Giugno 2021

SITUAZIONE ATTUALE

Dopo quattro elezioni, Israele ha un nuovo Governo: il 13 giugno, infatti, ha giurato il nuovo parlamento. Dopo più di 12 anni di Governo di Benjamin Netanyahu, l’esecutivo sarà formato da una nuova coalizione tra il partito di destra Yamina e quello di centro di Yesh Atid, con l’appoggio esterno di diversi partiti (tra cui il partito dei Giovani Sionisti). Per i primi due anni il ruolo di Primo Ministro sarà rivestito da Naftali Bennet di Yamina e per i successivi due anni da Yair Lapid, leader di Yesh Atid. Questa decisione pone fine allo stallo creato dopo l’ultima elezione di fine marzo.
A Gerusalemme sono continuate le proteste nel quartiere palestinese di Sheikh Jarrah. Il 5 giugno, durante una protesta, la polizia israeliana ha arrestato Givara Budeiri, una giornalista di Al Jazeera; è stata trattenuta per tutta la notte nella stazione di polizia di Gerusalemme, e rilasciata solo la mattina successiva.

La giornalista ha raccontato la propria esperienza, durante la quale udiva anche  i pianti dei ragazzini detenuti nelle stanze vicine, arrestati durante la stessa protesta a cui la giornalista partecipava, interrogati senza la presenza dei genitori, né di un avvocato, e minacciati per tutta la notte. Givara Budeiri è stata anche ricoverata in ospedale dopo l’arresto poiché le è stato anche rotto un braccio. Il 6 giugno sono stati arrestati anche Muna e Mohammed al-Kurd, due giovani attivisti di Sheikh Jarrah diventati simbolo delle proteste - la loro casa è, per metà, occupata da coloni da quando loro sono piccoli – e rilasciati poi la stessa notte. A una sorte simile sarà destinato il quartiere di Silwan, sempre a Gerusalemme, dove il Governo israeliano ha approvato la decisione di demolire più di 100 case, per fare spazio alla costruzione di un parco a tema, probabilmente religioso.
In West Bank, le proteste proseguono vicino al villaggio palestinese di Beita, dove a inizio mese è nato il nuovo avamposto di Evyatar. Quasi quotidianamente i palestinesi hanno iniziato azioni di disturbo notturno contro i coloni, che si sono insediati sulla collina vicino al villaggio. Dopo la decisione iniziale di smantellare l’avamposto, a fine giugno il Governo israeliano ha fatto un passo indietro, decidendo di convertirlo a scuola talmudica e base militare, permettendo così ai coloni di abitarlo fino a quel momento.
Il 15 giugno una marcia di coloni ha sfilato per le strade di Gerusalemme, alzando nuovamente la tensione.
Dopo il lancio di alcuni palloni incendiari da Gaza, Israele ha risposto con un bombardamento durato un paio di giorni sulla Striscia, interrompendo la tregua del mese precedente.
Per ultimo, a fine mese, si sono manifestati in Israele i primi casi di variante Delta di Covid-19, in particolare a Tel Aviv tra persone vaccinate; a fine mese, il Governo ha deciso di reinserire l’obbligo di mascherina all’interno dei locali.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

La notte del 2 giugno i coloni dell’avamposto israeliano illegale di Havat Ma’on hanno dato fuoco alle balle di fieno del villaggio di Tuba, distruggendo l’intero raccolto annuale, e così danneggiando  irrimediabilmente l’economia rurale dell’area.
L’8 giugno i bulldozer israeliani hanno demolito una casa ad Ar Rakeez e un capanno agricolo nel villaggio di At-Tuwani. Il giorno successivo è stata demolita completamente la strada che collegava i villaggi della Massafer Yatta con la città di Yatta, rendendola impraticabile a qualsiasi mezzo.
Nella notte tra il 16 e il 17 giugno i coloni israeliani hanno distrutto le grotte di Sarura e la costruzione esterna che, quasi ultimata, avrebbe contenuto il bagno e la cucina. Questi attacchi a Sarura hanno causato la distruzione di tutto l’arredamento della grotta per una terza volta in meno di un mese.
Il 26 giugno, i coloni di Havat Ma’on hanno attaccato il villaggio di At-Tuwani, dando fuoco a una tenda vicino ad Ar Rakeez e ferendo uno degli attivisti palestinesi presenti sul luogo. Tali attacchi violenti, sempre in presenza dell’esercito israeliano, avvengono ormai ogni sabato.
Infine, i volontari di Operazione Colomba sono tornati nell’area di Auja, nella Valle del Giordano, riprendendo l’attività di monitoraggio dei villaggi, che prima della pandemia svolgevano almeno un paio di volte a settimana.