Dicembre 2016

SITUAZIONE ATTUALE

Il 23 Dicembre il Consiglio di Sicurezza dell'Onu con risoluzione 2334 ha riaffermato “l’inammissibilità dell’acquisizione di territori con la forza, riconfermando l’obbligo di Israele, potenza occupante, di attenersi scrupolosamente ai suoi obblighi legali ed alle sue responsabilità (...) condannando ogni misura intesa ad alterare la composizione demografica, le caratteristiche e lo status dei territori palestinesi occupati dal 1967, compresa Gerusalemme est, riguardante, tra gli altri: la costruzione ed espansione di colonie, il trasferimento di coloni israeliani, la confisca di terre, la demolizione di case e lo spostamento di civili palestinesi, in violazione delle leggi umanitarie internazionali e importanti risoluzioni”. Questa recente decisione si scontra con la realtà di un mese caratterizzato dal perpetrarsi degli abusi da parte delle forze armate israeliane nelle colline a sud di Hebron. Sono continuati i raid e le detenzioni di palestinesi (secondo l'associazione palestinese non governativa Addameer il 40 per cento degli uomini palestinesi sono stati detenuti almeno una volta nella loro vita), le consegne di ordini di demolizioni, le demolizioni di strutture palestinesi e le confische. Come il 6 dicembre, quando le forze israeliane hanno confiscato pannelli solari e distrutto l'impianto elettrico a Susya, lasciando metà villaggio senza elettricità; e il 13 Dicembre, giorno in cui le forze israeliane hanno sequestrato un caravan fornito da un'associazione umanitaria alla comunità del villaggio di Al-Mirkez, utilizzato come centro di prima assistenza medica.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Dopo una lunga e trepidante attesa finalmente a Dicembre è arrivata la pioggia e con essa è potuta iniziare la semina. Gli abitanti di At-Tuwani e dei villaggi limitrofi hanno passato molte ore a seminare e ad arare i terreni, chi con i trattori, chi con i muli, ed i volontari di Operazione Colomba li hanno accompagnati. Tuttavia purtroppo anche attività apparentemente semplici come queste nelle colline a sud di Hebron possono diventare rischiose. Per esempio il 27 Dicembre alcuni contadini del villaggio palestinese di Umm Al Kheir hanno dovuto abbandonare la semina della loro terra, perché un colono, proveniente dalla colonia di Carmel, ha provato a rubare loro l'asino. La polizia israeliana, intervenuta poco dopo, si è limitata a parlare con il colono, senza prendere provvedimento alcuno contro di lui e senza tutelare dunque il diritto fondamentale dei palestinesi di poter disporre liberamente della propria terra.
Anche sul versante dell'attività di monitoraggio dello school patrol, i volontari di Operazione Colomba hanno registrato molte negligenze da parte delle forze dell'ordine israeliane. I soldati, noncuranti del diritto all'educazione dei bimbi e delle condizioni climatiche esterne, con i loro vari ritardi hanno obbligato i bambini di Tuba ad aspettare al freddo ed in posti pericolosi, vicino alla colonia di Ma’on e all’avamposto illegale di Havat Ma’on. Oltre ai ritardi accumulati, il 6 Dicembre i soldati si sono rifiutati di scortare uno studente universitario palestinese che doveva far ritorno a Tuba da At-Tuwani, senza fornire valide motivazioni. Solo dopo la pressione esercitata dai volontari di Operazione Colomba e dagli avvocati, i soldati hanno accettato di scortare il ragazzo. Il 21 Dicembre invece, mentre i bambini di Tuba stavano aspettando i soldati da più di mezz'ora, i volontari di Operazione Colomba non hanno potuto monitorare come al solito il percorso dei bambini, a causa di un gruppo di coloni che li ha raggiunti sul punto di vedetta e che li ha obbligati ad allontanarsi. I volontari stanno notando una sempre maggiore presenza di coloni nell'area antistante l'avamposto illegale di Havat Ma-on, fatto che limita la libertà di circolazione dei palestinesi, nonché a volte anche l'attività dei volontari stessi.
Per quanto riguarda le festività natalizie, i volontari sono riusciti a passare tutti insieme il giorno della vigilia di Natale, ma già il giorno dopo gli avvenimenti hanno ricordato loro che non esistono giorni di festa per l'occupazione israeliana. Il 25 Dicembre infatti nei villaggi palestinesi di Tabban e al Majaz, all'interno della "Firing Zone 918", sono stati consegnati 20 "stop working orders" e un ordine di demolizione. Questo significa che 133 palestinesi, 65 dei quali bambini, rischiano di rimanere senza casa. I volontari hanno visitato le famiglie coinvolte.