Maggio 2017

SITUAZIONE ATTUALE

A maggio, il contesto generale dell'occupazione e dei suoi effetti sulla popolazione palestinese non è certo migliorato: l'evento più significativo è stato lo sciopero della fame dei prigionieri politici palestinesi, promosso da Marwan Barghouti, (condannato a cinque ergastoli), per chiedere condizioni di detenzione meno disumane, in particolare la possibilità di ricevere le visite dai parenti, non solo una volta al mese, e la possibilità di studiare. Sono stati 1500 i palestinesi incarcerati nelle prigioni israeliane ad aderire alla protesta per ben 40 giorni.

Lo "Sciopero della Libertà e della Dignità", iniziato il 17 aprile, è cessato proprio alla vigilia dell'inizio del mese di Ramadan, il 26 maggio, dopo ore di intense trattative tra gli scioperanti, le Autorità carcerarie e la Croce Rossa. Il sostegno ai prigionieri è stato alto in tutta la Palestina ed è culminato in uno sciopero generale lunedì 22 maggio che ha coinvolto anche la scuola di At-Tuwani, mentre a Ramallah per tutto il periodo è stata allestita una tenda di "presidio permanente" e di solidarietà, punto di incontro e di aggiornamento in tempo reale sulle condizioni dei prigionieri.
Un altro fatto che ha coinvolto direttamente le popolazioni delle South Hebron Hills è stata la costruzione del Sumud Camp, cioè il campo della resistenza (a poche centinaia di metri da At-Tuwani e molto vicino all'avamposto di Havat Ma'on) da parte di attivisti israeliani, palestinesi e internazionali. Il 19 maggio, almeno 200 persone hanno iniziato a montare tende e a ripulire una grotta, in cui abitava una famiglia che nel 1999 era stata costretta a lasciarla per le continue minacce e aggressioni dei coloni dell'avamposto. Fin dal primo giorno, il campo è stato tenuto sotto controllo dalla polizia, e dai soldati israeliani; ma anche i coloni non sono mancati all'appuntamento: alcuni gruppetti di giovani degli avamposti di Havat Ma'on e di Avigayil sono passati nelle vicinanze fino a spingersi all'interno del campo, come è stato documentato dai volontari di Operazione Colomba. Poi, la notte di sabato 20, c'è stata una prima demolizione e confisca delle tende da parte delle forze militari israeliane. Ma gli attivisti hanno rimontato due tende più vicino alla grotta e hanno continuato la loro forma di resistenza. Il 25 l'esercito ha di nuovo fatto irruzione nel campo, confiscando materiale da costruzione e aggredendo alcuni attivisti. L'ultimo atto si è svolto il 29 maggio quando, verso mezzogiorno, l'esercito è arrivato addirittura con una ruspa e ha distrutto e confiscato tutto quello che era stato fatto e portato in questi giorni. L'immagine più involontariamente comica è quella della ruspa ricoperta dai materassi usati dagli attivisti per sedersi di giorno e dormire di notte. E comunque, già dopo poche ore, gli abitanti del campo hanno ricominciato a ricostruire Sarura.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Questo è stato l'ultimo mese di scuola e quindi anche dello school patrol per i bambini e le ragazze di Tuba e Maghayr al Abeed. Come al solito, i volontari di Operazione Colomba hanno dovuto registrare ritardi anche di un'ora e mezza da parte della scorta e le telefonate alla base e agli avvocati sono state numerosissime. Soprattutto con l'inizio del Ramadan, quando i palestinesi digiunano per tutto il giorno, la situazione si è fatta più critica: aspettare al caldo una jeep che non appare, senza poter né mangiare, né bere un sorso d'acqua, mette a rischio la pazienza di tutti e tutte.
Per fortuna, sono successi anche degli eventi positivi; in particolare, le donne del villaggio, con la collaborazione dei volontari di O. C., hanno organizzato una festa della scuola, dove sono stati consegnati dei regali ai bambini e alle ragazze di Tuba.Inoltre le donne della cooperativa, sempre grazie al supporto dei volontari, hanno organizzato un corso di aggiornamento di due giorni sulla salute e la violenza domestica che ha coinvolto una quindicina di donne di At-Tuwani e dei villaggi vicini. Il corso ha avuto molto successo, tanto che si è pensato di farne un altro rivolto alle ragazze giovani.
Un'altra attività sul campo di Operazione Colomba, soprattutto nel periodo estivo, è quella del ricevimento di delegazioni italiane e straniere che anche in questo mese non sono mancate.
Inoltre, per aiutare a far capire a un mondo abbastanza distratto cosa vuol dire vivere sotto occupazione, in questo periodo due leader della resistenza popolare nonviolenta delle colline a sud di Hebron sono andati in Italia e sono stati accolti in molte città da istituzioni locali, realtà culturali e politiche. Le testimonianze, preparate nei minimi particolari, anche con la collaborazione di altre realtà associative, hanno raccolto molto pubblico.
Per quel che riguarda la vita dei volontari a At-Tuwani, oltre alle consuete visite alle famiglie del villaggio, ci sono state diverse cene a base di pizza organizzate dalle volontarie, ma anche inviti nelle case palestinesi per un tè o per una cena. Anche il campo di Sarura è stato un bel momento di condivisione, perché le donne del villaggio si sono date parecchio da fare per rifornire di cibo gli attivisti. Non basta: un giorno si sono organizzate per cuocere sul posto il pane che hanno poi distribuito a tutti i presenti con olio e zatar in abbondanza: una festa degli occhi e del gusto.