Ottobre 2016

SITUAZIONE ATTUALE

Il mese di ottobre, caratterizzato da varie festività ebraiche, ha visto il susseguirsi di fatti di sangue, provocazioni e una repressione sempre più forte.
Ad inizio mese un attentato a Gerusalemme (ad una fermata dell’autobus), da parte di un palestinese, ha ucciso due persone israeliane.
Per tutto il mese, in diverse città dei Territori Occupati, l'esercito israeliano ha vietato l'accesso a strade ed intere aree: le forze militari si sono dislocate pesantemente intorno a colonie ed avamposti rendendo ancor più difficile la quotidianità dei palestinesi.

Infine, numerose sono state le provocazioni: alcuni ebrei ortodossi, ad esempio, hanno celebrato le proprie preghiere davanti la moschea di Al-Aqsa al contrario di quanto previsto dall'accordo firmato tra Israele e il governo giordano (dopo l'occupazione israeliana di Gerusalemme Est nel 1967) che permette la visita alla moschea da parte di ebrei e non musulmani ma proibisce le celebrazioni non musulmane.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Il 19 ottobre, dopo 20 giorni di stacco, due volontarie di Operazione Colomba sono ritornate sul campo. L'accoglienza da parte delle famiglie e degli altri attivisti è stata molto calorosa. Per fortuna nel periodo in cui Operazione Colomba non era presente non si sono segnalati particolari incidenti come riportato dagli stessi abitanti.
Nelle colline a Sud di Hebron ottobre è stato il mese delle olive: il raccolto è stato tranquillo soprattutto per l'elevata presenza di gruppi israeliani attivisti quali i Ta'ayush ed altri internazionali.
Soprattutto durante i week-end le famiglie sono state impegnate con la raccolta e non hanno avuto particolari problemi di attacchi da parte dei coloni, anche in quei luoghi dove fino all’anno scorso gli incidenti erano all'ordine del giorno.
Si sono verificati invece gravi problemi con la scorta militare che accompagna i bambini dai villaggi di Tuba e Maghayr al Abeed alla scuola di At-Tuwani. Spesso i ritardi dei soldati hanno portato i bambini ad aspettare per lungo tempo in posti rischiosi.
Il 27 ottobre, nel pomeriggio, la scorta militare si è fermata a metà del tragitto. Nell'attesa i soldati hanno cominciato a lanciare sassi in direzione della valle, quindi anche dei bambini, con delle fionde, armi usate di solito dai coloni. Questo ha fatto spaventare i bambini; per fortuna i volontari di Operazione erano presenti con un altro ragazzo palestinese e hanno ripreso la scena: video.
Grazie al video è stata aperta un’inchiesta interna all’esercito e la notizia si è diffusa su molti media, anche israeliani: Haaretz.
La strada che i palestinesi usano di solito per raggiungere Tuba, un altro villaggio della zona, non è più utilizzata per la presenza stabile di nuove costruzioni dei coloni. Questo fa sì che sia i volontari che i palestinesi debbano prendere una strada molto più lunga (circa un’ora di tempo in più) per spostarsi tra Tuwani e Tuba, visto il comportamento violento dei coloni che più volte hanno attaccato e rincorso chiunque provasse a percorrere quella strada. Ancora una volta la violenza dei coloni e la complicità dell'esercito israeliano negano un diritto fondamentale ai Palestinesi delle colline a sud di Hebron.