Al grido “Io sono German Graciano, io sono Comunità di Pace” (1) 140 persone tra donne, uomini, giovani, anziani, bambini e bambine hanno percorso lo scorso 6 dicembre quasi 10 chilometri tra le vie della città di Apartadò.
Il sole cocente, il calore e l’umidità asfissiante dell’asfalto avvolgevano i loro volti, i loro corpi, le loro magliette madide di sudore, ma mai hanno scalfito la loro anima, il loro coraggio, la loro sfida all’ingiustizia.
Come espresso da diverse Associazioni e agenzie per i Diritti Umani (2, 3, 4) la Comunità di Pace ha subito in queste ultime settimane un ulteriore grave attacco da parte di chi, l’esercito, dovrebbe difenderli.
La Comunità infatti utilizza la denuncia pubblica come forma di difesa per far conoscere al mondo ciò che sta realmente accadendo in Colombia.

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Dal 20 al 3 dicembre si sta svolgendo in Colombia la visita ufficiale del Relatore Speciale per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, Michel Forst (nominato con tale incarico nel giugno del 2014 dal Consiglio dei Diritti Umani).
Durante le settimane di permanenza nel Paese, Forst verificherà la situazione inerente ai Diritti Umani riunendosi con i difensori e diverse organizzazioni della società civile, ma esaminerà anche la gestione del Governo sul tema della protezione degli stessi (OACNUDH: Experto de la ONU evaluerà la situcion de los defensores de los derechos humanos).
Di fondamentale importanza quindi è stato l’arrivo del relatore alla Comunità di Pace di San Josè nella giornata del 26 novembre.

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Emozionati sicuramente lo eravamo entrambi.
Dalla selva colombiana, dalle minacce di morte, dal dolore di aver visto i propri familiari torturati, ammazzati, dalla forza e dal coraggio di non farsi prendere dall’odio e dalla sete di vendetta, dalla grande famiglia come lui chiama la Comunità di Pace, all’incontro improvviso con Papa Francesco.
Mi guardava un po’ disorientato, come non esserlo.
Ma lo riportavo subito alla realtà quando, nell’attesa di incontrare il Santo Padre, gli leggevo alcune parti della Enciclica Laudato Sì .
“Siamo noi”. Si, siete proprio voi a praticare quel testo, quelle parole: “Come mai prima d’ora nella storia, il destino comune ci obbliga a cercare un nuovo inizio […]. Possa la nostra epoca essere ricordata per il risveglio di una nuova riverenza per la vita, per la risolutezza nel raggiungere la sostenibilità, per l’accelerazione della lotta per la giustizia e la pace, e per la gioiosa celebrazione della vita”.

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Questo mese è stato segnato dalla prima visita ufficiale in Europa del Presidente colombiano Ivàn Duque. Mete toccate tra il 23 e il 25 ottobre: Città del Vaticano, Italia e Bruxelles.
Patricia Lombard, Ambasciatrice dell'UE in Colombia, in un articolo uscito su El Tiempo ha dichiarato: “L'Europa ha gradito la visita di Duque e ha letto in lui un messaggio chiaro dell'interesse del nuovo governo a mantenere una relazione stretta con l'Unione Europea nei prossimi 4 anni. […] L'interesse nella consolidazione di queste relazioni è reciproco […]. Ci sono stati scambi sostanziali che ci permetteranno di costruire una relazione profonda, ricca e stretta in tema di scienza e tecnologia, commercio, energie rinnovabili, multilateralismo, cambiamenti climatici, sicurezza e difesa, sviluppo, finanziamenti della metropolitana a Bogotà, Venezuela, e ovviamente l'appoggio dell'UE alla consolidazione della pace”.

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È stata la Comunità di Pace di San José de Apartadó a vincere il premio “Prophetic Economy Award 2018”, un evento organizzato da varie Associazioni con l’obiettivo di riunirsi e riflettere assieme su quali modelli economici alternativi adottare per poter raggiungere uno sviluppo umano integrale.
All’interno dell’evento era stato indetto un concorso di buone pratiche. Sono state 135 le buone pratiche presentate in questi mesi, provenienti da 35 Paesi del mondo.
Tutte pratiche che sarebbero state eleggibili come vincitrici. Ma come mai è stata scelta proprio la Comunità di Pace? Tra i giurati, nomi noti come quelli di Vandana Shiva, Jeffrey Sach e Cristina Calvo, solo per citarne alcuni. Proprio a quest'ultima, economista argentina, ho voluto chiedere quali sono le state le motivazioni per le quali è stata scelta questa resistenza contadina come prima pratica profetica.

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