Palestina/Israele

Sono partita la prima volta con una buona dose di inconsapevolezza mista ad incoscienza.
Sono partita forse non cogliendo appieno la potenza delle emozioni che avrei provato una volta arrivata ad At-Tuwani. Non avevo capito che non potevano essere semplicemente 3 mesi, un capitolo molto breve della mia vita.

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Palestina/Israele

Suona la sveglia. Rimando. Risuona. Mi alzo. Uscendo dal sacco a pelo il freddo mi assale come un'onda. Devo resistere, resistere fino a togliere il pigiama e vestirmi. I vestiti sono gelidi, ma dopo starò meglio. Maglia termica, felpa, pile, strati su strati. Sento la moka che gorgoglia, qualcuno ha già messo su il caffè.

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Palestina/Israele

Il primo consiglio che ho ricevuto appena arrivata qui è stato: "non farti troppe domande".
La domanda che aveva motivato questa risposta era stata: "perché c'è una sedia abbandonata fuori dalla nostra porta?". Dopo pochi giorni ho capito che non esiste consiglio più prezioso di questo e che qui si rischia di impazzire se ci si interroga su ogni cosa apparentemente priva di senso che si vede.

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Palestina/Israele

Mi chiamo Aisha, come una canzone. Ho 25 anni e sono palestinese. Vengo da Tuba, un piccolo villaggio di grotte e tende, aggrappato su una collina brulla. Stamattina sono stata in città, per andare dal dottore. La mia bambina, che ha un anno, sta male, ha la febbre e continua a piangere. Per arrivare in città sono partita presto a piedi con il mio fratellino che fa la terza elementare.

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