Marzo 2016

SITUAZIONE ATTUALE

All'alba del 30 marzo le cittadine di almeno 8 regioni della Colombia, tra le quali Antioquia e Cordoba dove operano i volontari di Operazione Colomba, sono state ricoperte da volantini che annunciavano il così detto “paro”, cioè la completa sospensione di qualsiasi attività commerciale, accademica e di trasporto. Con tale atto i paramilitari hanno dichiarato apertamente il loro potere ed il controllo esercitato con la violenza ed il terrore sul territorio! Leggi l'articolo che a tal proposito abbiamo pubblicato sul nostro sito, clicca qui

CONDIVISIONE, LAVORO e NOVITA' SUI VOLONTARI

Il cuore delle attività di questo mese è stato il 19° anniversario della nascita della Comunità di Pace celebrato il 23 marzo.
Diciannove anni di resistenza e di lotta di cui si è fatto memoria con una marcia da San Josecito a San Josè dove circa 150 persone, tra cui alcuni giornalisti e volontari dei gruppi di scorta civile internazionale di Operazione Colomba, FOR e PBI, si sono ritrovati nei pressi della vecchia scuola del villaggio dove, il 23 marzo 1997, fu letta pubblicamente la Dichiarazione della Comunità di Pace con i suoi principi di neutralità rispetto al conflitto armato, di rifiuto dell'assunzione di alcolici e di attività di coltivazione di coca.
Nella settimana successiva a quella dichiarazione la risposta dell'esercito, dei paramilitari e delle FARC fu tremenda, tanto che vennero assassinate 8 persone, i villaggi vennero bombardati e la gente si rifugiò a San Josè.
Alla fine del 1997 la Comunità di Pace contava 48 morti, numero destinato a crescere sino a toccare la cifra di 250 vittime al giorno d'oggi.
Nel giardino della scuola di San Josè, oggi ubicata tra la base di Polizia costruita nel 2005 e quella dell'esercito completata in questi ultimi 3 anni, Padre Javier e tutta la Comunità di Pace hanno lasciato scorrere nella mente e nel cuore le frasi dei numerosi articoli della Dichiarazione riempiendo la piccola piazza di parole quali giustizia, pace, rispetto, libertà: parole, queste, che ancora oggi sono difficili da vivere e veder rispettate nella vita quotidiana di questa gente.
I numerosi arresti arbitrari di civili del municipio di San Josè per mano dell'esercito, le decine di leader comunitari uccisi in tutto il Paese, le persecuzioni mediatiche contro la Comunità di Pace e contro lo stesso padre Javier, accusato nelle ultime settimane di marzo dall'ex presidente Alvaro Uribe di terrorismo, danno la misura della violenza del sistema statale.
Dopo la lettura della Dichiarazione, tra gli sguardi sospettosi dei militari presenti, i bambini hanno cantato l'Inno della Comunità di Pace.
Il gruppo ha poi raggiunto l'ingresso della base di Polizia sito a pochi metri dal cimitero, dove Padre Javier ha ricordato e invitato a pregare per tutte le vittime del conflitto.
Rientrati a San Josecito i membri della Comunità di Pace hanno dato vita ad un pomeriggio di giochi e di festa conclusosi con un ballo serale ed un'ottima cena a base di riso, yuca e pasta all'uovo cucinata dal rappresentate legale della Comunità e dagli aiuto cuoco Walter e Cacchiacco!

Nei primi giorni di marzo è arrivato a San Josecito un nuovo volontario, Francesco, a cui auguriamo un buon cammino in questa terra colombiana; Alessandra invece è rientrata in Italia dopo aver condiviso per un mese la vita e la lotta della gente della Comunità di Pace.