Agosto 2023

Situazione attuale

Il mese di agosto si è aperto con diverse demolizioni, raid militari ed episodi di violenza a danno della popolazione palestinese. Il 2, il 4 e l’8 agosto sono stati effettuati raid militari ad Aqbat Jaber, Tulkarm e Nablus: un 19enne palestinese è stato ucciso, altri sono stati gravemente feriti, e un’abitazione è stata distrutta con ordigni esplosivi.
Il 6 agosto a Jenin tre ragazzi palestinesi hanno perso la vita, dopo che l’auto su cui viaggiavano è stata colpita da colpi di pistola dell’esercito israeliano.
Il 7 agosto l’attivista Ramzi Abbasi - in detenzione amministrativa da aprile per le sue attività di documentazione delle violenze da parte di Israele - è stato condannato a un anno di carcere. Il 10 e l’11 agosto, a Nablus e Tulkarm, due giovani palestinesi sono stati assassinati dalle forze armate israeliane. Il 14 agosto un gruppo di coloni israeliani ha svolto due azioni provocatorie nei confronti della popolazione palestinese, camminando sulla spianata delle moschee scortato dalle forze armate israeliane, e marciando nel centro storico di Hebron. Del resto, il 24 agosto Ben Gvir, Ministro della sicurezza nazionale, ha dichiarato pubblicamente: “Il diritto mio, di mia moglie e dei miei figli di muoversi liberamente lungo le strade della Giudea e della Samaria è più importante del diritto di movimento degli arabi”. Il 25 agosto le forze israeliane hanno attaccato i fedeli musulmani che accedevano alla moschea di Al-Aqsa, a Gerusalemme.
Il mese di agosto si è concluso con la morte di due ragazzi palestinesi a Hebron e Gerusalemme, uccisi dall’esercito israeliano; entrambi erano sospettati di preparare un attacco terroristico.
La resistenza armata palestinese persiste nel campo profughi di Jenin e nella città Nablus, mentre 1000 prigionieri palestinesi continuano lo sciopero della fame.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Agosto è iniziato con l’arresto di un attivista palestinese ad At-Tuwani che pascolava sulla sua terra; alcuni coloni lo volevano cacciare, sostenendo che quella terra fosse loro per diritto divino. Non essendoci riusciti, hanno chiamato l’esercito, che l’ha arrestato.
I volontari hanno continuato a presidiare il villaggio di Tuba, dove è cresciuta la presenza internazionale, dati i continui attacchi da parte dei coloni. Gli abitanti sono molto spaventati perché sono pochi, con molti bambini, e il villaggio è isolato.
Ad agosto è iniziata la scuola e lo school patrol per i bambini. La scorta militare per accompagnare i bambini da Tuba ad At-Tuwani è puntuale, ma non li protegge dai coloni di Havat Ma’on che urlano per spaventarli; inoltre, i militari spesso impediscono ai volontari il monitoraggio della strada.
L’aumento dei sequestri delle vetture palestinesi ha generato una nuova forma di resistenza nell’area: gli abitanti di At-Tuwani si sono dotati di asini per gli spostamenti nella ‘firing zone’.
Nel corso del mese, i volontari hanno visitato altre aree della ‘firing zone’, constatando l’espansione di colonie e avamposti. Inoltre, hanno saputo che la scuola superiore di Faquid, unica in tutta l’area, è a rischio di demolizione.
I volontari hanno incontrato realtà di resistenza diverse, come il villaggio di Nabi Saleh, a nord/ovest di Ramallah, vicino alla colonia israeliana di Halamish e ad una base militare israeliana. I coloni hanno cercato di appropriarsi della sorgente d’acqua del villaggio, protetti dai militari che spaventano gli abitanti con raid notturni e incursioni militari. I locali hanno iniziato a manifestare in maniera nonviolenta nel 2005, riportando due vittime e almeno un centinaio di feriti, oltre ad altrettanti arresti.
Un’altra realtà visitata è quella di Bruqin, nell’area di Salfit, dove i campi vengono inquinati dalle fabbriche chimiche israeliane dentro le colonie; l’avvelenamento degli ulivi ha tolto a molte famiglie l’unica fonte di reddito.