COMUNICATO STAMPA
Israele/Territori Palestinesi Occupati - 2 ottobre 2005

IL MURO AD ABOUD SARA' COSTRUITO PRESTO
Annuncio ufficiale dell'esercito israeliano


Aboud, Ramallah Area, West Bank – Oggi alle 15.20, un ufficiale dell’esercito israeliano ha annunciato l’espropriazione della terra per molti cittadini cristiani e musulmani di Aboud, un villaggio palestinese della West Bank, situato a circa 6 chilometri di distanza dalla Linea Verde, il limite tra West Bank e Stato d’Israele. L’ufficiale ha mostrato ai proprietari della terra il percorso del Muro e li ha informati che i lavori inizieranno presto se non vi sara’ ricorso presso l’Alta Corte Israeliana. I proprietari possono fare ricorso entro sette giorni a partire da oggi.
Presenti molti cittadini del villaggio, tutti molto preoccupati per cio’ che sta accadendo, dato che circa il 30% delle famiglie di Aboud perderanno la terra.
Secondo la mappa dell’Ufficio OCHA delle Nazioni Unite, circa 300 ettari di tereno di Aboud verranno presi dal Muro. Circa 25 ettari (di cui anche coltivati a olivi) verranno distrutti dalla costruzione della barriera metallica, situati a 6 chilometri dalla Linea Verde. Anche una grossa risorsa sotterranea di acqua verra’ sottratta con la costruzione del Muro, e con la fine dei lavori, una fascia di terreno larga 100 metri lungo tutta la lunghezza della barriera sara’ vietata a chiunque per motivi di sicurezza.
Nella parte di Muro-barriera gia terminata nella parte nord della West Bank, molti agricoltori non possono lavorare la terra vicino al tracciato o oltre esso, nelle fasce di terreno compreso tra il Muro e la Linea Verde, nonostante l’esercito abbia promesso l’opposto durante i lavori di costruzione. Il Muro ad Aboud tagliera’ il villaggio da altri vicino ad esso, rendendo molto difficile la comunicazione tra essi. In questi villaggi non c’è una clinica medica di conseguenza gli abitanti che venivano ad Aboud per riceve cure si troveranno fortemente disagiati come anche alcuni bambini e ragazzi che ad Aboud trovano un’educazione scolastica. La presenza cristiana in Terra Santa verra’ profondamente colpita da cio’ che sta accadendo. La comunita’ cristiana palestinese e’ gia calata sensibilmente per la forte immigrazione causata dalle difficolta’ della vita quotidiana e dall’impoverimento dell’economia, entrambe conseguenze dell’occupazione militare israeliana iniziata nel 1967. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e la Corte Internazionale dell’Aia hanno gia condannato il Muro, illegale secondo il Diritto Internazionale, chiedendo allo Stato d’Israele di non realizzarlo.

COMUNICATO STAMPA
Israele/Territori Palestinesi Occupati - 1 agosto 2005

SOLDATI IDF AGGREDISCONO INGIUSTAMENTE PASTORE PALESTINESE

At-Tuwani, Southern Hebron Hills- Territori Occupati Palestinesi, 1 agosto 2005

Soldati IDF non rispettando le leggi israeliane aggrediscono ingiustamente pastore palestinese denunciandolo di pascolare su terreni soggetti a restrizione militare, di fatto sostenendo le accuse di alcuni coloni nazional-religiosi parte del movimento anti-ritiro dalla Striscia di Gaza.

Oggi, 1 agosto 2005, un gruppo di pastori del villaggio di At-Tuwani, Southern Hebron Hills, Territori Palestinesi Occupati, stava pascolando le greggi nelle sue terre nella valle vicino a Kharruba, di fronte all’outpost di Havat Ma’on.
Verso le 10 del mattino è sopraggiunto il responsabile della sicurezza dell’insediamento che ha subito chiamato l’esercito israeliano (IDF).
La pattuglia, intervenuta sul posto, ha ordinato ai pastori di allontanarsi dall’area.
I pastori hanno mostrato all’ufficiale incaricato la mappa consegnata loro dal DCL secondo la quale la zona in questione non è “zona militare chiusa”.
A quel punto, l’ufficiale ha preso la mappa, mostrandola all’incaricato della sicurezza di Ma’on, ha commentato “questa è merda di vacca”, l’ha strappata e ha cacciato via i pastori palestinesi.
Cinque soldati hanno aggredito uno dei pastori picchiandolo, senza che questi avesse compiuto alcun atto illegale o aggressivo.
Sul posto erano presenti anche alcuni volontari internazionali di Operazione Colomba e Christian Peacemakers Team, che hanno ripreso con videocamera e macchina fotografica l’accaduto.
Uno di loro è stato spinto via con forza dall’ufficiale.
I volontari internazionali hanno subito chiamato la polizia israeliana, che però si è presentata solamente un’ora dopo. All’arrivo dei poliziotti, l’ufficiale IDF ha mentito sullo svolgimento dei fatti accusando il pastore di aver aggredito per primo i soldati.
La polizia ha portato al comando il pastore palestinese ed il volontario italiano per sporgere denuncia. Completata la dichiarazione nella stazione di Kiriat Arba, il volontario è stato allontanato a forza da un ufficiale della polizia che gli ha anche detto di tornarsene in Italia.
Il pastore palestinese è stato arrestato ed è uscito solo dopo il pagamento di una cauzione di 2000 SK da parte di amici ebrei israeliani.
Successivamente si è recato all’ospedale di Hebron, accusando dolori al fegato in seguito al pestaggio dei soldati.
È importante sottolineare che i pastori stavano pascolando le pecore su terre di loro proprietà non interessate dalla chiusura dell’area militare e quindi non soggette ad alcuna restrizione da parte delle autorità israeliane, secondo gli accordi di Oslo.
I fatti di oggi manifestano il mancato rispetto delle leggi israeliane da parte del battaglione IDF in servizio nelle Southern Hebron Hills in questo periodo, il cui comportamento evidenzia un chiaro sostegno ai coloni nazional-religiosi di quest’area, parte anch’essi del movimento anti-ritiro dalla Striscia di Gaza.

Operazione Colomba [Ass. Papa Giovanni XXIII]

COMUNICATO STAMPA
Israele/Territori Palestinesi Occupati - 29 luglio 2005

POLIZIA DI FRONTIERA DISPERDE VIOLENTEMENTE DIMOSTRANTI PACIFICI
Quattro persone israeliane e una donna irlandese arrestati, due palestinesi e tre israeliani feriti

Bil’in, Territori Occupati Palestinesi, 29 luglio.

Quattro persone israeliane e una donna irlandese arrestati, due giovani palestinesi e tre israeliani feriti. E’ questo il bilancio della manifestazione pacifica che si è svolta oggi a Bil’in, villaggio palestinese del distretto di Ramallah, a oltre 20 chilometri da Gerusalemme.
Intorno alle ore 13.00, un gruppo nonviolento di dimostranti (Palestinesi, Israeliani ed Internazionali) hanno provato a raggiungere il cantiere del muro di separazione vicino alle abitazioni. Ciascun dimostrante si è presentato al cantiere con il cartello appeso al collo “io sono Abdallah Abu Rahma” in diverse lingue in solidarietà ad Abdallah Abu Rahma, arrestato dalla border police durante la manifestazione contro il muro a Bil’in svoltasi mercoledi’.
Abdallah, Abu Rahma, che stava manifestando in modo pacifico, è stato picchiato prima di essere arrestato, e, secondo il quotidiano Haaaretz di ieri “ Il video che ha ottenuto anche Haa’retz mostra chiaramente la border police che attacca violentemente l’uomo e lo prende a calci dopo averlo immobilizzato e fatto sdraiare prono. (…) queste dimostrazioni definite pacifiche dai partecipanti frequentemente si trasformano in violenti scontri con la compagnia 22 della border police destinata a disperdere la manifestazione. Un’indagine di Haaretz ha scoperto che i poliziotti di questa compagnia hanno fatto false accuse contro i dimostranti e hanno eseguito alcuni arresti sulla base di queste accuse.”
Oggi non appena il gruppo è stato vicino al cantiere, con in prima linea una casa simbolica di polistirolo arancione e bianco per protestare contro lo spostamento dei coloni di Gaza negli insediamenti della West Bank dopo il ritiro del prossimo agosto, un gran numero di soldati ha impedito di proseguire con un recinto di filo spinato. Due gruppi di soldati si sono appostati ai lati della strada, nascosti dietro ulivi e case. I manifestanti hanno provato a proseguire fino al cantiere, ma la border police ha reagito arrestando tre attivisti israeliani promettendo al gruppo che sarebbero stati rilasciati solo nel caso i manifestanti si fossero ritirati. Il gruppo è arretrato, ma l’esercito non ha rilasciato gli attivisti. Non appena il corteo si è riavvicinato al filo spinato, i soldati hanno cominciato a sparare bombe sonore e gas lacrimogeni contro il gruppo.
Parte delle persone è rientrata in fuga al villaggio; i soldati hanno sparato più volte verso alcuni ragazzini che stavano tirando pietre e verso il gruppo pacifico di manifestanti.
Pochi minuti dopo hanno cominciato a caricare la gente sulla strada, sparando gas lacrimogeni, bombe sonore e pallottole di gomma.
A quel punto i manifestanti hanno cercato riparo trovandolo nelle case, nei negozi e nei pollai.
La raffica dei soldati non si è fermata: la border police ha continuato a sparare nel villaggio, ferendo un giovane palestinese ad una gamba con una pallottola di gomma e un altro alla testa; tre israeliani sono stati colpiti dall’involucro dei gas lacrimogeni.
Un’irlandese e un altro cittadino israeliano sono stati arrestati durante la carica, che è proseguita fino verso le 15.00.
I soldati hanno continuato a sparare per lungo tempo dopo aver lasciato il villaggio.
Solo nel tardo pomeriggio tre dei quattro manifestanti israeliani sono stati rilasciati.

I volontari di Operazione Colomba erano presenti alla manifestazione. Sono a disposizione delle fotografie.

Operazione Colomba [Ass. Papa Giovanni XXIII]

COMUNICATO STAMPA
Israele/Territori Palestinesi Occupati - 22 luglio 2005

MANIFESTAZIONE NONVIOLENTA CONTRO IL MURO:
PERCOSSE E ARRESTI PER CITTADINI ISRAELIANI E INTERNAZIONALI

Bil'in - ovest di Ramallah

Bil'in, Ramallah - Come da più di un mese a questa parte, si è svolta oggi a Bil'in (ad ovest di Ramallah), l'ennesimo tentativo nonviolento di fermare la costruzione del Muro. Palestinesi, ebrei israeliani e cittadini internazionali, si sono spinti fino allo schieramento dell'esercito israeliano a 500 metri dal cantiere. Per circa trenta minuti i manifestanti hanno sostato in maniera pacifica (in sit-in) davanti ai soldati. Poi l'esercito ha rimosso la manifestazione con calci, arresti e lancio di lacrimogeni. Nonostante Bil'in si trovi a 3 kilometri dalla Linea Verde (limite tra Israele e Cisgiordania) il Muro passa a meno di un chilometro dal paese e sta sottraendo per sempre alla gente del villaggio la metà delle loro terre. Sulla area che rimane tra il Muro e la Linea Verde è già in costruzione una serie di nuove unita abitative della colonia israeliana di Mod'in Illit. Alla manifestazione hanno partecipato anche volontari italiani, di cui alcuni di Operazione Colomba.

Operazione Colomba [Ass. Papa Giovanni XXIII]

COMUNICATO STAMPA
Israele/Territori Palestinesi Occupati - 9 giugno 2005

CITTADINI ISRAELIANI E ATTIVISTA AMERICANA ARRESTATI DALL'ESERCITO ISRAELIANO DURANTE MANIFESTAZIONE CONTRO IL MURO

Salfit - nord Ramallah

Oggi due cittadini israeliani e una cittadina americana (Chelly) sono stati arrestati dall'esercito israeliano durante una manifestazione nonviolenta contro la costruzione del Muro in atto a Salfit.
I tre arrestati non hanno commesso nessun gesto violento o aggressivo e stavano documentando con video un dialogo in atto da più di un'ora tra un centinaio di pacifici e disarmati manifestanti palestinesi e circa 20 soldati dell'esercito israeliano.
Dopo l'arresto dei tre, i soldati hanno anche fermato un volontario italiano dell Operazione Colomba, Corpo Nonviolento di pace dell Associazione Comunita Papa Giovanni XXIII, che è stato rilasciato poco dopo.
Numerosi gas lacrimogeni cancerogeni (piu di 50) sono stati lanciati contro i manifestanti, due di essi (palestinesi) sono stati gravemente intossicati dai fumogeni. Altri 3 manifestanti palestinesi sono stati bastonati dai soldati.
I manifestanti hanno cercato di raggiungere il cantiere del muro, per prevenire la distruzione dei numerosi alberi di ulivo.
Il cantiere del Muro in questione dista ben 22 km dalla Linea Verde, il limite tra Territori Occupati e Stato d'Israele. Il villaggio di Salfit perderà piu di 600 ettari di terra con decine di migliaia di alberi d'ulivo, base della debole economia di ogni famiglia.
In alcuni punti il Muro che si sta costruendo intorno l'insediamento di Ariel, dista anche più di un chilometro dall'insediamento, creando così spazio per la futura espansione dello stesso.
Alla manifestazione erano presenti pacifisti israeliani, internazionali e anche alcuni italiani.
In serata la ragazza americana arrestata è stata rilasciata dopo aver firmato un foglio in cui si impegna a non tornare nel nord della Cisgiordania per le prossime due settimane. I due pacifisti israeliani sono tuttora in stato di arresto avendo rifiutato di firmare un analogo foglio.