Ottobre 2023

Situazione attuale

Ottobre è iniziato con un raid da parte delle forze israeliane a Ramallah e con l’entrata dei coloni alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, sotto protezione della polizia, che ha causato proteste in tutta la città.
Il 2 ottobre il numero di coloni sulla spianata di Al-Aqsa è salito a 500 e le manifestazioni di dissenso sono aumentate, così come gli arresti e i pestaggi da parte dell’esercito israeliano. Le manifestazioni si sono espanse anche ad Hebron, dove la polizia israeliana le ha represse con la forza.
Il 4 ottobre sono entrati 1040 coloni sulla spianata, suscitando manifestazioni e scontri in tutta la Cisgiordania.
Tra il 4 e il 5 violenti scontri tra esercito israeliano e palestinesi si sono registrati a Tulkarem, dove il giorno dopo i soldati hanno ucciso due ragazzi palestinesi.
Il 7 ottobre Hamas e altri gruppi militari palestinesi hanno lanciato un attacco armato dalla Striscia di Gaza, colpendo in modo efferato le comunità israeliane nel sud di Israele vicine al confine con la Striscia, tra cui alcuni kibbutz e un rave party all’aperto. Le vittime accertate dell’attacco palestinese sono state 1200 tra civili e soldati israeliani, mentre altre 239 persone (non solo cittadini israeliani) sono state fatte ostaggio e portate all’interno della Striscia di Gaza.
Altrettanto efferata è stata la risposta di Israele che, in breve tempo, ha dato inizio a massicci bombardamenti sulla Striscia di Gaza, bloccato tutti i rifornimenti di carburante, cibo e acqua e obbligato la popolazione palestinese della parte nord della Striscia a evacuare le proprie abitazioni senza avere alcun luogo sicuro dove potersi rifugiare. Successivamente, l'esercito israeliano ha avviato un massiccio attacco via terra. Alla fine di ottobre le vittime palestinesi ammontano a più di 8.000.
Anche in Cisgiordania la tensione è esplosa: coloni israeliani armati, indossando divise dell’esercito, hanno attaccato indiscriminatamente diversi villaggi palestinesi. Vi sono stati casi di omicidio e di tentato omicidio su persone inermi; addirittura a Qusra su un corteo funebre.
Complessivamente in tutta la West Bank sono state uccise 112 persone e ferite 1900. L’esercito israeliano ha arrestato 1590 persone.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Il 2 ottobre i volontari sono stati chiamati a intervenire perché l’autobus con i professori della scuola era stato bloccato da un check-point di soldati israeliani prima di Susya; dopo un’ora e mezza di perquisizioni, è stato fatto passare e le lezioni, in ritardo, sono potute iniziare. È proseguita l’attività di monitoraggio della scorta militare ai bambini della scuola, nonostante le minacce quotidiane di arresto da parte dei soldati ai volontari e le aggressioni verbali e fisiche.
Il 7 i volontari si sono svegliati con la notizia dell'attacco di Hamas e immediatamente si sono accorti di coloni e soldati che pattugliavano armati l’area. Monitorando la situazione di tensione insieme ad attivisti israeliani, hanno subìto un attacco da parte dei soldati, che hanno caricato gli attivisti buttando a terra i giovani e le loro attrezzature (telecamere e telefoni) e cercando di sottrarre la telecamera a un volontario, invano. Durante tutto il giorno la tensione altissima ha raggiunto l'apice quando un soldato ha minacciato di morte un attivista israeliano.
L'8 i coloni israeliani hanno sequestrato materiale da costruzione e lampioni (necessari per monitorare il perimetro del villaggio) ai palestinesi, minacciando le famiglie e i volontari; le strade sono state totalmente bloccate dai militari.
Il 9 i coloni israeliani, dopo aver cacciato i pastori del villaggio dal loro stesso terreno, ne hanno distrutto le coltivazioni con un bulldozer. Poco dopo un colono ha minacciato i volontari puntandogli contro il fucile: i volontari si stavano recando in una casa palestinese del villaggio, in quel momento esposta a molestie da parte di soldati e coloni.
Il 10 la situazione è peggiorata ulteriormente, quando nella notte soldati e coloni israeliani hanno perquisito le case del villaggio di Susya e hanno picchiato un uomo e una donna al villaggio di Maghayir Al Abeed, minacciando ad armi spianate chiunque filmasse la scena.
L'11, all'entrata di Yatta, dei soldati israeliani hanno sparato ad un gregge di pecore, uccidendone due; si sono uditi gli spari dal villaggio di At-Tuwani.
Durante la notte in tutta la zona, militari e coloni hanno spaventato e minacciato le famiglie palestinesi. Il 12, nel primo pomeriggio, i coloni hanno piantato bandiere israeliane tra gli alberi e i giardini palestinesi; gli abitanti di At-Tuwani dopo un breve scontro verbale con i coloni per farle togliere, sono tornati indietro senza risultato. Mentre i volontari e i palestinesi stavano rientrando al villaggio, un colono ha iniziato a sparare ad altezza uomo, fortunatamente non colpendo nessuno; altri coloni sono riusciti a ferire un palestinese picchiandolo. Lo stesso giorno i volontari sono dovuti scappare dai soldati che, dopo averli minacciati di morte, hanno iniziato a inseguirli.
Di notte i palestinesi hanno iniziato a fare i turni per monitorare la sicurezza del villaggio dal tetto di una casa del villaggio, con il supporto dei volontari di Operazione Colomba.
Nel primo pomeriggio del 13, un palestinese è stato picchiato alla testa da un colono e, mentre i volontari si dirigevano verso l’abitazione della vittima, un altro colono si è avvicinato a un gruppo di giovani palestinesi e ha sparato a bruciapelo ad un ragazzo palestinese con le mani alzate, ferendolo molto gravemente all’addome. I militari israeliani erano presenti ma non sono intervenuti.
Il ragazzo ferito è stato trasportato immediatamente in macchina alla città di Yatta, ma l’ambulanza con il chirurgo per l’operazione, proveniente da Hebron, è stata bloccata ad un check-point di militari israeliani per ore. Fortunatamente il ragazzo è stato operato ed è fuori pericolo di vita, ma ha riportato gravissime ferite.
Il 14 alcuni coloni hanno dato 24 ore di tempo agli abitanti dei villaggi di Wadi Sik, Rashash e Wasi Rahim per prendere le loro cose e andarsene, sotto minaccia di morte. Erano presenti anche alcuni attivisti israeliani, che all’arrivo dei militari sono stati ammanettati, percossi e detenuti per ore, mentre necessitavano di cure mediche.
Per tutto il resto del mese si sono susseguite aggressioni e violenze ad At-Tuwani e in tutta la Masafer Yatta da parte di coloni e soldati israeliani, che hanno distrutto proprietà private palestinesi e costretto all’evacuazione gli abitanti di una dozzina di villaggi.
Dal 7 ottobre l’attività scolastica è stata sospesa in tutti i villaggi dell’area.