazze di At-Tuwani e altri villaggi circostanti si sono diplomati, nonostante le numerose difficoltà nell'accesso all'istruzione. Infatti 3 tra i 6 diplomati di quest'anno, provengono dai villaggi di Tuba e Magayr Al Abeed: per 12 anni di scuola, ogni mattina, sono stati scortati dai soldati israeliani e dai volontari internazionali per proteggerli dagli attacchi dei coloni nel tragitto fino alla scuola di At-Tuwani.