Febbraio 2021

SITUAZIONE ATTUALE

Nel mese di febbraio in Israele la questione Coronavirus è rimasta centrale.
Dal 7 del mese le maglie del terzo lockdown si sono allargate: complice la campagna vaccinale - che a fine mese ha portato metà della popolazione israeliana ad essere vaccinata almeno con la prima dose - Israele ha istituito il cosiddetto green passport, ossia un documento elettronico che permetterà, a chi avrà ricevuto il vaccino, di tornare a frequentare locali e strutture al chiuso. L’istituzione di tale documento ha permesso al Governo di concedere aperture più generalizzate a diversi istituti scolastici e ad alcuni luoghi di lavoro, oltre alla cancellazione del blocco dello spostamento tra città. Questo è stato il primo passo dei tre previsti dal Governo israeliano per uscire dal lockdown iniziato a dicembre 2020.
Per limitare la diffusione del virus Covid-19 è stato chiuso l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv: una chiusura generalizzata non solo a stranieri, ma anche agli stessi cittadini israeliani, molti dei quali sono ancora bloccati all’estero.

Con l’avvicinarsi delle elezioni, che saranno il prossimo 23 marzo, un’inchiesta ha però rivelato che il permesso di ingresso (dalla commissione speciale istituita presso l’aeroporto) viene concesso quasi solamente agli israeliani appartenenti alla comunità Haredi (ultraortodossa), che è il bacino elettorale prevalente del partito del Primo Ministro uscente Benjamin Netanyahu. Si è diffuso il sospetto nell’opinione pubblica che si tratti quindi di una macchinazione politica, più che di sicurezza sanitaria.
Il primo febbraio Israele ha trasferito all’Autorità Palestinese circa 2000 vaccini. Per il diritto internazionale umanitario, la potenza Occupante ha l’obbligo di curarsi anche della parte sanitaria, quindi vaccinale in questo caso, della popolazione occupata. Specularmente, Israele ha bloccato una consegna del vaccino Sputnik destinato a Gaza, dichiarando che il vaccino non sarebbe stato a favore della popolazione, ma bensì dei membri di Hamas.
A fine mese Israele ha dichiarato l’intenzione di vaccinare la popolazione palestinese che lavora nel territorio di Israele, mentre l’Autorità Palestinese ha dichiarato di aver acquistato dosi di vaccino per la propria popolazione, intenzionata ad iniziare a marzo la campagna vaccinale.
Il 10 febbraio è stato riaperto il passaggio tra Egitto e Gaza, il Rafah crossing, grazie ai negoziati avvenuti a Il Cairo, in vista delle prossime elezioni che avverranno anche nella Striscia.
Infine, durante tutto il mese è stata alta la tensione tra Siria e Israele, con reciproco scambio di lanci missilistici.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

A febbraio sono continuate le demolizioni nelle Colline a Sud di Hebron.
L’8 del mese cinque ordini di demolizioni sono stati consegnati nei villaggi palestinesi di At-Tuwani ed Ar Rakeez. L’11 è stato confiscato un bagno nel villaggio palestinese di Tawamiin, una tenda a Susiya e due tende e un bagno ad Ar Rakeez.
La notte del 9, durante un raid militare nel villaggio di At-Tuwani, è stato arrestato Nasser Adara, attivista per i Diritti Umani. L’uomo era stato accusato di aver intralciato il lavoro dell’esercito il giorno precedente durante la consegna degli ordini di demolizione, e di aver aggredito dei coloni durante un attacco degli stessi. E’ stato rilasciato in seguito a un’udienza presso la Corte militare israeliana di Ofer, dietro pagamento di una multa.
L’11 febbraio alcuni pastori sono stati attaccati vicino a Susya dai coloni dell’insediamento. Uno dei pastori è stato ferito alla gamba dal lancio delle pietre. Con loro sono stati attaccati anche alcuni attivisti.
Infine, il 12 e 13 l’esercito israeliano ha fatto dei raid nel villaggio di Sa’adeth Tha’ala, dove una famiglia palestinese aveva costruito una tenda da abitare durante il periodo estivo, in modo da portare al pascolo le proprie greggi. La famiglia è stata obbligata per due volte a smantellare la struttura e  abbandonare il luogo.