Aprile 2020

SITUAZIONE ATTUALE

Durante il mese di Aprile in Israele sono continuate le consultazioni governative per la formazione di un nuovo Governo di unità nazionale. Dopo la decisione del Presidente di non rinnovare l’incarico a Benny Gantz, Rivlin ha deciso di concedere ancora 21 giorni (che si concluderanno i primi giorni di Maggio) per permettere ai due leader, Benjamin Netanyahu del Likud e Gantz di Blu e Bianco, di trovare un accordo, prima di indire nuove elezioni, le quarte in poco più di un anno.
Connesso alle elezioni, in Israele si è continuato a discutere del piano di annessione della Valle del Giordano che Netanyahu ha portato avanti durante la campagna elettorale: una porzione importante di quella che secondo gli Accordi di Oslo viene definita Area C (ossia un’area della Cisgiordania sotto controllo civile e militare israeliano), la Valle del Giordano, diventerebbe parte dello Stato di Israele.

In risposta a questo piano, il Presidente della Palestinian Authority, Mahmoud Abbas, ha dichiarato che se la comunità internazionale non farà nulla per fermare questa annessione, la Palestina si ritirerà dagli Accordi di Oslo, così come da altri accordi stipulati a livello internazionali con gli Stati Uniti, sostenitori di questo piano d’annessione.
Dal punto di vista della pandemia del COVID-19, ad inizio mese, lo Stato di Israele ha reso obbligatorio a tutti i suoi cittadini l’uso di mascherine che coprano la bocca e il naso quando si esce di casa. In vista della Pasqua ebraica, sono state rilasciate linee guida specifiche per il movimento: Israele ha infatti eliminato la possibilità per i suoi cittadini di muoversi da una città all’altra, così come di allontanarsi per più di 100m dalla propria abitazione. A ciò, si è aggiunto un lockdown parziale avvenuto tra il 14 e il 16 Aprile, nel settimo giorno della Pasqua Ebraica e coincidente con la festa di Mimouna. A fine mese sono stati riaperti i negozi e i ristoranti sul territorio israeliano. Nel territorio palestinese, il 23 Aprile è iniziato il Ramadan, che ha subìto anch’esso della pandemia da COVID-19. Sono state proibite le preghiere all’interno dei luoghi di culto, mentre sono state permesse al suo esterno, in un numero massimo di 19 persone, con un obbligo di distanziamento di 2m. A fine del mese i casi di Coronavirus sia nei territori palestinesi che in Israele sono diminuiti a poco più di cento casi.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Ad inizio Aprile, nelle South Hebron Hills, nel villaggio palestinese di Umm Al Kheir, i soldati sono arrivati ed hanno intimato ai palestinesi di togliere la barriera costruita all’entrata del villaggio, usata per controllare chi arrivasse come prevenzione per il COVID-19. Al loro rifiuto, hanno provveduto a smontarla i soldati stessi.
Durante tutto il mese i coloni dell’avamposto illegale di Havat Ma’on hanno più volte attaccato i pastori palestinesi che pascolavano nella valle di Humra, vicino al villaggio di At-Tuwani.
Nella notte del 19 Aprile gli stessi coloni sono entrati nei villaggi palestinesi di Sarura e Mufaqara con cani ed armi, minacciando e spaventando gli abitanti.
Il 18 Aprile un attivista palestinese del villaggio di At-Tuwani, che stava tornando a casa dopo aver accompagnato un pastore in una zona pericolosa, è stato fermato dai soldati israeliani che lo hanno privato della telecamera, rubandone poi la scheda di memoria e successivamente picchiandolo.
Il 21 Aprile un pastore palestinese del villaggio di Qawawis è stato picchiato da coloni provenienti dall’avamposto illegale di Mitzpe Yair. Il pastore è stato soccorso da altri abitanti del villaggio, ma gli sono stati rubati due agnelli dagli stessi coloni.