Libano/Siria

La nostra abitudine a semplificare tutto ciò che ci circonda, dividendo il mondo tra bello e brutto, tra buono e cattivo ci suggerisce di prendere sempre una posizione chiara e risoluta su qualsiasi tipo di questione.
Ogni volta che un Paese interviene in un conflitto si richiama sempre un indefinito interesse dell'umanità nel suo insieme.

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Libano/Siria

Amal ha 24 anni, viene da una cittadina vicino Aleppo.
Amal è profuga. Bloccata in una terra di mezzo, la Grecia. Da sola.

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Iraq

Emad è ritto dietro al suo banco presso i giardini Abu Nouaf, al Forum Sociale Iracheno.
Come molte altre organizzazioni della società civile ed alcuni sindacati, ha allestito lo stand che spiega le attività che porta avanti insieme all'associazione di cui fa parte: l’Istitute for war e peace reporting (www.iwpr.net).

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Iraq

“Ci sono sempre, in ogni situazione, dei gruppi che portano solidarietà a chi è perseguitato. Anche nelle zone occupate dall’Isis”.
Mazen ha 22 anni, innanzitutto è un giovane. Lui è una delle forze del Social Forum Iracheno. Mi confida che la sua religione è sciita ma che questo non ha nulla a che fare con il suo stile di vita e con le relazioni personali. Le relazioni, dice, sono frutto di scelte e per noi non c’è differenza sostanziale tra le persone. “Siamo un solo popolo”.

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Iraq

Salam Salee ha gli occhi tristi, questa mattina una forte tempesta di sabbia proveniente dal deserto ha impolverato l’esposizione fotografica sulla minoranza religiosa degli Yazidi che aveva allestito. Le sue immagini erano già di per sé toccanti, ti lasciano un segno nel cuore, all’interno del luogo riservato ai più deboli. Lo strato di sporco ricopre diversi quadretti, dando prova di come in certe situazioni al dolore personale si aggiunge la beffa.

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