Marzo 2017

SITUAZIONE ATTUALE

Nel mese di marzo abbiamo dato un benvenuto e un arrivederci all’ufficializzazione del report ONU Israeli Practices towards the Palestinian People and the Question of Apartheid, nel quale era stato condannato il comportamento israeliano a danno dei Palestinesi, chiaramente identificato come regime di apartheid in tutte le sue implicazioni, economiche, razziali e politiche.

In seguito a pressioni esercitate sull’agenzia ESCWA, per la quale era uscito il documento, l’ONU ha fatto un passo indietro ritrattando e ritirando il Report, una decisione che ha portato il capo dell’agenzia a dimettersi perché in aperto dissenso con questa scelta.
Il mese si è chiuso con un’ulteriore notizia preoccupante: l’autorizzazione da parte del governo israeliano alla creazione di una nuova colonia in Cisgiordania, nella valle di Silo, quasi a risarcimento dello sgombero dell’avamposto illegale di Amona; era da più di venti anni che in sede alla Knesset non veniva presa una decisione del genere, ma è indicativo ed in preoccupante tendenza con le politiche di questi ultimi tempi: basti pensare che nello scorso anno, secondo dati ufficiali israeliani, le costruzioni israeliane nei Territori Occupati sono state incrementate del 40%.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Con l’arrivo della primavera la pastorizia nei territori delle colline a sud di Hebron si è intensificata e con essa l’esposizione dei pastori che portano al pascolo le greggi sulle proprie terre in prossimità delle colonie israeliane. Numerose sono state le aggressioni registrate dai volontari di Operazione Colomba: atti violenti da parte dei coloni volti a impedire che i palestinesi praticassero la loro attività quotidiana.
La rabbia e l’intolleranza hanno talvolta anche preso di mira i volontari internazionali, invitati ad andarsene o insultati dagli israeliani infastiditi dalla loro presenza. Stesso atteggiamento intimidatorio hanno tenuto alcuni militari israeliani che in diverse occasioni hanno fotografato con smartphone personali i passaporti dei volontari strappandoglieli di mano.
Nel mese di marzo si sono verificati numerosi ritardi nello School Patrol, con il conseguente intervento dei volontari di Operazione Colomba che hanno cercato di sollecitare maggiore puntualità e un comportamento corretto da parte della scorta militare: l’inadempienza dei soldati israeliani ha fatto sì che i bambini siano stati spaventati dalla presenza di coloni sulla strada lungo la quale dovrebbero camminare in sicurezza e scortati.  
Sono da ricordare invece, come momenti importanti, la giornata del primo marzo, durante la quale sotto l’egida dell’UE e la rappresentanza di Francesca Pessina, è stato organizzato un training legale per mettere a conoscenza gli abitanti dei villaggi di At-Tuwani, Mufagra e Tuba dei loro Diritti. Di rilievo è stata anche l’azione nonviolenta organizzata dalle donne, congiuntamente agli allievi della scuola di At-Tuwani, sulla collina di Khelly, proprio di fronte alle ultime case della colonia di Ma’On: alla cucina delle donne del paese si è unita l’allegria dei bambini che hanno fatto volare aquiloni sulle nostre teste.
Infine vogliamo accennare alla riunione tra Kiffah, una donna del villaggio particolarmente attiva e responsabile della Cooperativa femminile del paese, e diversi attivisti internazionali e israeliani per gettare le basi di un nuovo training sulla nonviolenza dedicato esclusivamente agli shabab, i ragazzi; l’attenzione è rivolta ai giovani della zona, in prima linea in molte delle azioni e anche per questo esposti maggiormente alla reazione delle forze armate israeliane.

VIAGGI ESPLORATIVI
Continuano i viaggi esplorativi nei Territori Occupati: i volontari, insieme al coordinatore del South Hebron Hills Popular Commitee, hanno trascorso due giorni in Jordan Valley per valutare la necessità di iniziare un’attività di protection anche per i pastori di quell'area.
Le comunità locali si sono dimostrate sensibili, attente e interessate alle modalità di lotta congiunta e nonviolenta delle quali è portavoce il Comitato Popolare.
Le realtà con le quali siamo venuti in contatto sono eterogenee, ma gli abitanti di questi villaggi vivono di attività del tutto simili a quelle delle colline a sud di Hebron: principalmente pastorizia.
Anche se non sono stati fatti accompagnamenti, la possibilità di incontrare e parlare con i pastori e la mediazione di esponenti locali del Comitato hanno permesso di comprendere le criticità del luogo: stretti tra “antichi” e nuovissimi insediamenti i palestinesi della Jordan Valley sono soggetti quotidianamente ad attacchi da parte dei coloni durante la pastorizia.
La strategia di controllo e ampliamento israeliano, anche su questi territori, si esercita a partire dal tentativo di rendere impossibile l’accesso ai pascoli dichiarando vaste aree interdette ai palestinesi perché adibite ad aree di esercitazione militare o riserve naturali.