Settembre 2023

Situazione attuale

Il Report che segue fa riferimento al mese di settembre, pertanto non riporta i drammatici fatti accaduti negli ultimi giorni.
Condividiamo però qui un testo che abbiamo appena pubblicato sul nostro sito: "Da 21 anni in Palestina”.
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Il mese di settembre si è aperto con violenti scontri tra la resistenza palestinese e l’esercito israeliano a Tubas: un ragazzo palestinese è stato ucciso mentre ritornava a casa dal lavoro; gli scontri sono continuati nel campo profughi di Jenin e a Tulkarem per giorni, dove è morto un altro giovane palestinese.
Il 6 settembre sono stati feriti tre coloni a Gerusalemme; in risposta, alcuni coloni di Hebron e sud di Nablus hanno dato fuoco ad ulivi e campi palestinesi.
Il 9 un ragazzino di 15 anni è stato ucciso dai soldati al campo profughi di Al Aroub a nord di Hebron - episodio che ha scatenato scontri con le forze di occupazione israeliane a Gericho e Jenin.
Il 12 sono stati feriti due coloni nel villaggio di Huwara a sud di Nablus, il 13 si è verificato il brutale pestaggio di un ragazzo nella città vecchia di Gerusalemme da parte della polizia israeliana.
Il giorno seguente i soldati israeliani hanno fatto un raid in tutta la West Bank: sono stati arrestati 14 giovani palestinesi.
Il 19 un raid a Jenin delle forze di occupazione ha causato aspri scontri armati, che sono terminati con un bombardamento aereo sul campo che ha causato 5 morti; meno di 24 ore dopo, un altro palestinese è stato ucciso nel campo profughi di Aqbat Jaber a Gericho.
Nella notte del 24, in un raid nel campo profughi di Nous Shams a Tulkarem, l’esercito israeliano ha distrutto case e strade, e ucciso due palestinesi.
Purtroppo, vi sono state anche provocazioni a sfondo religioso sulla “spianata delle Moschee” a Gerusalemme: il 17, 250 coloni si sono introdotti nell’area, con la protezione dell’esercito israeliano, impedendo ai palestinesi di accedere. La stessa cosa è avvenuta il 24 e il 25, in occasione della festa ebraica di Yom Kippur, con numeri maggiori intorno ai 400 coloni. Il 25, infine, alcuni coloni sono entrati nel cimitero musulmano di Bab Al Rahma, protetti dalla polizia israeliana, danneggiando le tombe palestinesi.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

A settembre a Imneizil, nel Masafer Yatta, è stato sequestrato un trattore: i contadini palestinesi stavano lavorando la terra col permesso dell’amministrazione civile israeliana, quando i coloni hanno chiamato i soldati sostenendo che il trattore avesse sconfinato di mezzo metro; i soldati non hanno verificato la veridicità, sequestrando il mezzo.
Per tutto il mese ci sono state emergenze a Wadi Rahim, un villaggio composto da due famiglie, isolato e schiacciato tra due colonie. Gli abitanti hanno subìto continui raid e danni alla proprietà da parte di giovani coloni, che sfidano anche i volontari quando li incontrano.
A inizio mese i militari israeliani hanno provato, fortunatamente invano, a requisire la pompa dell’acqua di At-Tuwani, senza alcuna autorizzazione legale; nella Firing Zone 918, invece, i sequestri di mezzi sono molto aumentati. Sono anche state chiuse 6 entrate di villaggi lungo la Bypass Road 317.
A metà mese i soldati hanno compiuto un raid a Tuba all’alba, senza specificare il motivo, addirittura malmenando i tre volontari lì presenti. Il giorno dopo, la Border Police si è presentata al villaggio per allontanarli, pena l’arresto.
Anche l’attività di school patrol viene ostacolata ormai quotidianamente dai militari: i volontari sono confinati dietro un limite non segnalato, che non ha alcun fondamento legale. Una mattina è stato imposto un fermo immotivato sul posto, di 3 ore; i soldati si sono anche permessi di usare modalità aggressive contro i volontari, spingendoli da una parte all’altra. L’arrivo di un agente della polizia sul posto, che vive in una colonia, ha aggravato la situazione di abuso di potere: sono stati requisiti i passaporti ai volontari e consegnati temporaneamente ai militari, che sostenevano che l’area fosse vietata ad attori internazionali. Tuttavia, alla richiesta di visionare una mappa, hanno mostrato un documento privo di valore legale; inoltre, sono stati minacciati di arresto, nonostante non si trovassero in una zona vietata.
Nel villaggio di Shab Al Butum proseguono le aggressioni dei coloni dell’insediamento di Avigail, che mandano le loro greggi a distruggere gli ulivi degli appezzamenti palestinesi.
A Susiya, il 22, un bambino è rimasto ferito da una sassaiola da parte dei coloni, mentre il 28 sono state sequestrate e distrutte alcune tubature d’acqua.
Le ultime settimane del mese sono aumentati i check-point ad At-Tuwani e a Al Birkhe (vicino a Yatta): i soldati israeliani appongono strisce chiodate alla strada, si appostano dietro i blocchi di cemento e, puntando i fucili, perquisiscono le vetture e i civili palestinesi in transito, con modalità intimidatorie (per esempio sequestrando oggetti personali come i rosari musulmani).