SITUAZIONE ATTUALE

SIRIA - LIBANO
La guerra continua ad infuriare nella vicina Siria.
Nel mese di settembre la Turchia ha lanciato l’offensiva “Operazione sorgente di pace”, che ovviamente a dispetto del nome, sta portando solo altri massacri nel nord est della Siria, a danno della popolazione civile, soprattutto curda, ma anche araba.
Intanto, anche l’offensiva Russa avanza nella vicina Idleb e non accenna a terminare la strage dei civili, che sono sempre stretti tra la morsa delle bombe filo-governative da un lato e dai gruppi islamisti dall’altro.
Sempre a Idleb la popolazione civile è scesa in strada proprio per denunciare questa situazione: contro il regime e contro i gruppi terroristi che controllano la zona.

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SITUAZIONE ATTUALE

SIRIA - LIBANO
La situazione della sicurezza non accenna a migliorare nel Paese.
Infatti, nella campagna di Daraa sono stati registrati almeno 4 morti tra i civili, le circostanze sono ignote ma l’episodio è indicativo del livello di sicurezza nelle zone “pacificate” del Paese.
Nel nord, invece, dove la guerra non è mai finita, il regime è entrato nella zona di Idlib, conquistando khan Shekhun per la prima volta dal 2011.
In seguito a ciò, il regime e la Russia hanno continuato ed intensificato i bombardamenti nelle zone di Kafr Nabl e Maarret Namal, sempre nell’area di Idlib.

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SIRIA - LIBANO
In questo mese caldo, le bombe sulle città e le campagne a sud di Idlib sono proseguite senza sosta (10.223 bombe cadute da aerei da guerra e 6.819 razzi via terra secondo i White Helmets), contribuendo all’aumento dei morti tra civili e al numero di sfollati interni, che non sapendo più dove fuggire, si stanno condensando in massa nei villaggi in prossimità del confine turco. Alcuni degli sfollati il 30 agosto hanno persino provato a sfondare le barriere della frontiera per entrare in Turchia dalla zona di Bab al-Hawa, in parte riuscendoci. Quando l’esercito regolare avrà preso anche Ma’arat al-Numan, sotto forti bombardamenti nell’ultima settimana del mese, non resterà che Idlib come ultima roccaforte dei gruppi armati che hanno combattuto in questi mesi. Nel frattempo, a inizio agosto, l’ambasciata statunitense in Turchia ha dichiarato l’istituzione di un centro operativo congiunto per la creazione di “safe areas” nella parte Nord della Siria sotto controllo turco-statunitense: secondo alcune interviste lo scopo sarebbe il rientro di profughi siriani provenienti dalla Turchia.

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SITUAZIONE ATTUALE

SIRIA - LIBANO
In Siria continua l’offensiva dell’esercito lealista nella regione di Idlib, dove si succedono incessantemente bombardamenti compiuti dall’aviazione russa in collaborazione con quella di Assad, causando numerose vittime civili e aumentando il numero di sfollati interni (circa 400.000 secondo le fonti ONU). L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ha denunciato che il 27 Luglio scorso 15 persone sono rimaste uccise in un bombardamento nella città di Ariha: gli attacchi aerei infatti continuano a coinvolgere edifici residenziali e ospedali. È ormai chiaro che se l’offensiva del regime non verrà sospesa, consentendo ai civili intrappolati di evacuare l’area, il numero di morti continuerà a crescere. A livello internazionale, Papa Francesco si è esposto scrivendo una lettera ad Assad per chiedere di fermare “questa catastrofe umanitaria”.

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SIRIA - LIBANO
Nonostante il silenzio assordante di tutti i media occidentali, le bombe su Idlib non accennano a fermarsi. Si parla di circa 400 bombe e barili bomba, ordigni artigianali pensati per ferire o uccidere il maggior numero di vittime possibili, sganciati in soli tre giorni dalle aviazioni russe e siriane.
Le persone continuano a provare a passare il confine per cercare un minimo di sicurezza, anche se il Libano continua a respingere i siriani. Molti continuano a tentare di passare anche il confine con la Turchia, ma anche questo rimane chiuso con respingimenti sempre più severi: addirittura l’esercito turco spara sui civili che provano a passare. Ai civili nella zona di Idlib, invece, non è permesso neanche di entrare nelle zone a nord della Siria controllate dalla Turchia. A loro non rimane, così, che sperare di sopravvivere tra le morse delle milizie terroristiche da un lato e dalla pioggia di bombe dall’altro.

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