Luglio 2023

Situazione attuale

Nel mese di luglio in Palestina si sono verificati gravi episodi di violenza che hanno ulteriormente aggravato la situazione nei territori occupati. In particolare, il 3 luglio le forze israeliane hanno condotto un raid armato nel campo profughi di Jenin; è stata la più imponente operazione militare negli ultimi vent’anni, durante la quale sono stati mobilitati anche mezzi aerei per attaccare il campo. Durante il raid sono stati uccisi dodici palestinesi e sono stati feriti centinaia di civili.
In contemporanea sono proseguite le demolizioni a Gerusalemme Est: il 17 luglio le forze di occupazione hanno demolito 9 abitazioni nel villaggio di Al Sahara e sono state bruciate delle auto nel villaggio di Abu Ghosh. Sempre nella zona est di Gerusalemme, è stata demolita la casa di una famiglia palestinese a Beit Hanina e una costruzione agricola in alZa’im.
Inoltre, la stretta collaborazione tra i coloni e le forze israeliane continua a caratterizzare le dinamiche all’interno delle zone occupate: ad Al Khalil in molteplici occasioni l’esercito israeliano ha detenuto gli abitanti della città per permettere ai coloni di attraversare la città vecchia, in cui vivono Palestinesi. Nella stessa zona, i coloni israeliani hanno impunemente sradicato 150 alberi palestinesi e le forze di occupazione israeliane hanno condotto un raid nel villaggio di Birien, est di Hebron, distruggendo cisterne, tagliando e sradicando alberi.
In totale, nel mese di luglio sono morti 21 civili palestinesi, inclusi dei minori.
Infine, proseguono le proteste anti-governative nel territorio israeliano, che per il momento non hanno ripercussioni nella West Bank, in quanto non mettono in discussione l’occupazione nel territorio palestinese.

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Anche nella zona di Masafer Yatta si sono manifestati episodi di forte violenza e stretta collaborazione tra le forze israeliane e i coloni degli insediamenti illegali della zona. In particolare, il 15 luglio i coloni dell’insediamento illegale di Havat Ma’on hanno fatto irruzione armati nel villaggio palestinese di Al-Mufaqarah. A seguito dell’arrivo dell’esercito e della polizia, i coloni non sono stati allontanati, ma un attivista palestinese è stato arrestato. In contemporanea, nel villaggio palestinese di At-Tuwani, l’esercito israeliano ha condotto un raid in alcune abitazioni e nella scuola del villaggio, attaccando un Palestinese che è stato ferito. All’arrivo dell’ambulanza palestinese, il transito del mezzo è stato ostacolato dall’esercito e dalla polizia israeliana che, dopo aver abbandonato la zona, hanno continuato a controllare il villaggio tramite droni.
Sempre nel villaggio di At-Tuwani, in occasione della festa del Tawjihi (esame di maturità) l’esercito israeliano ha fatto irruzione nella casa di una famiglia palestinese senza una valida motivazione, arrestando quattro attivisti israeliani.
Nel corso del mese, sono continuate le incursioni dei coloni provenienti dall’avamposto illegale di Havat Ma’on a Tuba: i coloni hanno costruito una tenda su un pozzo dei palestinesi, in altre occasioni hanno fatto incursione nel villaggio, spesso armati e con i quad. In particolare, una mattina sono entrati armati nelle abitazioni del villaggio, perquisendo e mettendo a soqquadro le case. All’arrivo dell’esercito israeliano, i soldati hanno allontanato i palestinesi dalle loro stesse case, giustificando l’azione dei coloni e proseguendo con loro l’ispezione delle abitazioni. Inoltre, nel corso dell’operazione hanno detenuto un volontario di Operazione Colomba.
Infine, alcune volontarie di Operazione Colomba hanno assistito alla demolizione di un’abitazione del villaggio di Wadi Jehesh e di alcune strutture agricole a Birein.
Nel corso di tutti questi episodi Operazione Colomba ha continuato la sua azione di documentazione degli eventi, di denuncia, condividendo la propria quotidianità insieme agli abitanti della zona.