C'è un fatto, concreto e significativo, che si nota molto presto quando, giunti nella zona delle colline a sud di Hebron, in Cisgiordania, ci si guarda intorno: quelle colline, e in generale tutte le alture, sono controllate dai coloni.
Nelle valli, in fondo alle valli, ai palestinesi è concesso stare (qualche volta).
Dall'alto si controlla, si esercita meglio il potere.
È uno degli aspetti del colonialismo agricolo, che si avvale di leggi lasciate in eredità dalla Gran Bretagna e affinate da Israele, oltre che del meticoloso lavoro quotidiano di coloni, esercito e polizia israeliani per espropriare le terre ai palestinesi.
Noi volontari e volontarie di Operazione Colomba siamo lì, al fianco delle vittime.
Il meccanismo è rodato: i coloni impediscono ai palestinesi di accedere ai propri appezzamenti, i campi diventano incolti e la terra, giudicata inutilizzata, viene dichiarata “State land”, terra d’Israele.
Di fatto, è un esproprio: se ci si trova entro i confini di una “State land” (che cambiano continuamente, assumendo forme così irregolari che viste su una mappa paiono test di Rorschach), si può essere arrestati.

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Operazione Colomba es el Cuerpo Noviolento de Paz de la Asociación Comunità Papa Giovanni XXIII, presente desde hace 21 años en Palestina, primero en la Franja de Gaza y desde 2004 en Masafer Yatta, al sur de Al-Khalil/Hebrón.

En estos 21 años, cientos de voluntarios y voluntarias de Operazione Colomba han convivido las 24 horas del día, los 365 días del año junto a la población palestina, apoyando su resistencia noviolenta a las violaciones sistemáticas de los derechos humanos perpetradas por el ejército y los colonos israelíes.

En estos 21 años hemos observado, documentado y denunciado estas violaciones, produciendo miles de horas de vídeo, cientos de comunicados de prensa, decenas de reuniones con instituciones italianas e internacionales, decenas de artículos en la prensa italiana y extranjera, cientos de horas de encuentros públicos.

En estos 21 años hemos conocido y establecido fuertes lazos de confianza y amistad con cientos de palestinos e israelíes. Es junto a ellos que, con profunda preocupación e inmenso dolor, presenciamos impotentes los acontecimientos y lloramos a los muertos. Su petición de poner fin a decenios de ocupación de Palestina para lograr una paz justa y estable es ahora más que nunca ignorada y silenciada por el ruido ensordecedor de las armas.

Ahora sentimos que las energías de todos los que hemos trabajado en estos 21 años, corren el riesgo de ser definitivamente pisoteadas y traicionadas por la violencia de las armas y por la arrogancia de quienes, a pesar de poder, nunca han actuado para detenerlas.

Nos duele constatar la atención distorsionada por parte de los medios de comunicación, que sólo hablan de la cuestión palestina ahora que la sangre corre, que el número de muertos aumenta día tras día en ambas partes, guardando silencio sobre el hecho de que la catástrofe humanitaria para los palestinos en Gaza no comenzó hoy sino que ha persistido durante décadas.

Ahora y mientras sea necesario, permaneceremos donde es justo estar y donde hemos estado en estos 21 años: junto a quienes sufren y resisten la violencia.

Operazione Colomba

Articulo traducido al español.
Texto original: www.operazionecolomba.it/palestina/3777-da-21-anni-in-palestina.html

[Foto: Yahya Hassouna/AFP]

OPERAZIONE COLOMBA è presente da 20 ANNI in PALESTINA

a fianco delle comunità del MASAFER YATTA, supportando la loro lotta quotidiana

contro l'occupazione israeliana.

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Il 4 maggio 2022 la Corte Suprema israeliana ha dato il via libera all'esercito di procedere con lo sfratto forzato con una sentenza che ha messo fine a una battaglia legale durata più di 20 anni. Anche di fronte a quello che per diritto internazionale altro non è che un crimine di guerra, le comunità del Masafer Yatta resistono tutti i giorni da 75 anni al piano di pulizia etnica portata avanti da Israele.

#SaveMasaferYatta

 

Aiutaci a non lasciare sole le comunità palestinesi del Masafer Yatta nella loro lotta in nome dei diritti fondamentali che quotidianamente gli sono negati.

 

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Progetto Palestina

 

 

Oggi, giorno di “stacco” dal progetto (riposo), mi sono affacciata alla terrazza della nostra casa di Betlemme.
Verso le cinque la temperatura è perfetta, il sole scalda al punto giusto, il vento fresco percorre la valle, il rumore delle foglie della vite e degli ulivi del giardino di sotto accompagna i miei pensieri.
In una strada poco lontano dei bambini giocano un'improbabile partita di calcio su un campo improvvisato, con una pendenza con percentuali a due cifre.
Li guardo e mi godo questo frammento di normalità.
Bambini, rumorosi come tutti i bambini, che si sbucciano le ginocchia cadendo, come tutti i bambini, che litigano perché “no la regola non è così, lui bara” come tutti i bambini.
Mi viene da ripensare agli articoli che ho letto in questi giorni sui bombardamenti a Gaza.
Toni sensazionalistici, da una parte e dall'altra: “i terroristi”, “la resistenza”.
Penso anche alla descrizione dei palestinesi che a volte facciamo: gente  che ci insegna tanto, testarda e determinata, dignitosa, resistente, saggia...

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