Novembre 2022

Situazione attuale

Per la quinta volta in tre anni Israele è tornato alle urne: il 1° novembre si sono tenute le elezioni politiche, che hanno visto la vittoria del blocco di ultra destra guidato dal leader del Likud, Benjamin Netanyahu.
Spicca in questa coalizione il successo del Otzoma Yehudit, partito ultra-nazionalista guidato da Itamar Ben Gvir, nuovo ministro della sicurezza nazionale. Da giovane Ben Gvir è stato processato più di 50 volte con accuse di istigazione alla violenza e condannato in almeno otto casi. L’uomo non nasconde la vicinanza al Kach, gruppo responsabile nel massacro di 29 palestinesi nella città di Al Khalil (Hebron) nel 1994, nemmeno dopo che è stato inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche.
Nel mese di novembre le forze d’occupazione hanno ucciso almeno 20 palestinesi in Cisgiordania, di cui tre minori. Il 2022, che finora ha visto l’uccisione di 200 palestinesi di cui 50 minori (tra Striscia di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est), è l’anno più mortale per i palestinesi dal 2008. Tra le vittime del 2022 ricordiamo la giornalista palestinese-americana Shireen Abu Akleh, uccisa durante un raid delle forze israeliane a Jenin a maggio. A novembre gli Stati Uniti hanno annunciato la volontà di aprire un’indagine sulla sua uccisione. Ricordiamo infatti che il governo israeliano, dopo aver affermato pubblicamente che esisteva una “alta possibilità” che un soldato israeliano avesse sparato a Shireen ma che non si poteva parlare di nient’altro che di un incidente, a settembre aveva dichiarato che non avrebbe condotto nessuna indagine penale sull’assassinio.  
Sono state invece circa 150 le operazioni di ricerca in Cisgiordania, che sono costate l’arresto di 268 palestinesi, tra cui circa 30 minori, soprattutto nel governatorato di Gerusalemme.
Circa un centinaio di persone sono state sfollate e rimaste senza una casa nel mese di novembre, in seguito a demolizioni giustificate dalla mancanza di permessi di costruire rilasciati da Israele.
Il 23 novembre Gerusalemme è stato luogo di un doppio attentato: due esplosioni ravvicinate hanno causato la morte di un giovane israeliano di 16 anni – Aryeh Shtsupack- e oltre 30 feriti. Le esplosioni sono avvenute a poche ore di distanza dall’uccisione di Ahmad Amjad Shehadeh, 16 anni, colpito da un proiettile durante un raid delle forze d’occupazione israeliane nella città di Nablus.
Il 4 novembre caccia israeliani hanno lanciato diversi attacchi aerei nella Striscia di Gaza causando danni strutturali e l’interruzione dell’elettricità per alcune ore.
Sono invece 21 i palestinesi che sono rimasti uccisi a causa di un incendio scoppiato nel campo profughi di Jabaliya, nord di Gaza, il 17 novembre.
Complessivamente nel mese di novembre in circa 60 occasioni le forze israeliane hanno aperto il fuoco vicino al recinto perimetrale israeliano o al largo della costa, causando il ferimento di un pescatore, l’arresto di nove palestinesi e danni a quattro pescherecci.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Il livello di tensione e violenza continua a rimanere alto nel Masafer Yatta tra raid e incursioni nell’area dell’esercito e dei coloni. Nel villaggio di Shi’b al Butum i coloni israeliani hanno danneggiato 100 ulivi e ne hanno abbattuti 9, di cui quattro di 15 anni.
Il 17 novembre l’amministrazione civile israeliana ha consegnato un ordine di demolizione di 96 ore per la scuola del villaggio di Isfay; il 23 novembre le forze d’occupazione hanno demolito l’edificio confiscando anche tavoli e sedie, tutto ciò dopo aver cacciato violentemente gli alunni dalle classi. Comunque l’attività scolastica è continuata: dal giorno seguente, infatti, alunni e insegnanti hanno continuato le lezioni in una tenda.
Nel mese di novembre  il film “Sarura-The future is unknown place” è tornato in Palestina: nella nona edizione del “Palestine Cinema Days” il film è stato proiettato quattro volte nella città di Ramallah e una volta a Gaza. Il 23 novembre il film è stato presentato invece alla SOAS University of London e il 28 novembre all’università di Vienna (Wirtschaftsuniversität Wien).