Comunicato Stampa

Rimini - 11 maggio 2009

L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII si allinea completamente alle critiche espresse dalla CEI rispetto alla decisione del Ministero dell’Interno di respingere gli immigrati clandestini direttamente in Libia.
Sono provvedimenti immorali che ci feriscono e verso i quali, come cittadini italiani, proviamo vergogna e indignazione” dichiara Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale dell’Associazione.

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  La Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, sente il bisogno di levare la propria voce per sottolineare la gravità delle conseguenze che potranno verificarsi in applicazione delle disposizioni recentemente approvate dal Senato (Ddl A.S. 733).

  La prima riflessione è relativa al cosiddetto reato di immigrazione irregolare. L’immigrato clandestino va ovviamente considerato in posizione illegale ma non deve essere perseguibile penalmente. La clandestinità non può essere assimilata alla criminalità, altrimenti questo assunto porterà lo straniero che si trova in tale condizione alla latitanza come difesa e, da disperato, sarà costretto a vivere ai margini della società civile, a ricorrere ad espedienti, senza possibilità d’integrazione.

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