Dicembre 2019

SITUAZIONE ATTUALE

Il mese di dicembre è stato caratterizzato da un’importante notizia che accende una flebile speranza per Gaza e i territori occupati palestinesi: la corte penale internazionale, nella figura della procuratrice Fatou Bensouda, ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per i crimini di guerra commessi in Palestina.
Ma se dall’alto sembra muoversi qualcosa, dal basso invece la situazione è sempre la stessa.
Nella zona di Tulkarm, in Cisgiordania, le forze israeliane hanno fatto fuoco ferendo gravemente 6 palestinesi e hanno aggredito altre 2 persone che tentavano di valicare la barriera per poter raggiungere il posto di lavoro.

I danni registrati in questo mese sono molti: il più eclatante è senza dubbio quello avvenuto nella zona est di Nablus dove più di 2.300 alberi sono stati sradicati all’interno di un area ricreativa frequentata da almeno 14.000 famiglie residenti nelle città circostanti; mentre a Salfit 80 palestinesi hanno perso per sempre il diritto alla terra collocata dietro il muro di separazione israeliano, a causa del modo approssimativo con cui venivano gestiti gli orari di apertura del cancello. Non solo le forze armate ma anche gli abitanti degli avamposti illegali nei territori occupati hanno mostrato la loro violenza: 3 donne palestinesi sono state aggredite con spray al peperoncino dai coloni dell’avamposto di Abei Hanahal, ad est di Hebron.
La politica interna israeliana è stata contraddistinta dai falliti colloqui per un Governo di unità nazionale tra i due principali partiti (Likud, del primo Ministro Benjamin Netanyahu, e Blu e Bianco, guidato dal centrista Benny Gantz), fissando quindi nel 2 Marzo la data delle prossime elezioni.
Il 26 dicembre si sono quindi tenute le primarie del Likud, vinte da Netanyahu con il 72% dei voti, sconfiggendo il suo avversario Gideon Saar. Uno dei punti principali di entrambe le campagne elettorali è stato il futuro degli insediamenti ebraici in Cisgiordania. Netanyahu ha inoltre garantito il sostegno degli Stati Uniti per il riconoscimento della sovranità israeliana nella Valle del Giordano e in altri insediamenti ebraici nella West Bank. Lo stesso 26 dicembre Netanyahu ha dovuto bloccare per qualche minuto il raduno del Likud ad Ashkelon a causa di un missile sparato da Gaza diretto verso quell’area, missile poi fermato dal sistema di difesa aereo israeliano.
In reazione, l'aviazione israeliana ha colpito obiettivi di Hamas. I due principali rivali politici di Netanyahu (Benny Gantz, del partito Blu e Bianco, ed Avigdor Lieberman, di Israel Beitenu) hanno colto al balzo l'occasione per criticare la politica di Netanyahu verso Hamas, colpevole, a loro parere di aver eroso il deterrente militare di Israele.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Il mese di dicembre ha portato l’arrivo della stagione invernale, con l’abbassamento delle temperature e le prime piogge, fondamentali per la crescita della vegetazione e per la pastorizia.
L’attività di monitoraggio dello School Patrol per i bambini provenienti dal villaggio di Tuba e Maghayir Al Abeed diretti alla scuola di At-Tuwani, procede regolarmente, nonostante alcuni ritardi della scorta militare israeliana.
Continua anche l’accoglienza di delegazioni in visita ai luoghi della resistenza nonviolenta palestinese e le attività di accompagnamento ai pastori palestinesi.
Il 22 dicembre un colono dell’avamposto illegale di Havat Ma’on ha iniziato ad arara terra palestinese nella valle di Umm Zeitouna, per potersene appropriare. Visto l’arrivo sul posto di attivisti palestinesi e di volontari di Operazione Colomba, il colono ha chiamato le forze armate israeliane, che hanno quindi detenuto temporaneamente i documenti di 2 attivisti palestinesi. Il colono ha potuto quindi continuare indisturbato il suo lavoro.
Il villaggio di Magayir Al Abeed è stato colpito, nel mese di dicembre, da ben due ordini di demolizione, per un totale di 4 case demolite e diverse persone lasciate senza un tetto sopra la testa.
L’anno si è concluso, infine, con un’azione di solidarietà nel Sumud Freedom Camp, nel villaggio di At-Tuwani, grazie alla partecipazione di delegazioni italiane e straniere.
Nonostante la presenza delle forze dell’ordine israeliane accorse sul posto per controllare, sono stati piantati numerosi olivi in terra palestinese, come simbolo di resistenza nonviolenta all’occupazione.
Online il video report “2019: un altro anno sotto occupazione israeliana nelle colline a sud di Hebron”, basato su dati raccolti da Operazione Colomba.