Ottobre 2019

SITUAZIONE ATTUALE

Nel mese di ottobre a Gaza sono continuate le manifestazioni della Grande Marcia del Ritorno, che ormai da più di un anno si tengono ogni venerdì lungo il confine con Israele. È salito il numero di feriti tra adulti e minori palestinesi: 335 dall’inizio delle proteste, di cui 168 bambini. Durante il mese si è assistito anche ad un aumento delle tensioni tra Gaza e Israele, con diversi razzi diretti verso località israeliane e dall’altra parte bombardamenti su obiettivi legati ad Hamas.
In Cisgiordania, il 18 ottobre, un palestinese di 25 anni è stato ucciso dalle forze di difesa israeliane al checkpoint di Jubara (Tulkarm). Le fonti israeliane giustificano l’accaduto come una risposta ad un tentato accoltellamento, mentre le organizzazioni di difesa dei Diritti Umani riportano che i soldati hanno aperto il fuoco quando il palestinese non si è fermato dinnanzi agli ordini dei militari.

Nel 2019 c’è stato un incremento del 35% rispetto al 2018 delle demolizioni di proprietà palestinesi in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est. Solo qui, infatti, sono state demolite 140 strutture, con il risultato che 238 palestinesi sono rimasti senza casa. Questo trend va di pari passo con l’aumento registrato dalla ONG israeliana Peace Now dell’approvazione della costruzione di 8.337 nuove case all’interno delle colonie israeliane. A tal proposito, il 26 ottobre si è tenuta un’azione di protesta contro l’espansione di colonie e avamposti nei pressi della colonia di Mehola, nel nord della Valle del Giordano. Erano coinvolti giornalisti e attivisti palestinesi, israeliani e internazionali, molti dei quali sono stati poi detenuti o arrestati dalle forze di difesa israeliane. Tale azione è stata la conclusione di una conferenza di due giorni tenutasi ad Al-Far’ah, un campo rifugiati situato nella Valle del Giordano ed organizzata dalla rete di Comitati Popolari di resistenza nonviolenta. Con l’inizio della raccolta delle olive è aumentata la violenza fisica e verbale dei coloni nei confronti dei contadini palestinesi. I ripetuti attacchi nelle aree di Nablus, Betlemme, Salfit e Ramallah hanno portato al danneggiamento di 1.085 alberi di ulivo, con il conseguente impoverimento economico per le famiglie.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Ad At-Tuwani l’attività di monitoraggio dello school patrol ha evidenziato diverse mancanze da parte della scorta militare israeliana che accompagna i bambini dei villaggi di Tuba e Maghayir Al-Abeed. In particolare, in aggiuna ai diversi ritardi registrati, in alcune occasioni la scorta non ha accompagnato gli studenti per tutto il percorso o non si è proprio presentata.
Durante la stagione di raccolta delle olive i volontari di Operazione Colomba hanno incrementato la presenza nelle aree coinvolte da questa attività, registrando diverse violenze da parte dei coloni nei confronti delle famiglie palestinesi.
Nel distretto di Yatta, nel villaggio di Al-Mufaqarah, i coloni dell’avamposto illegale di Avigayil hanno rubato olive e tagliato alberi di ulivo di proprietà di contadini palestinesi.
Per quel che riguarda la raccolta al nord della Cisgiordania, nell’area di Salfit, nei pressi della colonia di Bruchin, dei giovani coloni hanno aggredito verbalmente la famiglia palestinese nonché i volontari presenti; il proprietario della terra è anche stato attaccato fisicamente nonostante la presenza dell’esercito. Il 19 ottobre a Burin, nell’area di Nablus, i coloni israeliani dell’avamposto illegale di Givat Ronin hanno violentemente attaccato i contadini palestinesi, i volontari e gli internazionali mentre raccoglievano le olive. I coloni hanno rubato olive appena raccolte e aggredito con pietre e armi da fuoco. Tre palestinesi sono rimasti feriti.
Sono continuati i momenti di condivisione dei volontari con le famiglie e gli attivisti palestinesi. I viaggi esplorativi effettuati a nord della Cisgiordania hanno permesso di conoscere e approfondire nuove realtà di resistenza nonviolenta.