Novembre 2023

Situazione attuale

Il 1° novembre l’esercito israeliano ha sospeso l’accesso a internet e alle telecomunicazioni nella Striscia di Gaza per bombardare il campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia.
Contemporaneamente in Cisgiordania ha fatto un raid a Jenin uccidendo due civili palestinesi.
Tra il 10 e l’11 novembre l’esercito israeliano, alla ricerca di armi e tunnel, ha bombardato e assediato l’ospedale di Al-Shifa di Gaza, togliendo l’elettricità e lasciando così morire i pazienti attaccati a particolari macchinari (come i neonati prematuri), uccidendo numerosi civili e costringendo i pochi feriti in grado di muoversi ad evacuare l’area.
È proseguita poi l’invasione dell’esercito israeliano verso il sud della Striscia, fino al 24 novembre, quando è iniziata una tregua di 4 giorni, ottenuta con la mediazione del Qatar, per favorire lo scambio di ostaggi tra Hamas e lo Stato Israeliano.
Il cessate il fuoco ha reso possibile anche l’ingresso di aiuti umanitari dal valico di Rafah, al confine con l’Egitto. Dopo un primo rinnovo della tregua, i bombardamenti sono ricominciati nel sud della Striscia.
A fine novembre il numero di abitanti di Gaza uccisi dai bombardamenti e dall’incursione terrestre israeliani sono circa 15.000 (41mila i feriti).
In Israele, il bilancio ufficiale delle vittime è di circa 1.200.
I residenti di Gaza costretti ad evacuare dalle proprie abitazioni per dirigersi al sud della Striscia di Gaza sono 1.8 milioni.
In Cisgiordania durante i giorni del cessate il fuoco ci sono stati scontri armati tra l’esercito israeliano e palestinesi nelle città di Jenin e Tubas.
A novembre in Cisgiordania, in Area C, i palestinesi che vivono nelle aree rurali sono stati costantemente sotto assedio, attaccati dai coloni israeliani e dai militari, che hanno aggredito e intimidito le comunità locali con lo scopo di evacuarle forzatamente. Infatti, dal 7 ottobre ad oggi almeno 16 comunità palestinesi della Cisgiordania hanno abbandonato le loro abitazioni e villaggi, sfollando verso altre zone in Area A.

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Nella zona delle colline a Sud di Hebron continua lo stato di assedio dei villaggi palestinesi. Gli abitanti del villaggio di Tuba nel mese di novembre hanno dovuto assistere e resistere a diverse aggressioni e soprusi da parte dei coloni di Havat Ma’On e dei soldati israeliani. Infatti, nel villaggio ci sono stati raid diurni e notturni, durante i quali coloni armati hanno intimorito le famiglie palestinesi. I coloni hanno commesso atti di danneggiamento ai sistemi idrici che consentono di portare l’acqua al villaggio di Tuba – che non ha altro allacciamento al sistema idrico – e hanno dato origine a una vera e propria “caccia” agli attivisti israeliani e internazionali, che spesso sono stati allontanati dal villaggio da parte delle autorità israeliane.
Nel villaggio di Shab Al-Butum i coloni di Avigail hanno condotto vari attacchi alla comunità palestinese, danneggiando intere case e proprietà; inoltre, l’esercito israeliano ha demolito varie strutture all’interno del villaggio.
Una mattina la polizia segreta israeliana è arrivata nel villaggio per arrestare e poi deportare dal Paese un’attivista del gruppo ISM - International Solidarity Movement, accusata ingiustamente di aver condiviso sui propri social-media contenuti a favore di Hamas.
Ottobre e novembre in Palestina dovrebbero essere dedicati alla raccolta delle olive, che quest’anno però non è stata resa possibile dal costante assedio perpetrato dai coloni e dai soldati israeliani. Nel villaggio di Susyia, le forze israeliane hanno immediatamente aggredito una famiglia intenta a raccogliere le olive nel proprio uliveto, intimando loro di tornare all’interno delle loro abitazioni, pena l’arresto.
Ad At-Tuwani i coloni di Havat Ma’On hanno continuato a pattugliare il villaggio e a danneggiare i terreni palestinesi limitrofi. Il 12 novembre soldati e coloni israeliani sono entrati nel villaggio e, con la scusa di cercare un drone perduto, sono entrati nella scuola del villaggio, arrestando il preside e deponendo la bandiera palestinese issata sul tetto.
Il 28 novembre alcuni soldati israeliani sono entrati nel villaggio per arrestare un giovane uomo, accusandolo di aver aggredito un colono israeliano molti mesi prima. Fortunatamente è stato rilasciato pochi giorni dopo.
Il mese si è concluso con l’arresto di un pastore del villaggio, che ha provato a pascolare il suo gregge sul suo terreno e solo per questo è stato fermato e arrestato dai soldati israeliani.