Luglio 2022

Situazione attuale

Il 16 luglio Israele ha lanciato razzi sulla striscia di Gaza, 10 missili a Sheikh Ijjileen (a sud-est di Gaza) e altri 2 missili a ovest del campo profughi di Nuseirat. Secondo quanto riportato da Israele, l’obiettivo erano strutture ed edifici di Hamas. Il 20 luglio è iniziata una campagna, lanciata mesi fa dal movimento dei coloni di estrema destra Nachala, che ha l’obiettivo di stabilire nuovi avamposti in Cisgiordania: centinaia di coloni hanno occupato una terra privata palestinese vicino alla colonia di Psagot (Ramallah). In serata la stessa azione è stata replicata nella zona di Hebron, dove i coloni hanno issato bandiere e hanno approntato un accampamento di tende.
Il 24 luglio a Nablus sono stati uccisi due palestinesi di 25 e 28 anni nel quartiere di Al-Yasmina durante un raid notturno. Queste violenze da parte dell’esercito sono sempre più frequenti: secondo un rapporto ONU solo nella prima metà del 2022, 60 palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano con un incremento del 46% dall’anno precedente.
A luglio si è tenuto anche il viaggio diplomatico del Presidente americano in Israele e Palestina: Biden è atterrato in Israele il 13 luglio, accolto dal premier israeliano Yair Lapid, con cui ha firmato una dichiarazione congiunta con l’impegno di impedire all’Iran di ottenere armi nucleari. Il Presidente americano ha sottolineato più volte che le relazioni tra i due Stati non sono mai state così forti. Il 15 luglio si è tenuta la conferenza stampa tra Biden e il Presidente palestinese Mahumoud Abbas a Betlemme. Nella sala della conferenza stampa i giornalisti hanno lasciato una sedia vuota in ricordo della giornalista palestinese-americana Shireen Abu Aklah, uccisa lo scorso 11 maggio, e per protesta contro la dichiarazione statunitense sui test balistici effettuati sul proiettile che l’ha uccisa, che sarebbero stati inconcludenti poiché il proiettile risultava gravemente danneggiato (pertanto non ci sarebbero prove di omicidio intenzionale da parte delle forze israeliane). La visita del Presidente è stata fortemente contestata; l’ONG B’tselem ha tappezzato alcune città (Tel Aviv, Ramallah, Betlemme) con cartelloni pubblicitari con il messaggio “Mr President, this is apartheid”.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

I volontari hanno accompagnato i pastori di At-Tuwani e dei villaggi limitrofi, condividendo la quotidianità sotto occupazione con i palestinesi dell’area, in una situazione di alta tensione e violenza, specialmente dopo la sentenza del 4 maggio scorso.
Il 6 luglio, durante il mese di addestramento militare annunciato a giugno nella “Firing Zone 918”, dei proiettili hanno colpito il tetto di una casa nel villaggio di Khallet Athabe, mentre la famiglia si trovava all’interno dell’abitazione. All’interno di quest’area l’esercito ha il completo controllo e potere decisionale: l’obiettivo è isolare le comunità e costringerle ad abbandonare autonomamente le loro terre. Oltre alle esercitazioni militari, ai raid e alle demolizioni, l’esercito ha imposto il divieto di circolazione di tutti i mezzi, eccetto quelli dei residenti. Queste misure rendono molto complesso, se non quasi impossibile, il lavoro degli attivisti dell’area e gli spostamenti degli abitanti.
Continua anche la violenza dei militari: il 10 luglio, giorno dell’Eid al-Adha, un abitante del villaggio di Tuba è stato aggredito dall’esercito israeliano, che l’ha percosso e gli ha confiscato l’auto. Il 17 luglio l’esercito israeliano e la polizia hanno attaccato gli abitanti del villaggio di At-Tuwani, lanciando gas lacrimogeni e granate stordenti, confiscando poi il veicolo di un residente.
Anche i coloni di Ma’on, Karmel e dell’avamposto illegale di Havat Ma'on hanno continuato a effettuare incursioni nei villaggi palestinesi limitrofi, turbandone la quotidianità e alzando la tensione nella zona.
Oltre a questi episodi, sono stati numerosi i controlli da parte delle forze armate israeliane e sono continuate le consegne di ordini di demolizione e lo smantellamento effettivo di abitazioni e infrastrutture a Masfer Yatta. Il 28 luglio gli abitanti di At-Tuwani hanno ricevuto un ordine di costruzione di una torretta militare e un cancello all’entrata del villaggio, elementi che comporterebbero un controllo costante nonché un ostacolo permanente alla mobilità di abitanti e attivisti.

Purtroppo nella notte tra il 24 e il 25 luglio Fatme Hureini, figura carismatica e simbolo della resistenza nonviolenta, si è spenta tra l’affetto di tutta la sua famiglia. Si tratta di una grande perdita per il villaggio di At-Tuwani: Fatme è stata celebrata e ricordata da una settimana di lutto estremamente partecipata.
Nella tristezza del momento è stato importante per i volontari essere presenti e condividere con la famiglia questo momento, dimostrando la vicinanza di tutta Operazione Colomba, per cui Fatme è stata un’insuperabile esempio di resistenza, dignità, coraggio e forza che non verrà mai dimenticata.