Febbraio 2024

Situazione attuale

Il 10 febbraio si sono svolte due importanti manifestazioni, a Jericho e a Tel Aviv, contro le politiche del governo israeliano, entrambe represse dalla polizia.
L’11 febbraio sono stati invece arrestati 18 israeliani che bloccavano l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza all’entrata di Kerem Abu Salem.
A febbraio Israele ha continuato i bombardamenti sulla popolazione civile nella Striscia di Gaza, principalmente a Rafah; centinaia di persone hanno cercato rifugio nel Kuwait Hospital della città, ormai al collasso.
L’ONU, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la FAO hanno denunciato le difficoltà a far entrare aiuti umanitari nella Striscia, lo sfollamento della popolazione civile, e le condizioni degli ospedali, che sono sovraffollati e senza risorse.
Il 14 febbraio è stato pubblicato un Report della Palestinian Commission of Detainees’ Affaires e della Palestinian Prisoner’s Society, in cui viene reso noto che dall’inizio della guerra sono stati arrestati più di 7.000 palestinesi in West Bank, tra cui 220 donne, 440 bambini e 53 giornalisti.
Il 15 febbraio è stato attaccato il Nasser Hospital a Khan Younis, il Ministero della Salute ha riportato spari di cecchini israeliani e l’uccisione di almeno 3 persone. L’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione della struttura, nella quale erano presenti circa 300 persone dello staff medico, 450 pazienti e 10.000 sfollati. L’infermiere dell’ospedale Muhammed al-Astal ha denunciato l’assenza di cibo e acqua potabile. Il 16 febbraio 5 pazienti sono morti nello stesso ospedale a causa dell’esaurimento di ossigeno e dell’interruzione della rete elettrica.
L’ONU ha riportato lo sfollamento di alcuni civili da Rafah verso Deir el-Balah, mentre immagini satellitari hanno mostrato la costruzione di un muro al confine tra l’Egitto e la Striscia, e il Ministro della Difesa israeliano Gallant ha ribadito che è stata pianificata l’offensiva di terra a Rafah.
Il 18 febbraio l’esercito israeliano ha attaccato Deir el-Balah, uccidendo 10 persone, il Nasser Hospital è stato dichiarato “completamente fuori servizio” e Al Jazeera ha riportato un attacco ai danni di civili in coda per prendere aiuti umanitari a Gaza City.
Il Presidente egiziano Al Sisi ha rigettato categoricamente l’ingresso di sfollati palestinesi all’interno del Paese, mentre gli Stati Uniti hanno posto il terzo veto dall’inizio della guerra a una risoluzione ONU per un cessate il fuoco immediato.
L’associazione israeliana Medici per i Diritti Umani ha rivelato che prigionieri palestinesi dal 7 ottobre sono vittime di abusi, umiliazioni e violenze sessuali; le celle sono sovraffollate e i detenuti sono privati di acqua ed elettricità fino a 23 ore al giorno.
Viene inoltre riportata la sparizione di centinaia di palestinesi da Gaza.
Dal 19 al 26 febbraio si sono tenute le udienze alla Corte Internazionale dell’Aja sull’occupazione israeliana in Cisgiordania, in cui sono intervenute le delegazioni di 50 Stati e di 3 organizzazioni internazionali. A seguito di queste udienze, la Corte si pronuncerà nei mesi a venire, ma la sua opinione non è legalmente vincolante.
Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio sono stati riportati numerosi bombardamenti sulla città di Rafah.
Il 27 febbraio raid dell’esercito israeliano in Cisgiordania hanno portato all’uccisione di 3 palestinesi nel campo profughi di Far’a e 4 arresti a Nablus.
Il 29 febbraio l’esercito israeliano ha bombardato un punto di smistamento di aiuti umanitari a Gaza, uccidendo almeno 112 persone e ferendone più di 760.
Dal 7 ottobre a fine febbraio, solo nella Striscia di Gaza, le vittime sono circa 1.000 israeliani e 30.000 palestinesi.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Il 5 febbraio il sindaco di At-Tuwani è stato rilasciato dopo 8 giorni di condizioni detentive prive di qualsiasi tutela dei Diritti Umani.
La prima settimana di febbraio i coloni di Avigail hanno continuato a piantare pali per recintare l’area di Rakeez. L’11 febbraio i coloni hanno rimosso con un bulldozer le macerie di una casa precedentemente distrutta vicino all’avamposto di Avigail: Operazione Colomba e un’Associazione israeliana erano presenti e hanno chiamato la polizia, la quale ha dichiarato la zona “terra di Stato” e allontanato attivisti e palestinesi dalla zona.
Il 13 e il 14 febbraio i coloni di Havat Ma’on hanno provato a piantare dei pali nel giardino di una famiglia palestinese di At-Tuwani.
Gli attivisti internazionali e israeliani hanno chiamato la polizia, che però ha dichiarato la zona “closed military area”, ha identificato i presenti e allontanato tutti.
Il 17 febbraio a Mufaqarah pastori, bambini e greggi sono stati vittime di una sassaiola di coloni armati. Una volta arrivata, la polizia ha identificato i coloni e ha richiesto un referto medico per potere prendere provvedimenti.
La sera del 23 febbraio 6 soldati-coloni armati, mascherati e dotati di drone, hanno fatto irruzione nel villaggio di At-Tuwani, dichiarando che fosse in atto un’operazione militare, durante la quale è vietato registrare con la telecamera, pena l’espulsione dal Paese. Sono stati identificati i presenti, e un attivista israeliano è stato aggredito fisicamente per aver continuato la documentazione.
Il 24 febbraio in un giardino di proprietà palestinese, dichiarato dieci giorni prima “closed military area”, un colono ha portato a pascolare il suo gregge. L’esercito è intervenuto allontanando prima i palestinesi e gli attivisti, e successivamente il colono, ribadendo il divieto per i palestinesi proprietari della terra di recarsi in tale zona in quanto area chiusa.
Per tutto il mese i coloni hanno fatto raid nel villaggio di Tuba, uccidendo bestiame e minacciando la popolazione. L’esercito ha inoltre arrestato il padre e 2 figli di una famiglia che da tempo era minacciata dai coloni. Tutti e 3 sono ancora detenuti.
Durante l’ultima settimana di febbraio Operazione Colomba ha intensificato gli accompagnamenti nella zona di Mufaqarah, a seguito delle continue intimidazioni da parte di coloni. Nel resto dei villaggi della Massafer Yatta continuano quotidiani attacchi ai greggi con quad e moto, perpetrati da coloni armati e vestiti in uniforme militare.