Aprile 2024

Situazione attuale

La guerra nella Striscia di Gaza ha raggiunto il sesto mese. I bombardamenti sono continuati incessanti e i palestinesi, spinti nell’area di Rafah, vivono accampati in tende, con un sistema sanitario completamente al collasso e risorse primarie irreperibili o troppo costose. Quanto meno è stato aperto il valico di Erez a nord per l’ingresso di aiuti umanitari, anche se i camion restano fermi per ore ai controlli di sicurezza, così che la gran parte di alimenti e beni sanitari non arriva a destinazione.
Il 2 aprile il convoglio umanitario della ONG World Central Kitchen, con a bordo sette volontari internazionali e un palestinese alla guida, più 100 tonnellate di aiuti umanitari, è stato colpito da missili israeliani uccidendo passeggeri e conducente.
Lo stesso giorno Israele ha bombardato anche il consolato iraniano a Damasco.
In risposta l’Iran il 13 aprile ha fatto partire un attacco missilistico su Israele, neutralizzato dal sistema antimissilistico Iron Dome.
Il 21 e 22 aprile sono state rinvenute fosse comuni all’ospedale Nasser di Khan Younis (più di 300 corpi di palestinesi) e all’ospedale Al Shifa di Gaza City (più di 200 corpi). Le salme mostravano segni di tortura, secondo un report ONU. Le fosse sono state scoperte dopo l’assedio di due settimane all’ospedale Nasser da parte delle forze militari israeliane.
Ad aprile si è festeggiata la fine del Ramadan, quando l’esercito israeliano ha compiuto continui raid alla moschea di Al-Aqsa - uno dei luoghi più sacri per l’islam.
Il 5 aprile l’esercito israeliano è entrato ad Al-Aqsa, ha ferito 12 palestinesi e ne ha arrestati circa 400. La tensione si è alzata in tutta la Cisgiordania, in particolare nel nord, dove si sono ripetuti raid nel campo di Nur Shams, a Tulkarem, a Nablus e a Salfiq. L’esercito israeliano ha lanciato un’operazione su larga scala durata più di tre giorni, uccidendo 14 palestinesi e distruggendo buona parte delle infrastrutture e più di 60 case.
Nel panorama internazionale, ad aprile è partita una forte mobilitazione studentesca, iniziata dal campus della Columbia University negli Stati Uniti. A seguire, moltissimi campus statunitensi ed europei hanno iniziato a occupare zone universitarie con tende permanenti, per chiedere il taglio di investimenti e relazioni delle Università con Israele.
Il 22 aprile è stato pubblicato un report indipendente dell’ex Ministra degli esteri francese Catherine Colonna, che evidenzia l’assenza di prove sufficienti per sostenere le affermazioni di Israele sulla collusione dei dipendenti dell’UNRWA con organizzazioni terroristiche. A seguito di questo report, Germania, Canada, Australia, Svezia e Giappone hanno sbloccato i loro fondi all’UNRWA. Gli Stati Uniti hanno invece confermato il blocco fino al 2025. L’Italia ha comunicato che continuerà a mantenere i fondi bloccati.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Il 4 aprile due attivisti internazionali, in compagnia di un pastore della zona, sono stati fermati nel villaggio palestinese di Jawwaya da esercito e polizia, e poi arrestati con l’accusa di spionaggio, poiché si trovavano nei pressi di una colonia. Una volta portati alla stazione di polizia di Kyriat Arba, sono stati interrogati e incarcerati, prima di essere espulsi dal Paese.
Il 13 aprile si sono verificati attacchi nel villaggio di Maghayir al Abeed da parte dei coloni israeliani, durante i quali è stato ferito anche un attivista israeliano. Due giorni dopo, nel vicino villaggio di Umm Dhorit, durante la notte i coloni hanno dato fuoco alla macchina di una famiglia palestinese; per fortuna la presenza di internazionali ha impedito che il fuoco fosse appiccato anche alla casa stessa.
Il 14 aprile, nel villaggio palestinese di Tuba, coloni provenienti dall’avamposto illegale di Havat Ma’on hanno più volte invaso le terre palestinesi per rubarne le risorse d’acqua e per giocare nel parco giochi costruito per i bambini del villaggio. A Tuba, inoltre, gli stessi coloni avevano iniziato a piantare alcune tende poco sopra le case palestinesi per dare vita a nuovo avamposto illegale; fortunatamente, le tende sono state smantellate.
Il 25 aprile nel Masafer Yatta i coloni israeliani hanno dato fuoco ad una terra palestinese adiacente al villaggio di Ad Deirat, rischiando di far espandere il fuoco anche alle case adiacenti. Lo stesso giorno le forze di occupazione israeliane hanno ripristinato la strada per il villaggio di Al Birkeh, prelevando la terra dai campi palestinesi coltivati limitrofi, per permettere un raid dei coloni nel villaggio.
Il 29 aprile un pastore dal villaggio di Al-Mufaqarah è stato ferito alla testa da due coloni nei pressi del villaggio di Sarura, e il giorno seguente nei pressi del villaggio di Susiya un ragazzo è stato assalito dai coloni.
La fine del Ramadan è un momento di festa, ed è anche simbolo di resistenza: gli abitanti del villaggio di At-Tuwani hanno deciso di mangiare simbolicamente solo datteri durante l’Eid (giorno in cui invece solitamente si cucinano molti dolci), in solidarietà con la popolazione di Gaza sotto costanti bombardamenti da parte dell’esercito israeliano.
I volontari e le volontarie nei giorni successivi alla fine del Ramadan si sono recati in visita con alcuni attivisti palestinesi presso alcune famiglie impegnate nella lotta di resistenza popolare nonviolenta nella Jordan Valley e nel nord della Cisgiordania. A Burin hanno potuto constatare quanto tragica sia la situazione, grazie ai racconti dell’assassinio di tre bambini palestinesi nei mesi successivi al 7 ottobre. Ovunque gli abitanti dei villaggi hanno riferito di gravi difficoltà ad accedere alle proprie terre. Purtroppo, le forze di occupazione hanno chiuso numerose strade e imposto checkpoint, rendendo impossibile raggiungere una famiglia nell’area a nord-est di Gerusalemme.
Infine, alcuni studenti dei villaggi di Tuba e Maghayir al Abeed hanno potuto finalmente riprendere ad andare a scuola per la prima volta dal 7 ottobre solo grazie ad un attivista palestinese che li accompagna in macchina fino al villaggio di At-Tuwani.