Settembre 2018

SITUAZIONE ATTUALE

La situazione a Gaza non accenna a migliorare: l’esercito israeliano ha continuato a usare la forza contro i civili palestinesi che partecipano a manifestazioni pacifiche lungo la zona orientale e settentrionale. Il 28 settembre sette Palestinesi (tra cui due bambini) sono stati uccisi dai cecchini israeliani; il numero più alto dal 14 maggio 2018, quando in un solo giorno sono stati uccisi 42 Palestinesi.
Nel mese di settembre in Cisgiordania l’attenzione è ruotata intorno al villaggio beduino di Khan al Ahmar, Gerusalemme est. Khan al Ahmar è uno dei 45 villaggi sotto costante minaccia di demolizione a favore di un progetto di insediamento israeliano, che mira a collegare la colonia di Ma’al Adumin e Kfar Adumin. L’obiettivo del progetto è quello di completare una mezzaluna di colonie attorno a Gerusalemme Est, dividendo ulteriormente la Cisgiordania in due.

La Corte Suprema israeliana ha respinto, mercoledì 5 settembre, una petizione presentata dalle famiglie di Khan al Ahmar contro la demolizione del loro villaggio. La notte del 12 settembre le forze israeliane hanno portato a termine le operazioni di demolizioni dei 5 container che, alcuni giorni prima, attivisti palestinesi e internazionali avevano costruito. Il 23 Settembre le Autorità israeliane hanno consegnato un ordine di “autodemolizione”, dando cioè otto giorni agli abitanti per demolire le proprie case e lasciare il villaggio.
La presenza di attivisti palestinesi, israeliani e internazionali che presidiano il villaggio è continuata per tutto il mese di Settembre per mostrare supporto e solidarietà. Anche i volontari di Operazione Colomba, insieme ad attivisti israeliani per i Diritti Umani e ai ragazzi e ragazze di Youth of Sumud, si sono recati spesso a Khan al Ahmar per dare il proprio supporto.
La preoccupazione per il destino di Khan al Ahmar arriva anche ai Governi europei: Italia, Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna hanno presentato martedì 11 settembre un appello: “Ci uniamo all’Alto Rappresentante e vice Presidente Mogherini nel ribadire il nostro sollecito al Governo israeliano perché non proceda con il piano di radere al suolo il villaggio – compresa la scuola – e di cacciarne gli abitanti”, scrivono i Paesi in una nota congiunta. "Le conseguenze che la demolizione e lo sfollamento avrebbero sugli abitanti della comunità, bambini compresi, sarebbero molto gravi”.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Settembre ha visto un’intensificazione della presenza militare e soprattutto della violenza dei coloni, anche in concomitanza con le numerose festività ebraiche del mese.
Il mese si è aperto con una doppia demolizione.
Nella notte del 2 Settembre, alle 4 di mattina, l’esercito israeliano e bulldozer hanno raggiunto il villaggio di Qawawis per demolire una casa senza possedere nessun ordine di demolizione, per poi dirigersi nel villaggio di Az Zuweidin per demolire altre due strutture.
Dirompente purtroppo è stata la violenza dei coloni israeliani su proprietà e persone: complessivamente sono stati rotti 23 ulivi in una valle vicino At-Tuwani proprio poco prima dell’inizio della raccolta delle olive, circa alla metà di Ottobre.
Numerosi sono stati anche gli attacchi al villaggio da parte dei coloni di Havat Ma’on.
Una giornata particolarmente pesante è stata quella dell’8 Settembre che ha visto la rottura di 9 ulivi, un attacco a delle donne palestinesi del villaggio di Tuwani e poco dopo un attacco ad un pastore (sempre da parte dei coloni israeliani) nella parte opposta del villaggio.
Con il mese di Settembre è iniziata anche la scuola e con questa lo school patrol, una delle attività principali dei volontari di Operazione Colomba.
Purtroppo è successo un episodio molto grave: una mattina in cui non si è presentato l’esercito per la scorta, un colono ha cercato di fermare i bambini palestinesi mentre andavano a scuola, bloccando loro la strada con la macchina. Le colombe presenti, sconcertate dalla violenza che emergeva dagli occhi e dalle parole urlate contro i bambini, hanno protetto gli scolari e aspettato che finalmente intervenissero i soldati: Video / Articolo Amira Hass.
Il 25 Settembre, invece, l’esercito israeliano ha chiuso tutte le strade verso Yatta (la città palestinese di riferimento della zona), per consentire a pullman pieni di coloni di raggiungere alcune piscine, che secondo la tradizione sorgono dove un tempo si ergeva un vecchio tempio ebraico. I militari hanno perquisito tutti i palestinesi, donne adulti e bambini, che entravano nell’area lasciando invece passare diversi coloni armati.
Nonostante le strutture dell’occupazione non abbiano dato alcun segno di indebolimento, la resistenza popolare nonviolenta delle South Hebron Hills continua.
Significativa in questo senso è stata la giornata del 21 settembre, quando due coloni dell’avamposto di Avigayl hanno raggiunto il villaggio di Sarura, invadendone la proprietà, scortati da militari israeliani: ragazzi e ragazze, donne e uomini, bambini e anziani dei villaggi vicini hanno raggiunto i ragazzi di “Youth of Sumud” (che continuano a presidiare le grotte di Sarura) protestando con mezzi pacifici. L’azione, che ha visto l’arrivo di polizia e altri militari israeliani, si è conclusa senza nessun arresto, nonostante la volontà delle forze israeliane.
Nelle prime due settimane di Settembre la presenza delle colombe in Jordan Valley si è concentrata maggiormente in visite e supporto alle famiglie palestinesi preoccupate per la violenza dei coloni che, in questo momento dell’anno, potrebbe portare anche a grave danni per le greggi.