Giugno 2017

SITUAZIONE ATTUALE

L'occupazione israeliana non dorme mai, nemmeno durante il mese di Ramadan. Giugno, infatti, ha visto il susseguirsi di sfide che hanno messo a dura prova la tenacia dei palestinesi, che seppur a stomaco vuoto, hanno continuato a mantenere forte il legame con la propria terra. I volontari di Operazione Colomba hanno supportato le azioni nonviolente dei Palestinesi e risposto alle emergenze che si sono verificate nelle colline a sud di Hebron.

Più nello specifico, hanno intensificato la loro presenza nella valle di Wadi Sued, terra privata palestinese tra la colonia di Susya e l'avamposto illegale di Mitzpe Yair, dove più volte i coloni hanno cercato di impedire ai pastori palestinesi del villaggio di Qawawis di accedere alle proprie terre.
Così come i coloni, anche l'esercito israeliano non si è risparmiato nel diminuire la libertà di movimento dei palestinesi: esemplificativo di ciò è stato un checkpoint in cui due pattuglie di soldati hanno fermato una macchina lungo la strada che conduce al villaggio palestinese di Al- Mufaqarah. Quando le volontarie di Operazione Colomba sono accorse sul posto i due giovani proprietari del veicolo erano già stati ammanettati.
Per quanto riguarda la resistenza nonviolenta palestinese, è continuato anche durante il mese di Giugno il Sumud Camp nel villaggio di Sarura. Attivisti israeliani, palestinesi ed internazionali continuano con  la ricostruzione del villaggio abbandonato.
Grandi protagonisti di quest'azione sono soprattutto i giovani di At-Tuwani, Al Mufaqarah, Tuba e Umm al Kheir che notte e giorno hanno lavorato per ricostruire la strada che da At-Tuwani conduce a Sarura e ad Al Mufaqarah e alle grotte che, presto, saranno nuovamente abitabili.
Operazione Colomba anche in queste mese è stata al loro fianco trascorrendo le giornate, le serate e le notti, presidiando il villaggio.
Gli abitanti di At-Tuwani hanno insegnato, ancora una volta e sotto altre spoglie, la perseveranza di cui sono dotati: il digiuno del Ramadan impone un grande sforzo mentale e presuppone un autocontrollo e una disciplina indispensabili per vivere sotto occupazione con spirito nonviolento.
Tali doti sono da ammirarsi soprattutto in luce all'imperterrita crescita del numero di colonie in Cisgiordania che ad oggi ammonta a 196. Il 20  è stata messa la prima pietra per la costruzione della nuova colonia di Amichai, nata per "dare giustizia" e nuova casa ai coloni evacuati dall'avamposto di Amona. Infatti, dopo anni di battaglie legali, l'avamposto era stato demolito lo scorso febbraio in quanto costruito su terra privata palestinese.
Fortunatamente però, At-Tuwani, come molti altri villaggi palestinesi, esiste e resiste: esiste anche quando le sue genti sembrano assopite dal digiuno, e resiste all'occupazione progettando le azioni e programmando gli eventi che scandiranno i prossimi mesi.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

A Giugno il numero di volontari di Operazione Colomba in terra palestinese si è ridotto notevolmente, lasciandone in loco solo due; ma come si dice "chiusa una porta, si apre un portone". E, infatti, il nostro esiguo numero ci ha permesso di avere maggiore accesso ai contesti familiari, di allacciare e riallacciare i rapporti con le ragazze, i bambini e le donne di At-Tuwani. A prova di ciò basti dire che le famiglie del villaggio hanno aperto braccia, cuore e cucina alle due colombe nutrendole a suon di Maglubeh, insalatine sfiziose e Qatayef per tutte le cene del mese di Ramadan.
Tanto di guadagnato perché è stato un vero piacere vedere il loro spirito irrobustirsi di giorno in giorno e il loro viso riprendere vigore e passare, dopo il primo boccone di cibo, dal bianco pallido  al rosso vivo per la foga con cui mangiavano.
Insomma, in tempo di Ramadan, siamo state trascinate nella fitta rete di relazioni che rende At- Tuwani più che un villaggio, una comunità. Come noi, anche gli "ajaneb" (internazionali) e gli israeliani attivi per la ricostruzione del villaggio di Sarura sono stati inghiottiti dal desiderio di scoprire le dinamiche e le usanze palestinesi; così, ben capendo che le custodi dei segreti di questa cultura, nonché le artefici della lotta nonviolenta, sono soprattutto le donne del villaggio, una serie di momenti di condivisione sono stati oggetto di arricchimento per tutti coloro che hanno a cuore la causa palestinese.