Giustizia ed impunità in Colombia

Colombia

Di seguito riportiamo l'intervento dell'avvocato Jorge Molano durante l'Università Campesina del 21 e 22 marzo 2015 sul tema della Giustizia e dell'impunità in Colombia.

“I crimini di Stato, crimini cioè attraverso i quali lo Stato attacca direttamente i cittadini con una azione diretta o con l'appoggio di strutture paramilitari, non potrebbero esistere senza una parte fondamentale dell'ingranaggio che è l'impunità.

La politica dell'impunità in Colombia non è stata accidentale ma frutto delle decisioni dello stesso Stato, come la formazione e il sostegno dei gruppi paramilitari.
Nell'anno 1965 il governo creò il decreto 3398 (che diventò permanente nell'anno 1968 attraverso la legge 48) che autorizzava i comandanti delle brigate e dei battaglioni a creare le Juntas de Autodefensas, cioè ad armare ed allenare i civili in tecniche di combattimento per la lotta anti terrorista e anti comunista. Appoggiati da questa legge vennero creati i gruppi paramilitari in Colombia. Il ministro della giustizia nel 1987 ha dichiarato pubblicamente che questi gruppi erano legali e che erano stati creati ed avvallati da questa legge. I gruppi paramilitari hanno dunque il compito di fare il lavoro sporco che i militari preferiscono non fare per garantirsi l'impunità.
I crimini di Stato dunque devono essere visti come parte della politica. Questo ha origine nella Dotrina de seguridad nacional: la dottrina imposta dal pentagono e che arriva quindi dal comando della forza militare degli Stati Uniti e che si incarica di insegnare in tutta l'America Latina che l'oppositore, chi lotta per rivendicare dei diritti, è un nemico da combattere. Con questa logica sono stati anche formati gli eserciti del Centro e Sud America perché c'era l'interesse che la rivoluzione cubana non si estendesse in tutta l'America Latina. Questa guerra quindi è una guerra politica e l'impunità dei crimini è sostanziale a questa strategia.

La giustizia attua con due facce: una di fronte al colpevole e l'altro di fronte al nemico (che è stato definito dai criteri di sicurezza nazionale).
Per il colpevole possiamo incontrare un tipo di giustizia che è protettrice mentre per il nemico viene messa in atto una criminalizzazione.
Negli anni che vanno dal 2000 al 2005 sono state detenute arbitrariamente circa 10.000 persone in tutto il Paese in quelle che venivano chiamate le catture massive. La politica della criminalizzazione risulta essere anche una politica più economica perché non è più necessario assassinare ma incarcerando si genera paura fra la gente e si punta a disarticolare e disgregare le organizzazioni.

Il potere ha dunque due facce: un potere tradizionale (democrazia) e uno emergente (repressione). Il potere tradizionale si è avvalso di quello emergente per mantenere e controllare il potere sin dagli anni 80, nell'epoca di Pablo Escobar.
Pablo Escobar finanziava tutte le campagne politiche in Colombia, però commise l'errore di voler essere direttamente senatore dunque, quando pianificò di equipararsi al potere tradizionale, iniziò la persecuzione. Il potere tradizionale si è avvalso di quello emergente per fare questa guerra sporca ed è chiaro che nel momento in cui qualcuno o qualcosa non è più utile ai loro fini c'è la necessità di tornare ad una normalità nell'esercizio del potere e del controllo (parapolitica).
Nella decade degli anni 80 lo Stato colombiano comincia ad essere soggetto ad indagini e relazioni internazionali per il suo ruolo nelle torture, nelle sparizioni, negli assassini, generando un forte discredito dello Stato e della forza pubblica colombiana. In questo contesto viene fortemente spinta l'azione dei paramilitari, perché provvedano a fare il lavoro sporco che lo Stato non era più in condizione di fare. I paramilitari a questo punto non avevano solo un potente controllo territoriale ma anche un controllo politico ed economico. Arriva anche in questo momento l'elemento del narcotraffico che confonde un po' la loro operatività.

Che cos'è l'impunità?
Essa si manifesta quando non c'è un castigo (ai responsabili e specialmente ai mandatari di un crimine), e con l'assenza di risarcimento e la mancanza di garanzia di non ripetizione di questi comportamenti. L'impunità allude alla non investigazione, al non giudizio e alla mancanza di sanzione o castigo di atti che sono considerati criminali. Le norme internazionali non parlano del carcere come l'unica forma di sanzione o di castigo, potrebbero esistere altre forme di sanzione che potrebbero essere la stigmatizzazione pubblica o la condanna pubblica del crimine. Bisogna capire come attaccare e disgregare il potere e le strutture per riuscire a fare in modo che questi tipi di crimini non si ripetano, e che le vittime possano ottenere una riparazione.
In Colombia il risarcimento è inteso come pagamento alla vittima, pagare significa indennizzare. Risarcire significa invece ristabilire i diritti che sono stati violati, se è possibile che le cose tornino al loro stato anteriore o che possano esistere altre misure che soddisfino le persone vittimizzate.

Qual è dunque la situazione della giustizia in Colombia?
Se si parla della criminalità in generale il 97 % dei reati rimane impunito, solo quindi il 3% dei crimini commessi in Colombia sono oggetto di indagine e sanzione; se si parla dei crimini contro i diritti umani il 99,9 % è impunito.
Si dice che l'impunità è un problema della giustizia causato dalla mancanza di funzionari e delle risorse necessarie che ostacolano il buon funzionamento della giustizia; una lettura che in termini generali è certa. Quando però parliamo di diritti umani, in Colombia si sono configurati meccanismi nella legislazione disposti in modo da poter garantire l'impunità. L'impunità funziona come qualcosa di deliberato, con la quale si cerca di proteggere gli autori dei crimini e quindi i colpevoli.
Chi beneficia dell'impunità e della guerra sono il capitale, il sistema finanziario, chi guadagna dall'investimento in Colombia, i Paesi che hanno finanziato il paramilitarismo che continua a arricchirsi accumulando e aumentando la disuguaglianza nel Paese.
Quattro anni fa le Nazioni Unite hanno redatto un rapporto sui livelli di disuguaglianza nel mondo; la Colombia è il terzo Paese più disuguale del pianeta, preceduto solo da Haiti e dal Sudan.
Il governo afferma che la disuguaglianza è la causa principale della guerra e non che, al contrario, in ragione della disuguaglianza è cominciata la guerra.”