
Il cielo è di un azzurro illegale, ha deciso di rompere il grigio monotono che si spaccia per cartolina dell’Ucraina del sud. Cobalto e prati infiniti, fossero coltivati a grano sembrerebbe di correre direttamente sulla bandiera nazionale proprio dove i due colori si toccano, come la strada qui che era la linea del fronte sei mesi fa, oro contro blu, le buche lasciate dai razzi rattoppate alla meglio. Invece ora il colore della metà inferiore è un marrone quasi nero puntinato di verde, in attesa di tempi propizi per il raccolto. Per essere in giro per il “granaio d’Europa” di coltivazioni manco l’ombra; i frutti della guerra sono pochi, grigi e tristi e fanno capolino qua e là, altri, molti, sono invisibili, seminati due dita sotto la terra nera e feconda.