Settembre 2019.
Difficilmente dimenticherò questa giornata.
Dalla prima volta che ho messo piede in questo Paese, 6 anni fa, ho sentito parlare del grande problema dello sfollamento forzato.
Ricordo quando nel 2010 mi raccontavano degli abitanti di Ciudad Bolivar, barrio (quartiere) nel sud di Bogotà dove ho vissuto un paio di mesi.
“Li vedi? Sono quasi tutti desplazados, persone fuggite dalle campagne colombiane per nascondersi dalla guerra”.
“Somos desplazados forzados” è stata forse la frase che più mi sono sentita dire lassù, nella parte alta di quelle colline che circondano la capitale.
Poi sono arrivata nella parte nord della Colombia, l’Urabà Antioqueño, una delle zone più colpite dal conflitto.

Leggi tutto...

Operazione Colomba - APG23 ha candidato Germán Graciano Posso, Rappresentante della Comunità di Pace di San José de Apartadó in Colombia, al Premio del Volontariato Internazionale FOCSIV, nella categoria "Volontario dal Sud". Una parte della votazione è ONLINE.
Il tuo voto è importante non tanto/solo per la vincita del Premio in sé, quanto perché la vittoria potrà dare a Germán quella visibilità internazionale (protezione) fondamentale in questo momento in cui la sua vita è nuovamente in grave pericolo.

Vai su: http://premiodelvolontariato.focsiv.it/it
Crea il tuo Account, entra nella scheda di Germán e… GRAZIE!

Aiutaci a diffondere questo messaggio.

Avrei voluto dedicarti un brindisi, questa sera, ma non ne ho avuto il coraggio.
Sai, come sempre spesso capita, la vita prosegue, e qui c’era un amico che se ne andava, mentre tu, compagno, tu te ne sei andato per sempre.
Non sono stato in grado di mischiare gli arrivederci con gli addii.
E inoltre avrei voluto dedicarti uno di quei brindisi felici, che augurasse un buon viaggio anche a te, ovunque ti porti; ma non tutti, tra quelli che ora mi circondano, avrebbero capito il senso di un augurio, e la storia tua sarebbe stata lunga da raccontare.
Che dirti, compagno Anibal?
Mi sento un po’ in colpa per questo brindisi mancato, e ho una gran voglia di raccontare la tua storia – o quello che so della tua storia – a qualche orecchio amico.

Leggi tutto...

Sei stato parte integrante della nostra quotidianità.
Quasi sempre la prima persona ad entrare nella nostra casa la mattina.
Quasi sempre l’ultima persona a lasciarla dopo le serate passate a giocare a domino.
E le tue innumerevoli visite durante il corso della giornata.
Ti vedevamo arrivare con il tuo passo incerto… quante volte ho pensato: “speriamo non cada”.
Quante volte ho cercato di convincerti ad utilizzare un bastone, ma niente, la tua testardaggine vinceva sempre.
Ed in effetti non  ti ho mai visto inciampare o cadere.
Conoscevi a memoria ogni singolo sassolino del cammino tra la tua e la nostra casa.
O meglio, tra le tue case.
Perché questa casa, casa di approdo di tantissimi volontari, visitanti, amici, è stata anche casa tua.
Eri l’unica persona ad avere una copia delle chiavi.

Leggi tutto...

Era l’8 luglio del 2000 quando, verso le tre del pomeriggio, un gruppo armato incappucciato entrò nel villaggio de La Uniòn esigendo dalla popolazione civile di sapere chi fossero i leaders della Comunità di Pace.
La gente, unita e decisa, rispose che tutti loro erano dei leaders.
Il gruppo armato, paramilitari ascritti delle AUC (Autodefensas Unidas de Colombia) presero quindi sei di loro: Rigoberto Guzman, il fratello Jaime Guzman, Elodino Rivera, Diofanor Correa, Humberto Sepulveda e Pedro Zapata.
Li misero in fila obbligandoli a inginocchiarsi ma loro rifiutarono.
Furono fucilati in piedi, uno di fianco all’altro.
Un dolore immenso, per noi incomprensibile, avvolse la vita delle famiglie delle sei vittime e di tutta la Comunità di Pace.
Nel mentre, un elicottero dell’esercito sorvolava lo scenario del crimine.

Leggi tutto...