Dicembre 2023

Situazione attuale

La situazione a Gaza è diventata sempre più critica con bombardamenti senza sosta, anche nelle aeree classificate sicure dalle stesse forze armate israeliane. L’invasione via terra è andata avanti e l’esercito israeliano si è fatto strada demolendo con esplosivi e ruspe interi quartieri.
Dal 4 dicembre la maggior parte dei servizi di comunicazione a Gaza City e al nord della Striscia sono sospesi ed è sempre più complicato per gli abitanti comunicare con l’esterno.
Il numero delle vittime ha superato quota 20.000 persone, gli ospedali sono al totale collasso per il numero esorbitante di feriti. Manca ogni tipo di presidio medico e le amputazioni vengono svolte quasi sempre senza anestesia, spesso su bambini (MSF riporta che avvengono almeno 10 amputazioni al giorno su minori).
Contemporaneamente, da inizio dicembre ci sono violenti scontri a Jenin e la demolizione da parte dei bulldozer israeliani di varie strutture palestinesi.
Continuano anche le evacuazioni forzate di abitanti palestinesi dalle proprie abitazioni in Cisgiordania (da ottobre al 5 dicembre è stato calcolato che i palestinesi sfollati in modo violento dai propri villaggi e case sono 1000 persone). Nei giorni successivi ci sono stati scontri armati tra soldati israeliani e membri della resistenza palestinese a Nablus e Tubas.
Il 9 dicembre a Gaza i soldati israeliani hanno costretto gli sfollati di una scuola UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite) a spogliarsi e a sostare seduti seminudi con le mani sulla testa. Il 10 la scuola UNRWA del campo profughi di Jabalia a Gaza è stata bombardata dall’aviazione israeliana. Il giorno successivo, l’esercito israeliano ha fatto saltare in aria completamente la scuola UNRWA di Beit Hanoun, nel nord di Gaza.
Il 12 dicembre, durante un raid a Jenin, 7 palestinesi sono stati uccisi dai soldati israeliani.
Per tutto il mese ci sono stati raid in tutta la Cisgiordania, che hanno causato - dal 7 ottobre fino al 31 dicembre – 3.800 feriti e 319 morti, di cui 83 bambini.
A Gaza la situazione sanitaria è tragica, i bombardamenti continuano incessantemente e i cecchini dell’esercito israeliano, nella loro avanzata via terra, hanno sparato anche a palestinesi in cerca di rifugio.
I morti fino al 31 dicembre sono 21.822 (di cui 8.800 bambini), 56.451 feriti e più di 7.000 dispersi.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Il mese di dicembre si è aperto con continue aggressioni e molestie da parte dei coloni israeliani ai pastori palestinesi, causando gravi problemi all’attività di pastorizia dei pastori della Masafer Yatta.
L’8 dicembre, all’alba, gruppi di coloni e militari israeliani hanno terrorizzato le comunità di Khallet al-Dabaa, hanno sequestrato i residenti in una stanza e sottratto loro tutti i telefoni, per poi vandalizzare case e distruggere materiali didattici dentro la sala assembleare del villaggio.
Prima di andarsene, i coloni hanno minacciato di morte i residenti, nel caso non se ne fossero andati.
Nella mattinata hanno arrestato anche un cittadino di At-Tuwani per tre ore.
Il 9, vicino al villaggio di Susya, è stata demolita una casa e lasciata la famiglia che la abitava al freddo.
Il 16 alcuni coloni armati hanno impedito ai pastori di Tuba di pascolare nelle proprie terre, il giorno seguente a Jinba alcuni coloni sono transitati molto velocemente, con le jeep e i quad, dentro al villaggio, spaventando i bambini che giocavano.
Il 19 un insegnante della scuola secondaria di Karmel è stato picchiato e ferito alla testa dai soldati israeliani mentre si recava a scuola.
Tutto il mese è stato caratterizzato da continue molestie da parte di coloni e militari israeliani, purtroppo aggressioni quotidiane molto disturbanti, dal lancio di lacrimogeni verso i greggi, arresti di pastori o minacce di morte.