COMUNICATO STAMPA
Israele/Territori Palestinesi Occupati - 25 novembre 2005
MANIFESTAZIONE NONVIOLENTA CONTRO IL MURO NEL VILLAGGIO PALESTINESE DI ABOUD
Tre manifestanti in stato di fermo picchiati dall'esercito, testimone un volontario italiano.
Sparati gas lacrimogeni con bambini presenti, un israeliano in stato di fermo, alcuni feriti per gas e 'sound bombs'.
Aboud, Ramallah Area - Questa mattina circa 400 persone, cristiani e musulmani di Aboud, pacifisti ebrei israeliani (tra i quali alcuni refusnik) e alcuni internazionali tra i quali i volontari dell’OperazioneColomba – Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII - che vivono da oltre un anno ad Aboud, hanno formato tutti insieme un corteo pacifico, cercando di arrivare al cantiere del Muro di Separazione che è in costruzione vicino all’abitato palestinese.
Nonostante il Muro di Separazione sia già stato ultimato sulla Linea Verde (limite tra Stato d’Israele e Cisgiordania occupata dal 1967) a 6 chilometri da Aboud, e quindi sia già impossibile passare dal villaggio al territorio d’Israele, con questo cantiere si sta costruendo un Muro aggiuntivo vicino al villaggio per i due insediamenti di Bet Arye e Ofarim, con lo scopo di annettere ad Israele le due colonie costruite negli anni ottanta su terra di Aboud e definite illegali da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
A circa 700 metri dal cantiere, i manifestanti sono stati fermati da un posto di blocco dell'esercito israeliano. Nessun manifestante ha agito in maniera violenta mentre l'esercito ha lanciato “sound bombs” e gas lacrimogeni (CS, illegali secondo la Convenzione di Ginevra perche' cancerogeni) che hanno raggiunto la coda del corteo intossicando specialmente donne e bambini. I lanci di “sound bombs” e gas lacrimogeni si sono ripetuti costringendo metà dei manifestanti a lasciare il corteo.
L'altra meta' dei manifestanti ha proseguito per alcune centinaia di metri raggiungendo il secondo blocco di soldati.
La situazione si e' protratta per circa un'ora con sound bombs, slogan e qualche tafferuglio fatto di spintoni e scambio di manganellate-bastonate tra alcuni soldati e alcuni manifestanti, con altri manifestanti in mezzo a cercare di calmare la situazione.
Tre palestinesi sono stati trattenuti in stato di fermo per oltre un' ora e picchiati dall'esercito israeliano. Il primo dei palestinesi, cattolico, è stato trascinato per 60 metri riportando escoriazioni sulle braccia. Al secondo, adolescente, al momento dell'arresto e' stato sferrata una ginocchiata in bocca da un soldato (vedi foto OpCol allegata), mentre altri due gli tenevano le mani dietro la schiena e successivamente gliele legavano. Il terzo palestinese è stato trascinato per 30 metri mentre 6 soldati lo prendevano a calci ripetutamente, ferendolo alla nuca e al capo, e lasciandolo in ginocchio e con le mani legate per circa 35 minuti (un volontario di Operazione Colomba ha assistito all'accaduto e ha scattato fotografie). Un pacifista isareliano e' stato fermato perche' ha chiesto spiegazioni ai soldati del loro comportamento. I tre palestinesi sono rimasti 25 minuti senza ricevere assistenza prima che qualcuno fornisse le prime cure .
Sono stati poi trattenuti insieme all'israeliano per altri 20 minuti prima di venire tutti rilasciati.
Alla manifestazione era presente Mustafa Bargouti, il leader palestinese concorrente di Abu Mazen alle scorse elezioni presidenziali palestinesi.
Prima di tornare a casa i manifestanti musulmani hanno pregato davanti ai soldati.
Fin dalla mattinata sino alle ore 16:00 due posti di blocco dell' esercito israeliano hanno bloccato i due ingressi del paese impedendo l'accesso a molti israeliani, internazionali e giornalisti.
Operazione Colomba ad Aboud: 00972 599311344 oppure 00972 547382452
www.operazionecolomba.org e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Altre foto su Photogallery in www.operazionecolomba.org
Lunedì 7 novembre sono iniziati i lavori di costruzione della Barriera metallica larga 70 metri nei pressi di Aboud, villaggio situato a nord est di Ramallah, in Cisgiordania.
La Barriera é parte del progetto generale del "Muro di Separazione". Essa non è però destinata a difendere il territorio israeliano da eventuali incursioni di attentatori suicidi. Il "Muro di Separazione" vero e proprio, infatti, e' già stato terminato sulla Linea Verde (limite tra Stato d'Israele e Cisgiordania) nei pressi di Aboud. La barriera attualmente in costruzione vicino al villaggio é invece destinata a circondare i due insediamenti israeliani che sorgono nelle vicinanze di Aboud (Bet Arye e Ofarim). Questo avviene nonostante non ci siano mai state azioni violente da parte degli abitanti del villaggio di Aboud verso gli insediamenti vicini, tanto che in passato alcuni palestinesi del villaggio hanno lavorato al loro interno.
Con i lavori di costruzione di questa barriera, che dista fino ad un chilometro dagli insediamenti, 25 ettari di terra coltivata (gran parte a ulivi) verranno distrutti; altri 300 ettari (un terzo della terra del villaggio) verranno separati per sempre dai loro proprietari; infine, a lavori ultimati, sarà impossibile accedere anche ad una importante falda acquifera sotterranea.
La gente del villaggio di Aboud, cristiani cattolici, ortodossi e musulmani, ha indetto una manifestazione nonviolenta contro i lavori per venerdì 18 novembre, alle ore 10.00 ora locale.
La comunità cristiana di Aboud, parte della comunità cristiana di Terra Santa, già minoritaria, verrà fortemente penalizzata e subirà un ulteriore incentivo ad andarsene.
I volontari di Operazione Colomba, da più di un anno presenti nel villaggio per condividere la vita quotidiana della comunità, parteciperanno alla manifestazione nonviolenta, durante la quale musulmani e cristiani pregheranno sulla terra in cui sono iniziati i lavori.
I volontari italiani invitano tutti gli uomini di buona volontà a sottoscrivere l'Appello contro il Muro ad Aboud disponibile sul sito www.operazionecolomba.org ed a fare quanto in loro potere per fare pressioni sulle istituzioni italiane, vaticane e israeliane al fine di fermare la costruzione della barriera nei pressi di Aboud.
I volontari di Operazione Colomba - Corpo Nonviolento di Pace
dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII