Maggio 2021

SITUAZIONE ATTUALE

Durante il mese di maggio Israele ha provato nuovamente a formare un governo, a più di due mesi dalle ultime elezioni. A fine mese, si è trovato un accordo tra i partiti Yamina e Yair Lapid, secondo il quale i capi dei due partiti si alterneranno nel ruolo di Primo Ministro per i prossimi cinque anni, ognuno con un mandato di 2 anni e mezzo.
La lotta contro le occupazioni nel quartiere di Sheikh Jarrah è proseguita per tutto il mese: diverse persone sono state arrestate; inoltre a metà mese la strada di accesso al quartiere è stata bloccata con barriere di cemento. La polizia, con una presenza fissa nell’area, ha compiuto più volte raid e allontanato persone dal quartiere.
L’11 maggio, nel cosiddetto Giorno di Gerusalemme, in cui Israele ricorda l’istituzione del controllo israeliano sulla Città Vecchia dopo la “guerra dei 6 giorni”, forze militari israeliane hanno lanciato granate dentro la Moschea di Al Aqsa, che hanno causato anche un incendio. La polizia ha disperso i fedeli musulmani con bastoni, proiettili di gomma e lacrimogeni.

Poco dopo centinaia di coloni sono entrati nella Città Vecchia, diretti verso la Spianata delle Moschee. Dopo un ultimatum di Hamas, alcuni razzi sono stati lanciati da Gaza su Gerusalemme e poi su Tel Aviv. In soli 11 giorni, più di 6000 missili sono stati lanciati tra Israele e Gaza, causando nella Striscia 230 morti e 1710 feriti. L’aviazione israeliana ha colpito postazioni civili come palazzi residenziali, sedi di media internazionali e vie di comunicazione verso gli ospedali. Il 23 maggio, dopo la tregua, l’Egitto ha provato a inviare convogli medici in aiuto alla popolazione, inizialmente bloccati da Israele.
Numerose sono state le proteste che si sono sollevate in West Bank e in Israele. In particolare, nelle città di Lod e Haifa, ci sono state vere e proprie ronde punitive contro i palestinesi dell’area: coloni provenienti da tutto Israele hanno danneggiato i negozi dei palestinesi. In West Bank sono stati dichiarati due scioperi generali, che hanno fermato ogni attività, e molte proteste si sono tenute in tutte le maggiori città e vicino ai check-point: centinaia i palestinesi feriti e diversi i morti. A fine mese, Israele ha dato inizio alla campagna denominata “Law and Order” all’interno del territorio dello Stato di Israele, con l’obiettivo di arrestare più di 500 palestinesi, secondo le dichiarazioni dello stesso Governo israeliano.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Il 13 maggio l’esercito israeliano ha fatto irruzione nel villaggio di At-Tuwani, scortando diversi coloni. Durante l’irruzione i soldati hanno sparato proiettili di gomma e vere munizioni contro i palestinesi che erano accorsi, nonché lanciato bombe sonore e gas lacrimogeni. Alla fine della giornata, 6 sono stati i feriti colpiti dai proiettili, di cui uno di loro con proiettili veri, che è stato curato in ospedale. Un palestinese è stato colpito alla testa con una bomba fumogena, rimanendo ferito.
Il 22 maggio i coloni dell’avamposto israeliano illegale di Havat Ma’on hanno dato fuoco agli alberi nella valle di Humra, vicino al villaggio di At-Tuwani. Mentre i palestinesi accorrevano per spegnere il fuoco, i coloni sono arrivati alle grotte di Sarura, appiccando il fuoco ad una di esse e distruggendo tutto ciò che conteneva. All’arrivo della polizia e dell’esercito, i militari hanno attaccato i palestinesi, ferendone uno, e non hanno impedito ai coloni di andarsene, che nel frattempo avevano dato fuoco anche ai campi davanti alle grotte di Sarura.
Il 23 maggio la polizia israeliana, scortata dall’esercito, ha nuovamente fatto irruzione nel villaggio di At-Tuwani, arrestando due persone, tra le quali un uomo anziano. Durante l’azione, la polizia ha attaccato con violenza le donne e i bambini dentro la casa, ferendone una, e gli attivisti palestinesi presenti, che stavano filmando l’arresto. Il giorno successivo, un altro palestinese della stessa famiglia, chiamato per una deposizione alla stazione di polizia israeliana di Kyriat Arba, è stato arrestato.
Il 26 maggio, in un altro raid, la polizia israeliana ha arrestato altri due palestinesi del villaggio di At-Tuwani, chiamandone un terzo a presentarsi alla stazione di polizia qualche giorno dopo. Tutti e cinque i palestinesi sono stati accusati di aver aggredito la polizia: il processo in cui sono imputati è tuttora in corso.