Aprile 2023

Situazione attuale

Il 2 aprile è stata approvata la creazione della Guardia nazionale guidata da Ben Gvir (leader di un partito israeliano di estrema destra), finanziata con circa 250 milioni di euro.
La prima metà del mese, che corrispondeva agli ultimi giorni del mese sacro del Ramadan per i musulmani, Gerusalemme est è stata teatro di violenti attacchi, che hanno scatenato un’escalation di tensione.
La notte del 4 aprile la polizia israeliana ha fatto irruzione nel complesso della moschea di Al-Aqsa, attaccando dozzine di fedeli nella moschea di Al-Qibli, sostenendo di reprimere le "rivolte" al suo interno. Ma secondo i testimoni, la polizia israeliana ha picchiato i fedeli con manganelli e lanciato gas lacrimogeni e bombe sonore solo per costringerli a uscire dalle sale di preghiera. La Mezzaluna Rossa ha riferito di 12 feriti. Almeno 400 palestinesi sono stati arrestati. 24 ore dopo le forze d'occupazione hanno fatto irruzione anche nella moschea di Al-Aqsa, con le stesse modalità. Nei giorni seguenti è stato impedito agli uomini sotto i 40 anni di accedere al complesso di Al-Aqsa, costringendo i fedeli a pregare fuori dalle porte di accesso al complesso sacro.
Il 7 aprile, trenta razzi sono stati lanciati dal Libano contro Israele, poco dopo una dichiarazione di Hezbollah di appoggio a "qualsiasi misura" che i palestinesi avessero voluto intraprendere dopo l'attacco ad Al-Aqsa. La notte Israele non ha tardato a rispondere, lanciando razzi verso il sud del Libano e bombardando la Striscia di Gaza.
L'8 aprile un veicolo guidato da un arabo israeliano è piombato sulla folla che passeggiava sul lungomare di Tel Aviv. Una volta uscito dall'auto, che si è capovolta, l’uomo, secondo la polizia israeliana, avrebbe inoltre tentato di sparare sulla folla. L'uomo è stato poi ucciso. Nell'attacco è morto un turista italiano, il 35enne romano Alessandro Parini, e diverse altre persone sono rimaste ferite, tra cui altri due italiani.
Il 10 aprile l’esercito israeliano ha ucciso Mohammed Ewaidet, 16 anni, durante un raid nel campo profughi di Jenin. È il 18esimo minore palestinese ucciso dalle forze d'occupazione nel 2023.
Nel corso del mese centinaia di coloni della Cisgiordania hanno manifestato più volte a favore della nascita di nuovi avamposti. Il 12 aprile coloni hanno marciato in diverse zone della West Bank per protestare contro l'evacuazione dell'avamposto di Evyatar (Nablus). Tra i manifestanti presenti anche 7 ministri dell'attuale governo. Circa 700.000 coloni vivono in più di 250 insediamenti in Cisgiordania e Gerusalemme est, in completa violazione della legge internazionale.
Il 26 aprile la Norvegia ha annunciato che imporrà il divieto di importazione di merci e servizi provenienti da aziende che «contribuiscono direttamente o indirettamente agli insediamenti illegali israeliani nei territori occupati, in quanto costituiscono una flagrante violazione del diritto internazionale».

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Il mese si è aperto con un cambio di volontari, ed è proseguito con un paio di settimane, quelle centrali, in cui l'occupazione si è fatta sentire particolarmente forte. In generale, gli attacchi di coloni ed esercito israeliani sono stati particolarmente aggressivi nelle valli vicine ai villaggi palestinesi di A Saafer, At-Tuwani, Shi'b Al Butum e nella cosiddetta di Firing Zone.
L'8 aprile alcuni coloni hanno fatto irruzione in diversi villaggi palestinesi in Firing Zone dove hanno ucciso diversi animali, danneggiato il mangime e terrorizzato gli abitanti. Sabato 15 e domenica 16 aprile si sono verificate ripetute aggressioni ai pastori palestinesi di A Saafer da parte di coloni provenienti dall'avamposto illegale di Havat Taljah. In particolare sabato 15, dopo un'aggressione dei coloni, l'esercito israeliano non ha esitato a sparare lacrimogeni sui pastori palestinesi e le loro greggi, aggredire e arrestare due pastori e un attivista israeliano. Il villaggio palestinese di At-Tuwani, poi, è stato particolarmente preso di mira: il 17 aprile un checkpoint all'ingresso del villaggio, scientificamente posizionato intorno all'ora dell'iftar (dalle 18 alle 21), ha fermato anche per un'ora e mezza famiglie intere di palestinesi che si recavano finalmente a concludere il digiuno quotidiano.
Tutto questo in aggiunta ad episodi quotidiani di pastorizia su terre palestinesi da parte di coloni israeliani, che strategicamente fanno pascolare le greggi sulle coltivazioni dei palestinesi, nel continuo tentativo di rendere la terra inutilizzabile affinché venga dichiarata "state land" e quindi sottratta ai palestinesi.
Il 21 aprile è terminato il Ramadan e i giorni di festa di Eid sono stati relativamente tranquilli nella zona. La fine del mese ha anche visto la partenza di un nutrito gruppo di attivisti nella zona nel periodo di pastorizia. Il vuoto lasciato è piuttosto consistente e risulta al momento impossibile soddisfare tutte le richieste di presenza di internazionali che vengono espresse dai palestinesi.
Infine, l’accesso alla scuola è stato disastroso: il persistere di uno sciopero degli insegnanti palestinesi, il periodo di Ramadan e, per i bambini di Tuba, i continui ritardi dell'esercito israeliano che dovrebbe scortarli nel tragitto verso scuola, hanno causato la perdita di un'infinità di ore di lezione.