Febbraio 2018

SITUAZIONE ATTUALE

Febbraio è un mese nel quale il sole continua a splendere anche se accompagnato ancora da qualche giorno di pioggia e vento, che permettono ai raccolti di divenire sempre più abbondanti.
Inizia anche la raccolta del Kaub, un’erba utilizzata nella cucina palestinese, che insieme all’incessante pastorizia, ripopola le colline di pastori e ragazzi.
Tutto ciò però viene reso difficile dagli attacchi dei coloni e dalla sempre più pressante presenza dell’esercito israeliano che tramite dichiarazioni di “Close military zone” (aree militari chiuse in cui viene negato ogni accesso) e arresti, allontana i Palestinesi dalle proprie terre.
La costante occupazione militare del territorio si palesa anche tramite i numerosi check-point e raid notturni che durante il mese divengono frequenti.
La risposta arriva anche da parte dei ragazzi del Sumud Camp di Sarura i quali persistono nel far rivivere il villaggio e iniziano anche ad aprirsi in direzione di altri villaggi, per portare sostegno e solidarietà nei momenti più difficili. Anche questo è il Sumud, questa è la resistenza.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Con l’arrivo del nuovo mese la pastorizia si intensifica notevolmente grazie alle molteplici giornate di sole e l’importanza di un buon numero di volontari si palesa necessario per riuscire a coprire in modo continuativo più villaggi, in quanto la presenza militare diviene giorno dopo giorno più pressante e incisiva nella quotidianità dei Palestinesi.
Quotidianità che viene violata anche attraverso raid notturni, nei quali i volontari sono riusciti ad essere presenti per documentare e dare supporto alle vittime, nonostante ciò gli sia stato continuamente reso difficile dalle forze armate.
Febbraio è anche mese di azioni nonviolente, infatti ne vengono organizzate molteplici in una collaborazione tra Ta’ayush, gruppo di attivisti per la pace israeliani, i ragazzi del Sumud Camp, i pastori della zona e i volontari di Operazione Colomba; azioni mirate alla riappropriazione e al riutilizzo, passo dopo passo, di pezzi di terra e strade prese o usate dai coloni israeliani.
Tutto però ha delle conseguenze: a causa di queste azioni la polizia e i soldati compiono un raid in pieno giorno, durante le lezioni, nella scuola di At-Tuwani alla ricerca dei ragazzi che avevano partecipato alle azioni e cercando informazioni sui volontari internazionali coinvolti. Durante il raid i volontari di Operazione Colomba sono stati perennemente presenti cercando di entrare nella scuola per monitorare che non vi fosse compiuta nessuna violenza sui bambini e per star loro accanto. Nonostante questo sia stato loro proibito in maniera violenta, i volontari sono rimasti sul posto fino alla conclusione dell’evento.
L’occupazione ha svariate facce, e una di questa emerge con l’arrivo dell’assenso dell’Alta Corte israeliana alla demolizione di sette strutture nel villaggio di Susiya. A seguito di questa notizia i volontari, a turno, hanno iniziato a dormire e a fare vedette nel villaggio, per monitorare ed essere con i Palestinesi nel momento in cui sarebbero arrivate le ruspe.
Ad oggi le demolizioni non sono ancora state eseguite, per questo i volontari stanno continuando a coprire le notti a Susiya.
Persiste anche il lavoro in Jordan Valley, esperienza che sta divenendo continuativa, nella quale i volontari sono entrati in contatto con una nuova realtà, dove la lotta dei Palestinesi è la medesima: rimanere e vivere sulle proprie terre, nonostante le esercitazioni militari, le Close military zone e nonostante gli attacchi dei coloni.
Il mese di Febbraio è stato un mese molto vivo, nel quale “cooperazione” e “riappropriazione” sono state le protagoniste; protagoniste di una lotta nonviolenta che continua e resiste.