
La situazione del popolo Mapuche (“popolo della terra”) in Cile è molto complessa e delicata.
Come popolo originario, i Mapuche hanno diritto al riconoscimento e al rispetto della loro identità culturale, della loro lingua, delle loro tradizioni e della loro storia.
Tuttavia, quest’ultima è stata segnata (da sempre) da conflitti con lo Stato cileno e da politiche di assimilazione.
Da secoli i Mapuche, l’unico popolo originario in Cile ad essere riuscito a resistere all’invasione da parte dei colonizzatori spagnoli, sono in lotta per il recupero e la rivendicazione del territorio che gli spetta di diritto.
Il conflitto principale riguarda, in particolare, il controllo e la gestione del wallmapu (“tutto il territorio Mapuche”), ricco di risorse naturali.
Le società di estrazione di tali risorse e le multinazionali hanno spesso ignorato i diritti dei Mapuche, portando ad una serie di scontri e proteste.
Allo stesso tempo, le politiche di sviluppo economico, di modernizzazione e omogeneizzazione ad uno standard europeo e occidentale dello Stato cileno, hanno trascurato le esigenze e le richieste del popolo Mapuche, portando ad una serie di disuguaglianze sociali ed economiche.
All’interno di questa cornice troviamo nel sud del Cile, a Pargua, provincia di P.to Montt, quattro imprese (norvegesi e danesi) che producono mangime per i salmoni.