SITUAZIONE ATTUALE

Nel mese di maggio, oltre ad alcuni omicidi legati a futili motivi o a possibili conflitti di proprietà, è accaduto un grave caso che riguarda il livello di discriminazione delle minoranze etniche nel Paese e il basso grado di fiducia della cittadinanza nei confronti della giustizia statale. Un ragazzo di etnia rom è morto a Korça, nel Commissariato di Polizia, durante la detenzione in custodia cautelare. La polizia dichiara sia deceduto per cause naturali, mentre la famiglia della vittima accusa le forze di polizia della sua morte, a causa della sua appartenenza etnica. La famiglia ha dichiarato pubblicamente che, se non sarà fatta giustizia da parte dello Stato, ricorrerà a forme di giustizia privata.

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SITUAZIONE ATTUALE

Il mese di aprile si è purtroppo aperto con un omicidio avvenuto nella periferia di Scutari, in seguito ad una rissa scaturita per futili motivi fra due amici al bar. A metà mese un ragazzo di 28 anni è stato ucciso nel centro di Tirana in pieno giorno, per vendicare un omicidio compiuto dal padre nel 2000. Il caso ha scosso l’opinione pubblica albanese. Operazione Colomba ritiene particolarmente grave questo caso, poiché la vittima chiese asilo in Svezia nel 2014, ma gli fu negato in quanto lo Stato albanese aveva dichiarato di offrire protezione alle persone in pericolo di vita per motivi legati alla vendetta di sangue. Pertanto, i volontari hanno diramato un Comunicato Stampa per sollecitare la reale protezione delle vittime di questa pratica da parte delle Istituzioni. A fine mese, durante una rapina, due ragazzi hanno ucciso un uomo e ferito gravemente la moglie. I famigliari della vittima hanno dichiarato che, se non ci sarà giustizia statale, si faranno giustizia da soli. A causa di queste dichiarazioni, la famiglia di uno dei colpevoli ha affermato di essersi autoreclusa nella propria abitazione per paura di subire ritorsioni.

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SITUAZIONE ATTUALE

La facilità con cui in Albania si ricorre alle armi per i motivi più futili ha portato alla morte, a Durazzo, di un ragazzo di 16 anni, reo di aver detto al suo assassino, solo di un anno più grande, “Perché mi guardi?”. In seguito al fatto, la polizia ha sorvegliato per alcuni giorni la casa del diciassettenne, per evitare la vendetta da parte della famiglia della vittima.
Nella regione di Valona, una disputa per la proprietà di un corso d’acqua si è trasformata in orrore. Un uomo, assieme al figlio di 7 anni, è stato aggredito dai cani del suo vicino, nonché cugino, e, in risposta, ha tirato dei sassi per difendersi. Il vicino è allora uscito di casa e ha sparato al cugino, finendolo poi a colpi d’ascia.

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SITUAZIONE ATTUALE

Il mese di febbraio si è aperto con una rissa fra i membri di due famiglie di Dibër che sono in conflitto da molti anni. La rissa è scaturita per motivi di proprietà. I due feriti hanno dichiarato di non voler sporgere denuncia perché temono per l’incolumità dei loro figli minorenni.
Ancora una volta Operazione Colomba può constatare come la mancanza di fiducia nelle Istituzioni porti le persone a preferire forme di giustizia privata.
Un interessante editoriale riporta che, secondo il Rapporto sulla criminalità organizzata pubblicato dal Ministero dell’Interno italiano, le organizzazioni criminali albanesi basano il proprio operato sui legami familiari, esportando i principi del Kanun anche all’estero.
Uno dei casi citati nell’articolo è l’omicidio di due fratelli avvenuto a novembre 2016 in provincia di Milano. Durante le indagini, le forze dell’ordine hanno evidenziato come questo duplice omicidio, ed altri conflitti avvenuti in territorio italiano, siano legati alla vendetta prevista dal Kanun.

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SITUAZIONE ATTUALE

L’8 gennaio, in Svizzera, un uomo ha ucciso sua moglie e la sorella di lei, a seguito di un litigio.
Da Lezha, nord d’Albania, la famiglia delle due donne afferma di non avere intenzione di vendicarsi, in quanto cresciuti in Europa e sicuri che lo Stato svizzero farà giustizia.
Per Operazione Colomba è interessante poter registrare un caso nel quale si sottolinea la fiducia dei cittadini nella giustizia statale a scapito del ricorso alla vendetta come forma di giustizia privata.
Un caso in particolare ha scosso l’opinione pubblica albanese questo mese: un ragazzo che si professava innamorato di una studentessa albanese, l’ha uccisa e poi si è tolto la vita. Monitoriamo la situazione in quanto la famiglia della ragazza ha impedito ai parenti del ragazzo di partecipare al funerale della giovane e questo comportamento può provocare lo scoppio della vendetta di sangue.
Un’altra circostanza simile si è verificata alla fine del mese di gennaio.  Un uomo di 42 anni ha ucciso la moglie di 44 e, al funerale di quest’ultima, la famiglia della vittima non ha accettato la presenza dei parenti del marito.

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